La biblioteca digitale della letteratura italiana>>>Dal sito web www.letteraturaitaliana.net/

La biblioteca digitale della letteratura italiana>>>Dal sito web www.letteraturaitaliana.net/
Avvertenza Alcuni testi o immagini inserite in questo blog potrebbero essere tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio. Qualora, però, la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d'Autore, vogliate comunicarlo via email. Saranno immediatamente rimossi. L'Autore del blog non è responsabile dei siti collegati tramite link, né del loro contenuto che può essere soggetto a variazioni nel tempo.

lunedì 27 giugno 2016

"Due Fratelli"

Parole in Pentola:



"Due Fratelli" di Fábio Moon & Gabriel Bá




Prima di iniziare questo fumetto non sapevo nulla del romanzo di Milton Hatoum da cui è tratto e non avevo mai sentito nominare i due autori, fratelli gemelli e star del fumetto brasiliano.
Appena l'ho aperto ho sentito il vento tra gli alberi di mango, il dondolio delle barche, i passi rimbombare in una casa vuota.Ho respirato aria di mare e nostalgia.Un dolore antico e odore di terra.Senza che me ne rendessi conto mi si son riempiti gli occhi di lacrime.E non avevo ancora raggiunto il cuore della storia.
Questa è la storia di una famiglia.La famiglia di Halim e Zana.Dei figli Omar, Yaqub e Rania.E' la storia di un paese in continuo cambiamento.E' una storia di vendette e risentimenti.Amore, passione e cieca follia.I tratti seguono il ritmo dei cuori, della musica e della natura.Il ritmo incalza, si desidera entrare sempre di più nella mente dei personaggi e nelle vicende che li riguardano. Oscuri segreti e misteri mai svelati.I piani di osservazione sono in continuo mutamento, così come la percezione di chi sia davvero colpevole, giusto o bugiardo.I colpi di scena si susseguono e si giunge alla conclusione sfiniti, straziati da un dolore che negli anni distrugge i protagonisti, i loro sogni e l'avvenire.

I personaggi, tutti, sono intensi e passionali. I tratti che li contraddistinguono vengono accentuati da linee e chiaroscuri. Il ritmo è travolgente. Parlarne toglierebbe loro il fascino che si crea man mano che le vicende avanzano e i caratteri mutano sotto i nostri occhi.
Questa graphicnovel è una perla di rara bellezza.Non vedo l'ora di leggere il libro da cui è tratta.




Sfoglia il libro con me :)







 "Due Fratelli" 




venerdì 24 giugno 2016

Scegli! Poesie di ieri o di ...


Ia farfalla e il lume a olio 

Farfalla

Una farfalla variopinta e vagabonda andava, una sera, volando nel buio, quando vide in lontananza un lumicino. Subito tirò su le ali in quella direzione, e quando giunse vicino alla fiamma si mise a ruotarle agilmente intorno guardandola con grande meraviglia. Com’era bella!

Non contenta di ammirarla, la farfalla si mise in testa di fare con lei quello che faceva di solito coi fiori profumati: si allontanò, si voltò, e puntando coraggiosamente il volo verso la fiamma le passò sopra sfiorandola.

Si ritrovò, stordita, ai piedi del lume; e si accorse, con stupore, che le mancava una zampa e che la punta delle ali era bruciata.

– Che cosa mi sarà successo? – si chiese, senza riuscire a trovare una ragione. Non poteva assolutamente ammettere che da una cosa tanto bella, com’era quella fiamma, le potesse venire qualche male; e perciò, dopo aver ripreso un po’ di forze, con un colpo d’ali si rimise in volo.Lampade ad olio
Fece alcune volate, e di nuovo puntò verso la fiamma per posarsi lì sopra. E subito cadde, bruciata, nell’olio che alimentava la fiamma.
– Maledetta luce – mormorò la farfalla in fin di vita. – Io credevo di trovare in te la mia felicità, e invece ci ho trovato la morte. Piango sul mio sciocco desiderio, perché ho conosciuto troppo tardi, e a mie spese, la tua natura pericolosa. –
– Povera farfalla – rispose il lume. – Io non sono il sole, come tu ingenuamente credevi. Io sono soltanto un lume; e chi non sa usarmi con prudenza, si brucia.

