La biblioteca digitale della letteratura italiana>>>Dal sito web www.letteraturaitaliana.net/

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mercoledì 30 maggio 2012

DUE TESTIMONIANZE DAL WEB - La Redditio Symboli che significa “restituzione del Credo” di Claudia Koll & Una bella testimonianza da Fucecchio (PI)


leoperedelpadre.it
L'attrice spiega il suo percorso spirituale
 Fonte "ZENIT.orgsito www.zenit.org.

di Elisabetta Pittino
ROMA, martedì, 29 maggio 2012 (ZENIT.org).- La conferenza di Claudia Koll il 24 marzo a Brescia, presso l’Università Cattolica, su “La cura dell’amore”, nell’ambito del progetto “ Di donna in donna. Essere donna. Risposte d’amore nella sofferenza” è stata una Redditio Symboli.
Redditio Symboli significa “restituzione del Credo”. È un rito liturgico già presente nella Chiesa primitiva: il catecumeno si impegnava di fronte a tutti, attraverso la Redditio, a ridire in prima persona la fede ricevuta.
Claudia Koll è una donna. Questa è la sua risposta creativa al dolore e alla sofferenza.
Chi è Claudia Koll?
La mia storia è abbastanza complessa. Vengo da una famiglia cattolica. Appena mi ha partorito, mia mamma è stata male e le hanno dovuto fare una trasfusione di sangue. Il sangue era infetto e allora anziché stare meglio è peggiorata ed è stata tra la vita e la morte per 6 mesi. Quindi io sono stata affidata a mia nonna che non vedeva. Mentre mio papà e mio nonno erano al capezzale di mia mamma, mia nonna doveva occuparsi me. Mi hanno detto che mi teneva legata ad un filo di lana. Eravamo legate ai polsi perché se sentiva tirare il filo capiva che io ero agitata e con il filo mi recuperava velocemente e mi prendeva in braccio. Mia mamma non morì, anche se i medici avevano smesso di darle le medicine perché erano convinti che non ce l’avrebbe fatta. Nel sangue però c’era un virus che colpì tutte le valvole del corpo, compreso il cuore. Pensando di non potermi più crescere, in un momento di scoraggiamento umano, ma di fede, mia madre disse alla Madonna “Se non le posso fare io da madre, pensaci Tu”. Poi lei si alzò da quel letto, provata fisicamente e con tutti i capelli bianchi. Mia mamma non è tornata più la donna di prima in quanto le valvole erano tutte compromesse, soprattutto quelle del cuore. I primi anni della mia infanzia, a causa della cagionevole salute di mia mamma, mi hanno allevato mia nonna che non vedeva e l’altra nonna. A volte ogni settimana facevo la valigetta e cambiavo casa, ma questo mi ha dato anche una grande adattabilità. Non c’è solo il negativo. Io sono capace di viaggiare, così come l’ho fatto da attrice per le tournée teatrali, senza essere troppo sbalestrata, perché l’ho fatto da piccolissima. Immaginate poi una nonna che non vede con una bambina di 2-3 anni che comincia a correre per casa e non sa quello che fa. Mia nonna mi ha raccontato che disegnavo sui muri con gli spinaci e mi divertivo a fare queste cose perché sapevo che lei non se ne sarebbe accorta. Non ho un ricordo triste del rapporto con mia nonna, semmai molto forte in quanto mi sono sentita responsabile di lei presto, quando ho cominciato un po’ a crescere. Andavamo a fare la spesa insieme, le tenevo la mano e le dicevo “Nonna, il gradino”, le tenevo la porta quando passava, la aiutavo a pagare i conti. Mia nonna era colei che mi istruiva sulla vita, mi insegnava tutto.
Come è nata la tua passione per il cinema, per la recitazione?
Mia nonna ed io insieme guardavamo i film la sera. Io le dicevo cosa vedevano i miei occhi e lei mi spiegava il film, perché a 5 anni non ero in grado di capire quello che vedevo e quindi avevo bisogno di lei. Queste nostre debolezze, che insieme diventavano qualcosa di forte, sono sempre stato un punto importante per me. Infatti già a 5 anni quando mi chiedevano “Che vuoi fare da grande?” io dicevo “l’attrice”. Secondo me, vedevamo troppa televisione… però questo gioco di raccontare quello che vedevano i miei occhi mi piaceva. Per me l’arte è sempre stato questo: comunicare quello che vedevo. Quindi ho perseguito questo sogno fin da bambina e quando sono diventata più grande ho cercato in tutti i modi di realizzarlo, anche andando via di casa, perché i miei genitori, entrambi medici, speravano per me un futuro diverso. Desideravano che diventassi medico. Mi sono iscritta a medicina perché il mondo