di Leonardo da Vinci

musica By Luca Mauceri

SCEGLI I TUOI PARI

Scegliete amici, amanti e amori che siano ali forti con cui spiccare il volo, che vi aiutino a nascere, pure quando nascere fa male, per scoprire chi siete davvero, per rendervi persone migliori. Scegliete chi vi rimprovera per troppo affetto, invece di chi vi consola per convenienza. Chi vi affronta a muso duro, vi urla a dosso e alla fine resta. Scegliete chi non vi incatena all’immobilità del suolo, ma disegna per voi un altro pezzo di cielo. Chi non fa promesse e poi le mantiene. Chi tradisce le aspettative, perchè non c’è altro modo di onorare la vita, nella sua magnifica imperfezione. Chi vi cambia gli occhi, o ve li restituisce per la prima volta, mostrandovi un modo diverso di guardare. Scegliete chi vi spinge a lottare, a combattere, a crescere, a sperimentare. Chi inventa ogni giorno colori nuovi, e ha incoscienza abbastanza da accostare il verde col giallo, il blu cobalto col rosso rubino, perchè nulla ci fa più coraggiosi come la capacità di rompere gli schemi e sovvertire l’ovvio. Scegliete chi vi fa paura. E poi, scegliete chi vi fa venire voglia di vincere quella paura.
              Antonia Storace
 da "Donne al quadrato".

.
By leggoerifletto:

Finale e altre poesie di Giuseppe Ungaretti

Più non muggisce, non sussurra il mare,
Il mare.
Senza i sogni, incolore campo è il mare,
Il mare.
Fa pietà anche il mare,
Il mare.
Muovono nuvole irriflesse il mare,
Il mare.
A fiumi tristi cedè il letto il mare,
Il mare.
Morto è anche lui, vedi, il mare,
Il mare.

- Giuseppe Ungaretti - 

The Black sea ( detail )

Tutto ho perduto

Tutto ho perduto dell'infanzia
E non potrò mai più
Smemorarmi in un grido.
L'infanzia ho sotterrato
Nel fondo delle notti
E ora, spada invisibile,
Mi separa da tutto.
Di me rammento che esultavo amandoti,
Ed eccomi perduto
In infinito delle notti.
Disperazione che incessante aumenta
La vita non mi è più,
Arrestata in fondo alla gola,
Che una roccia di gridi.

- Giuseppe Ungaretti - 



La notte bella 

Quale canto s’è levato stanotte
che intesse
di cristallina eco del cuore
le stelle
Quale festa sorgiva
di cuore a nozze
Sono stato
uno stagno di buio
Ora mordo
come un bambino la mammella
lo spazio
Ora sono ubriaco
d’universo.

- Giuseppe Ungaretti - 
Devetachi il 24 agosto 1916

(da L’Allegria, 1931)



Buona giornata a tutti. :-)

giovedì 23 giugno 2016

"Elegy of the Arctic", la musica dei ghiacci.

Ludovico Einaudi scende in campo per Greenpeace. Ma la location che ha scelto ora, è decisamente spettacolare. Einaudi si è imbarcato sulla nave degli ecologisti "Arctic Sunrise" in direzione delle coste delle isole Svalbard (Norvegia). "Dobbiamo comprendere l'importanza dell'Artico per proteggerlo prima che sia troppo tardi". Qui, tutto imbacuccato, lo vediamo suonare con dita sciolte e leggere al suo piano, come se niente fosse, l'inedito "Elegy of the Arctic", la musica dei ghiacci.
Greenpeace infatti ha proposto l'isitituzione di un Santuario Artico in cui sia vietata ogni attività di trivellazione, mettendo sotto pressione i governi di Danimarca, Norvegia e Islanda che si oppongono alla proposta della famosa ONG che da anni si batte in difesa del rispetto ambientale.
L'azione di Greenpeace si è svolta alla vigilia di un'importante riunione dell'Ospar, la commissione internazionale deputata alla conservazione dell'Atlantico Nord-orientale, che proprio in questi giorni discute dell'istituzione di un'area protetta di oltre 226mila chilometri quadrati nelle acque internazionali del Mar Glaciale Artico, un'area con un'estensione pari a quella della Gran Bretagna, al momento il mare meno protetto del mondo. Il nostro musicista diventa così il testimonial di questa campagna.
Ludovico Einaudicompositore e pianista italiano figlio dell'editore Giulio Einaudi e nipote di Luigi Einaudi, presidente della Repubblica dal 1948 al 1955, ha voluto appoggiare la campagna di Greenpeace per la difesa dell'Artico. Ho potuto vedere la purezza e la fragilità di questa zona con i miei occhi e interpretare un brano dal titolo 


“Elegy To The Arctic"
"Elegy To The Arctic" che ho scritto per essere eseguito sul migliore palco del mondo. Un ambiente incantato, che ora ha finalmente la sua celebrazione eterna.

Ludovico Einaudi - Nuvole Bianche


cipolle a go go!