dell’arte era visto come pericoloso. Non avevamo nessuno in famiglia che potesse appoggiarmi, nessuna conoscenza. In realtà frequentando l’Università mi rendevo conto che studiavo qualcosa che non mi interessava. Quando facevo le domande i professori mi dicevano “Ma questo non è di pertinenza della medicina”. Mi interessava di più l’uomo, le dinamiche che lo muovevano. Ho cominciato prima a frequentare un laboratorio teatrale, di nascosto; però loro andavano in scena e io non potevo perché i miei genitori non mi avrebbero mai fatto uscire tutte le sere regolarmente così da garantire la mia presenza sul palco... e quindi ad un certo punto decisi di andare via di casa. Fu difficile per me perché non ebbi più qualcuno che credeva nelle mie capacità. Non credevano neanche prima alla capacità artistica, però avevo bisogno di qualcuno che credesse nella scelta che stavo facendo. Mi sentivo sola. Inoltre non avevo un appoggio materiale ed economico. Quindi ho dovuto cavarmela da sola.
Com’è stato il rapporto con tua madre in tutto questo?
Il rapporto con mia mamma è sempre stato difficile perché io mi sentivo responsabile della sua sofferenza. Mi domandavo “perché sono venuta al mondo se sono nata per procurare tanta sofferenza in lei?”. Siccome tutta la vita lei è stata spesso ricoverata in ospedale, in qualche modo io mi riflettevo nella sua sofferenza e comunque la vivevo male. Per questo non ho mai apprezzato la mia vita fino in fondo, non l’ho mai amata. Per me la cosa più bella è stata scoprire che Dio mi amava profondamente. Da quel momento la mia vita ha acquistato bellezza, forza. L’amore di Colui che è la vita e che mi ha dato la vita mi ha permesso di guardare con altri occhi anche la potenzialità della mia vita, perché aveva un valore. Ho consumato la mia vita durante gli anni dell’adolescenza e della giovinezza. Ero inquieta, cercavo sempre esperienze nuove, avevo un tremendo bisogno di amore, di conferme di amore, anche perché, essendo stata un po’ sradicata affettivamente all’inizio, dovendo cambiare persone di riferimento, soffrivo di questa mancanza di radici solide. Anche la malattia di mia mamma che sembrava sempre che dovesse prima o poi morire … La sua salute mi creava un’ inquietudine profonda. Allora cercavo l’amore, ma al tempo stesso non ero fedele. Avevo questo bisogno di cercare nuove conferme: un amore più forte, una passione più forte. Questo era peggiorato dal fatto che avevo paura di mettere al mondo dei figli, per paura di soffrire come mia mamma. Quindi mi ero preclusa la maternità e di conseguenza, quando ho cominciato a diventare più adulta, sceglievo persone con le quali vivere un storia d’amore senza costruire un progetto, un futuro, una famiglia. Erano quasi sempre persone già sposate, già legate e guai se si doveva pensare a costruire insieme un futuro. Queste erano le ferite che mi portavo nel cuore che mostro per parlare della bellezza della grazia che mi ha ricostruita dentro. Dio non ha paura dei nostri peccati ma nel momento in cui ti perdona, ti sana quelle ferite che sono responsabili di certi comportamenti. Inoltre facevo i conti anche con la fisicità di mia mamma, che vedevo sformata. Mia mamma non è stata più una donna fisicamente bella come era prima. Aveva avuto parecchi problemi alle valvole delle gambe, che erano rovinate fin da quando era giovane, fin da quando era la mia mamma e io ero piccolina. Era come se cercassi un’ideale di mamma e in qualche modo non mi ritrovassi in questa mamma che era fisicamente non bella come le altre. Quando andai via di casa “scelsi” un’amica dei miei genitori che era una donna bella, molto curata, molto elegante perché rincorrevo un ideale. La nonna che mi ha cresciuta era una donna molto fine, era figlia di un ministro, cresciuta con una certa cultura, una certa eleganza, sensibilità. Mia mamma era figlia di mia nonna, però era come se cercassi un’ideale estetico di mamma...Ho dovuto fare un percorso di guarigione profondo e scoprire nell’umiltà, nella semplicità, la ricchezza della realtà. Il Signore mi ha fatto fare un percorso che mi ha riportato là da dove ero scappata per cercare di cucire gli strappi provocati dagli errori.
Su Zenit.org
http://www.frassotelesino.net/wp-content/uploads/2011/11/claudia-koll.jpg
Immagine Claudia Koll Dal blog  Kairosterzomillennio 

(La seconda parte dell'intervista verrà pubblicata domani, su Zenit.org )


da LA DOMENNICA  ON-LINE  web diocesi di San Miniato (PI)
Da Fucecchio
Una bella testimonianza
di Caterina Orsi

Voglio rendervi partecipi di una mia esperienza vissuta in una domenica successiva alla Pasqua. Cristo è Risorto veramente, e non solo tanti anni fa ... ma ogni giorno, ogni settimana, ogni anno! Sta a noi accoglierlo e saperlo rendere parte della nostra vita. In una di queste domeniche ho fatto esperienza di cosa voglia dire testimoniare la parola di Dio, in particolare all'interno del proprio paese. E' necessario partire dalle persone vicine per testimoniare l' amore che Cristo ha per ciascuno di noi, sia per coloro che sono lontani dalla chiesa sia per coloro che lo conoscono già, affinché si possa accrescere nei nostri cuori l'amore divino. All'interno della mia Parrocchia, faccio parte del Cammino Neocatecumenale: questa esperienza mi permette di fare sempre più conoscenza della Parola di Dio, ma soprattutto di Cristo vivente nella mia vita. Ho annunciato insieme ai miei fratelli e sorelle di Comunità Cristo Risorto fra le persone del paese. E' stata una giornata un po' nuvolosa e piovosa ma, come per incanto, quando abbiamo iniziato ad annunciare il Signore, è smesso di piovere.
Siamo andati per le vie della città di Fucecchio testimoniando l' Amore di Cristo per ciascuno di noi e cantando gioiosamente brani religiosi. Abbiamo dato varie esperienze, fiduciosi che qualcuno potesse accogliere la parola di Cristo dentro di sé. C'è tanto bisogno di testimoniare Cristo nella vita delle persone, anche nella mia parrocchia ma, testimoniando, ci siamo accorti che tante persone rifiutano a priori Cristo e la Sua Chiesa.
Ringrazio Gesù e Maria che mi hanno permesso attraverso la mia famiglia e i miei genitori di esser fin da piccola inserita nella Chiesa, conoscendo l' Amore di Gesù per me, ricevendo i sacramenti ed ora da 16enne avere l'opportunità di intraprendere un cammino di Fede, che come ha detto Giovanni Paolo II: «Riconosco il Cammino Neocatecumenale come un itinerario di formazione cattolica, valida per la società e i tempi odierni». Auguro a tutti di poter accogliere l'Amore di Cristo nella vostra vita e di non aver mai paura di testimoniare ciò che avete provato nell'incontro con Gesù. La pace del Signore Risorto possa sempre accompagnarvi ed essere la vostra speranza per poter affrontare la vita quotidiana.