RELAZIONE LA “CIPOLLA ROSA DI BASSANO” & Le sarde in “saor”


By Giova … 3 G

immagine  tipologie-di-cipolle-italianeLa cipolla è una pianta erbacea biennale delle Alliacee (Allium cepa).E’ dotata di numerose radici fascicolate, di medie dimensioni, bianche e carnose, sulle quali si sviluppa la parte commestibile, il bulbo. Esso è rotondo o schiacciato, formato da squame carnose, rossicce o bianche e da foglie cilindriche e scanalate. Si distinguono cipolle estive e cipolle invernali.Originaria dell’Asia del Nord e della Palestina, la cipolla è coltivata da oltre 5000 anni e sembra che sia stata introdotta in Egitto dai Caldei, da dove si diffuse in tutto il bacino del Mediterraneo. Le varietà coltivate sono numerose e differiscono per forma, stagionalità e colore.



cipolla rosa di Bassano del Grappa
La Cipolla rosa di Bassano o cipolla piatta, un ortaggio pregiato soprattutto per il suo sapore dolce, di cui ne esistono due varietà: una precoce con colletto sottile ed una tardiva. La zona di Bassano, grazie al suo microclima asciutto e ventilato, permette a questo vegetale una crescita ottimale.Nel passato assumeva una colorazione rosa intenso, che nel corso degli anni è andato sbiadendo. Le cipolle ideali per la vendita hanno un peso che va dai 120 ai 200g e un diametro di 7-8 cm.La semina avviene dopo la metà di agosto fino a metà ottobre direttamente nel campo. Si copre con tessuto-non tessuto o tessuto nero ombreggiante, per mantenere l’umidità del terreno, viene innaffiata periodicamente fino al trapianto che avviene dai primi di novembre ai primi di aprile su terreno precedentemente preparato.La raccolta della varietà precoce inizia alla fine di maggio e prosegue fino alla metà di giugno.Quella della varietà tardiva, invece, inizia alla fine di giugno e si protrae fino alla fine di agosto; viene raccolta per lo più manualmente asportando l’intera pianta e tagliando il gambo vicino al bulbo e poi fatta asciugare al sole per alcune ore, spazzolata e quindi raccolta e messa in cassette pronte alla vendita. Si conservano tra 0° e 10° C al riparo dalle luce per evitare che germoglino.La cipolla, oltre a costituire un gustoso alimento, possiede innumerevoli proprietà terapeutiche; previene l’arteriosclerosi e le malattie cardiache.