domenica 27 maggio 2012

Ultimo Messaggio da Medjugorje


Messaggio del 25 Maggio 2012
Foto di Salvo Ariano (webmaster Regina Mundi)

Scarica come mp3


Cari figli! Anche oggi vi invito alla conversione e alla santità.Dio desidera darvi la gioia e la pace attraverso la preghiera ma voi, figlioli, siete ancora lontano, attaccati alla terra e alle cose della terra. Perciò vi invito di nuovo: aprite il vostro cuore e il vostro sguardo verso Dio e le cose di Dio e la gioia e la pace regneranno nel vostro cuore. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Dato a Marija Pavlovic, il 25 Maggio 2012

martedì 22 maggio 2012

La catechesi di Kiko in Piazza Plebiscito a Napoli

                  


KIKO A NAPOLI VIDEO COMPLETO 20-05-2012

 


 

                     Foto di Giovanni De Luca mailto:famigliadeluca@live.it

  Kiko a Napoli in Piazza Plebiscito

“Non è un mondo che sta morendo, ma un nuovo mondo che sta nascendo” 
Sant'Agostino d'Ippona (354-430)

 

Disponibile di seguito le registrazioni audio degli interventi di Kiko Arguello, Carmen Hernandez, Padre Mario Pezzi e del Cardinale Sepe durante l’incontro vocazionale che si è svolto, domenica 20 maggio, a Napoli.

da Zenit:

 Napoli apre le porte al Cammino Neocatecumenale.

di Salvatore Cernuzio
NAPOLI, martedì, 22 maggio 2012 (ZENIT.org) –
Io vengo a riunir tutte le nazioni” intonava Kiko Argüello nel canto d’ingresso scelto per aprire il grande incontro con i giovani del Cammino Neocatecumenale. presieduto dal cardinal Sepe, che si è svolto a Napoli, domenica 20 maggio, giorno dell’Ascensione del Signore.
Continua su cammino.info »









Radio Vaticana: 40 mila giovani neocatecumenali a Napoli per l’annuncio di Cristo al mondo

“Annunciate Cristo ad un mondo spesso ostile e violento”. Questa la consegna del cardinale Crescenzio Sepe ai 40 mila giovani del Cammino Neocatecumenale riuniti ieri nella bellissima cornice di Piazza Plebiscito a Napoli, alla presenza degli Iniziatori del Cammino, Kiko Argüello, Carmen Hernández e Padre Mario Pezzi, di vari parroci e viceparroci della Campania e di Presbiteri che accompagnavano i giovani.
Continua a leggere »

L’incontro di Kiko al TGR Campania


Anche il TGR Campania ha parlato dell’incontro dei giovani del Cammino tenutosi ieri a Napoli. Da : Cammino.info


...' a Maronna v'accumpagne...

Di seguito l'audio dell'omelia del card. Sepe, Arcivescovo di Napoli, durante l'incontro dei giovani del Cammino  Neocatecumenale lo scorso 20 maggio in Piazza Plebiscito.



TG Regione l'incontro vocazionale Cammino Neocatecumenale a Napoli 20 maggio 2012



Le registrazioni sono a cura di Catechista 2.0.


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    Sol Mi- Do                 La
C.  Maria, madre del cammino ardente,      
    Do                               Sol
    tu ci liberi dal fuoco delle passioni   |
    Re                                Sol   |  (2 v.)
    con la rugiada della tua intercessione  |
    Mi-  Do      La         Re
A.  MITE MARIA, TUTTA IMMACOLATA,
    Do                           Sol
    ANGELO CUSTODE DEL TERZO MILLENNIO,
    Re                   Sol
    LUOGO DI TUTTE LE GRAZIE,
    Do                  Sol
    IMMAGINE DELLA VIRTÙ,
    Re                                     Sol
    LA TUA BELLEZZA CANTA LA GERUSALEMME CELESTE.
    Mi    Do                 La
C.  Tu ci hai mostrato il cammino,
    Do                          Sol
    sotto la croce hai ricevuto noi,
    Re                  Sol
    madre del cammino ardente,
    Do                          Sol
    sotto la croce hai ricevuto noi,
    Re                           Sol
    come dire no al tuo Figlio morente.
    Mi-  Do
A.  MITE MARIA...

Uno dei miei canti preferiti insieme con Maria piccola Maria ...

Canto: Siedi solitario e silenzioso - Kiko Arguello


SIEDI SOLITARIO E SILENZIOSO. (Lam 3, 1-33)
     Re
C.  Dio, Dio
     Fad-                    Si-
    mi ha portato, mi ha portato
          Re
    nella tenebra.
                                  Fad-
    Ha costruito per me un giogo,
                                     Si-
    ha stretto la mia testa, la mia testa
           Re
    e la mascella.
                              Fad-
    Dio, ha teso il suo arco
                               Si-
    e mi ha fissato come bersaglio
                Re
    delle sue frecce.
                           Fad-
    Anche se grido e gemo
                      Si-
    egli soffoca, soffoca
                Re
    la mia preghiera.
     Mi-
    Vedere come mi ha ridotto,
                      La
    nella mia vita errante:
                  Re
    è assenzio e fiele.
     Fad
    Come farò
                         Si-
    se mi vien meno la speranza,
          La
    la speranza
                    Sol
    che viene dal Signore
                   Fad     (La Sol Fad)
    che viene dal Signore.
     Re                    Fad-
A.  SIEDI SOLITARIO E SILENZIOSO
           Si-          Re
    PERCHÉ DIO TE L'HA IMPOSTO.
                                Fad-
    METTI NELLA POLVERE LA TUA BOCCA
     Si-        Re
    FORSE C'È SPERANZA.
     Mi-                       La7
    OFFRI LA GUANCIA A CHI TI PERCUOTE:
           Sol                         La
    PERCHÉ NON RESPINGE PER SEMPRE IL SIGNORE,
       Sol                      La
    ANCHE SE AFFLIGGE USA POI MISERICORDIA.
           Sol                         La
    PERCHÉ NON RESPINGE PER SEMPRE IL SIGNORE,
       Sol                      La
    ANCHE SE AFFLIGGE USA POI MISERICORDIA.
       La7                 Re
    SECONDO LA SUA GRANDE CARITÀ.

Ti sto chiamando (Sal. 141) - Kiko Arguello (Esp.)


TE ESTOY LLAMANDO, SEÑOR
Salmo 141 (140)

Re- La7
A. TE ESTOY LLAMANDO, TE ESTOY LLAMANDO SEÑOR,
Sol- La7 Re-
VEN CORRIENDO, ESCUCHA MI VOZ QUE YO A TI GRITO.
La7
VALGA ANTE TI MI ORACIÓN COMO INCIENSO,
Re-
EL ALZAR DE MIS MANOS COMO SACRIFICIO DE LA TARDE.
Do Fa La7 Do Sib La7
S. Pon, Señor, a mi boca un centinela, una guardia a la puerta de mis labios.
Sol- La7 Sib La7
No sea que se incline mi corazón a la maldad, a cometer acciones criminales.
Fa Re- La7 Re-
Que el Justo me golpee por amor, y me corrija,
Sib La7
Para que el ungüento del malvado, no perfume mi cabeza,
Sol- La7
porque yo me enviciaría en su maldad,
Sol- La7
porque yo me enviciaría en su maldad.
Re-
A. TE ESTOY LLAMANDO … … QUE YO A TI GRITO.
Do Fa La7 Do Sib La7
S. A ti, Señor, miran mis ojos, ¡en ti me refugio no desampares mi alma!
Sol- La7 Sol- La7
Guárdame tú del lazo que me tienden, de las trampas de tantos enemigos.
Fa Re- La7 Sib La7
Caigan ellos, cada uno en su red, que yo unido a ti paso indemne,
Sol- Sib La7
que yo unido a ti paso indemne.
Re-
A. TE ESTOY LLAMANDO … … QUE YO A TI GRITO.

Caritas Christi - KIko Arguello (Esp.)

CARITAS CHRISTI URGET NOS
2ª Corintios 5,14.15.17.21

La– Do Mi
A. ¡CARITAS CHRISTI URGET NOS!
Fa Mi
¡CARITAS CHRISTI URGET NOS!
La– Do Mi
S. El amor de Cristo nos apremia al pensar,
Fa
A. EL AMOR DE CRISTO
Mi
NOS APREMIA AL PENSAR,
La–
S. que, si uno murió por todos,
Do Mi
todos por tanto murieron.
Fa
A. QUE SI CRISTO MURIÓ POR TODOS,
Mi
TODOS MURIERON.
Re–
S. Y murió por todos,
Mi
para que los que viven
Re– Mi
no vivan más para sí,
Fa Re– 9
sino para aquel que murió
Sol Mi
y resucitó por ellos. (melisma)
La– Do Mi
A. ¡CARITAS CHRISTI URGET NOS! …
Re– Mi
S. El que está en Cristo, es una nueva creación;
Re– Mi
pasó lo viejo, todo es nuevo.
Fa Re– 9
A quien no conoció el pecado,
Dios le hizo pecado,
Sol Mi
para que fuésemos justicia de Dios en él.
La– La7 Re–
S. ¡Ay de mí si no anunciase el Evangelio!
Mi La–
¡Ay de mí! ¡Ay de mí!
La7 Re–
A. ¡AY DE MÍ SI NO ANUNCIASE EL EVANGELIO!
Mi La–
¡AY DE MÍ! ¡AY DE MÍ!
La– Do Mi
A. ¡CARITAS CHRISTI URGET NOS! …

giovedì 17 maggio 2012

Laogai

Quello che (non) ho 
imparato ...


                                           Quello che non ho

                di De André


LAOGAI

DEFINIT HW

                  Dal blog >>>  isit staging / dal mondo

Laogai


di Chiara Tamanini

Il laogai cinese è uno dei sistemi carcerari più repressivi e disumani al mondo.
  Da un lato serve come mezzo di repressione e di riforma del pensiero (spesso questo significa “lavaggio del cervello”),
dall’altro garantisce un’immensa quantità di manodopera a costo zero che è fonte di ingenti profitti per il sistema carcerario e per il Partito Comunista Cinese (PCC).
I laogai sono almeno 1000, attivi e funzionanti. Sono campi di concentramento dove milioni di uomini, donne e bambini sono condannati ai lavori forzati.
Il termine “laogai” è un acronimo che in cinese significa “rieducazione attraverso il lavoro”: è impressionante quanto richiami la famosa scritta “Arbeit macht frei” che era posta all’entrata dei lagernazisti.

 In effetti, Mao Zedong inaugurò il sistema del laogai nel 1950, seguendo il modello leninista dei gulag, come aveva già fatto lo stesso Hitler nel 1932.
 I lager nazisti, però, furono chiusi nel 1945, e i gulag sovietici sono in disuso già dagli anni ’90; invece i laogai cinesi sono tuttora operanti: dalla loro apertura sono state incarcerate da 40 a 50 milioni di persone e almeno 20 milioni vi sono morti
  
Attualmente si ritiene che siano da 3 a 5 milioni i detenuti in questi campi;

il 40% dei prigionieri nei laogai sono condannati a più di cinque anni di prigione, all’ergastolo o alla morte:
 la maggior parte sconta il carcere duro e i lavori forzati pur essendo accusati di reati minori. Il governo in Cina ha infatti potere illimitato e può tenere sotto controllo e arrestare le persone indiscriminatamente e arbitrariamente. Il fatto che il lavoro forzato dei prigionieri assicuri guadagni di milioni di dollari crea incentivi a incarcerare un numero sempre crescente di individui, a prescindere dalla loro colpevolezza.
Ma chi sono i detenuti? Soprattutto dissidenti, ridefiniti nel 1997 “minaccia alla sicurezza dello Stato”; tra questi si colloca chi professa una qualsiasi religione o chi fa parte di una struttura associativa, sindacato o partito, al di là dei limiti e delle strutture concesse dal PCC; chi “disturba l’ordine pubblico”, chi naviga liberamente in internet, chi parla in pubblico di democrazia e di diritti umani, o ancora i “cinesi-fantasma”, persone che sono sfuggite alle stragi della politica del figlio unico, e che quindi non hanno un’identità anagrafica.
 
Perché questa realtà è così sconosciuta? Prima di tutto perché i laogai sono protetti dal segreto di stato, quindi è lo stesso governo cinese che censura e filtra le notizie. Infatti, appena il termine “laogai” ha cominciato a essere abbastanza noto all’estero, il governo cinese ha cambiato il nome di questi campi, definendoli genericamente “prigioni”.

 Per questo motivo anche gran parte della popolazione cinese è completamente all’oscuro di tali realtà.
Per cercare di diffondere nel mondo informazioni sulla dittatura cinese e sui laogai, nel 1992 l’attivista cinese, ora cittadino americano,  Harry Wu, ha fondato la Laogai Research Foundation. Harry Wu, nato a Shangai nel 1937, fu arrestato e rinchiuso in un laogai nel 1960 perché cattolico e perciò “controrivoluzionario”. Fu rilasciato nel 1979, diciannove anni dopo, e riuscì a emigrare negli Stati Uniti nel 1985. Successivamente fu di nuovo arrestato in Cina e rilasciato in seguito all’intervento del Congresso statunitense. Oggi tiene conferenze in tutto il mondo e scrive libri per rendere noto questo tema: recentemente è stato invitato anche a Trento, dove ha fatto un intervento sui laogai e sulla politica del figlio unico. Questo suo impegno lo ha portato a estendere la sua rete di conoscenze, che si sta rivelando utile alla causa che perora. Di riflesso, anche la sua fondazione è diventata un punto di riferimento per la difesa dei diritti della popolazione cinese.

 La Laogai Research Foundation ha raccolto testimonianze da ex detenuti e documentato le condizioni di lavoro assolutamente disumane. Ad esempio, i detenuti devono scavare in miniere di amianto senza alcuna attrezzatura di protezione, altri, invece, maneggiano acidi corrosivi senza guanti.
 In nome del massimo profitto non solo i prigionieri lavorano in modo da mettere in pericolo la loro vita, ma spesso, sempre secondo questa associazione, “rendono i prodotti stessi insicuri, pericolosi, di bassa qualità o addirittura letali”.
Il problema è che essi vengono poi consumati da civili, sia cinesi che occidentali. Infatti, i laogai hanno spesso due nomi: uno è quello della prigione, uno dell’impresa per presentarsi sui mercati internazionali e stabilire rapporti con partner commerciali esattamente come una qualsiasi società di capitali.
Come si può immaginare, il tasso di mortalità in questi campi di concentramento è altissimo:

secondo un’inchiesta condotta dalle Nazioni Unite, i prigionieri muoiono specialmente in seguito alle torture alle quali sono sottoposti, oppure a causa di suicidi o ancora per “incidenti” non accertati.
 
Pur avendo la Cina ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura già nel 1988 e sebbene sia stata più volte chiamata a dare spiegazioni davanti agli organi competenti dell’ONU, ancora oggi continuano le denunce di diverse associazioni umanitarie per gli abusi commessi durante gli interrogatori.

La Laogai Research Foundation Italia è impegnata in una campagna di informazione su questi campi di concentramento.

 Attualmente si batte contro il problema del lavoro forzato dei laogai e dei laboratori clandestini in Italia.
Per questo è stata presentata in Parlamento una proposta di legge bi-partisan contro l’importazione e il traffico dei prodotti del lavoro forzato.


DEFINIT HW

              Immagine da blog >>>  isit staging / dal mondo


Quello che (non) ho ...
"laogai" è parola  letta da Herry Wu
ecco le altre parole del programma ...

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