 Cipolla rosa di Bassano, profumo pungente
immagine territorio.bassanonet.it
Altre varietà più conosciute di cipolla in Italia:cipolla rossa di TropeaCalabriacipolla rossa di Acquaviva delle FontiPugliacipolla rossa di SuasaMarchecipolla rossa di CertaldoToscanacipolla ramata di MontoroCampaniacipolla di VatollaCampaniacipolla di SermideLombardia[3]cipolla borettanaEmilia-Romagnacipolla di Brunate: piccola, bianca, ottima per la preparazione di sottaceti (zona del Lago di Como).cipolla di CannaraUmbriacipolla dolcecipolla di BanariSardegnacipolla rossa di Cavasso NuovoFriuli-Venezia GiuliaLa Commissione dell’Unione Europea ha ufficialmente ammesso la sua efficacia nel trattamento dei cambiamenti che si verificano nei vasi sanguigni a seguito dell’avanzare dell’età. Ha riconosciuto inoltre, che ha la proprietà di abbassare la pressione e d’inibire l’aggregazione delle piastrine del sangue.Queste proprietà sono dovute, principalmente, al silicio che mantiene elastiche la pareti delle arterie e allo zolfo in grado di dissolvere la fibrina, una proteina che favorisce la coagulazione del sangue,  abbassandone i livelli di zucchero;è molto efficace infatti, in chi soffre di diabete perché favorisce la produzione d’insulina. E’ stato dimostrato che mangiandone quotidianamente da 25 a 100 g (cruda o bollita) il livello di zucchero nel sangue si abbassa in modo significativo (proporzionalmente alla quantità consumata).Attenua i sintomi dell’asma e della rinite allergica, ha un’azione antinfiammatoria e antispasmodica dovuta alla presenza dei composti di zolfo e di flavonoidi in particolare la quercetina; a chi soffre di allergie si consiglia di consumarne in abbondanza durante tutto il periodo primaverile e autunnale.Previene le malattie da raffreddamento, nei periodi di esposizione al contagio si consiglia di mangiare, tutti i giorni, cipolle crude; i suoi estratti  hanno mostrato di produrre un’azione simile a quella dei sulfamidici (senza averne le controindicazioni).È diuretica e depurativa per il suo contenuto di potassio e di altri minerali, impedisce l’accumulo di liquidi, di cloro e di urea; per facilitare la diuresi è utile berne 2-3 tazze di brodo al giorno.Ammorbidisce la tosse per la presenza di sostanze emollienti e facilita l’espulsione del catarro; si consiglia di berne 3-4 tazze di brodo al giorno (addolcito con miele di pino o di eucalipto).La cipolla rosa di Bassano si può consumare in vari modi: lessata, impanata, fritta, o sott’olio (se raccolta in anticipo per avere una giusta dimensione), ma la sua prerogativa è consumata cruda, grazie alla sua “dolcezza”, risultando gradita anche a chi non ama il gusto forte e piccante delle normali cipolle.Nell’ambiente bassanese questo ortaggio cresce molto bene e con caratteristiche organolettiche molto apprezzate, grazie alle caratteristiche pedoclimatiche locali e ai terreni sciolti e fertili. Secondo la tradizione, la cipolla rosa di Bassano era coltivata nel territorio fin dal XIV secolo. La nota famiglia di ortolani bassanesi Zonta si è sempre dedicata alla coltivazione e alla conservazione del patrimonio genetico della cipolla almeno fino dal 1830. Questa cipolla è stata diffusamente coltivata fino agli anni cinquanta del secolo scorso, quando si è verificato un progressivo disinteresse in quanto i “cipollari” di Vicenza volevano soltanto la cipolla bianca perché più redditizia.La tradizione dice che la cipolla rossa di Bassano è coltivata nel bassanese fin dal 1500. In tempi moderni la sua produzione ha trovato una progressiva estensione nell’alto vicentino negli anni Cinquanta, divenendo sempre più importante in termini quantitativi e qualitativi a partire dagli anni Settanta. Anticamente era utilizzata dai contadini veneti per trarre le previsioni sulle condizioni meteorologiche dell’anno. Era questa la divinazione detta “delle calandre”, effettuata il 25 gennaio e in base alla quale era uso staccare dodici tuniche da una “séola” mondata. Queste tuniche venivano poi cosparse di sale e il giorno seguente, a seconda del loro grado di umidità, un esperto traeva le previsioni: tempo piovoso o asciutto nella successiva primavera.E’ stata protagonista al recente Salone del Gusto di Torino proprio nell’anno che l’Onu ha dedicato all’agricoltura familiare e nel decennale della rete “Terra Madre”. Ha l’ambizione di far parte delle De.Co bassanesi e può crearsi una nicchia del tutto speciale, com’è già accaduto per la cipolla di Giarratana, presidio Slow food nel Ragusano.Solitamente si propone con gli antipasti ma è apprezzata anche come abbinamento alle carni arrosto o lessate nelle tipiche ricette autunnali. A Torino è stata servita insieme alla sopressa, alla polenta e all’Asiago stravecchio, presidio Slow food.  
immagine Le sarde in saor
Le sarde in saòr sono una ricetta a base di pesce molto antica ed appartenente alla cucina povera. In principio il saòr si riferiva al modo di conservazione del pesce dei pescatori veneziani quando dovevano tenere il cibo a bordo per molto tempo grazie all’aceto, all’olio e alla cipolla stessa. Una volta cotte le cipolle nell’aceto e nell’olio, si mettevano in contenitori di terracotta intervallate da strati di golose sarde fritte. Nei decenni le sarde in saòr è leggermente cambiata, diventando più aristocratica, con l’inserimento dell’ingrediente dell’uva sultanina. E infine la ricetta moderna prevede anche i pinoli. Ancora oggi però, quando si preparano le sarde in saòr, gli intenditori le consumano almeno dopo un giorno di riposo che esalta il sapore di questo pesce. Gli ingredienti per le sarde in saòr con la ricetta originale veneta sono: di arde freschissime, cipolle bianche, farina 00, olio semi di arachide, olio extra-vergine d’oliva, sale, pepe, un cucchiaio di zucchero, mezzo bicchiere di aceto bianco, uva sultanina e pinoli.

Zutaten
Portionen: 4
Sardinen, Olivenöl, Meersalz (aus der Mühle), Mehl
Für die Marinade:
OlivenölWeißwein, Zwiebeln, Lorbeerblätter, Weißweinessig,Pfefferkörner (schwarz),  Zitrone (Saft)

Zubereitung
Für die Marinade die Zwiebeln in dünne Ringe schneiden. Olivenöl erhitzen und die Zwiebelringe mit den Lorbeerblättern auf kleiner Flamme unter ständigem Rühren ca. 15 Minuten weich dünsten. Bevor die Zwiebeln Farbe annehmen, Essig, Zitronensaft sowie Weißwein einrühren, die Pfefferkörner zugeben und vom Herd nehmen.
Die küchenfertigen Sardinen (Köpfe und Innereien sorgfältig entfernen und bei Bedarf schuppen) gründlich abspülen und trocken tupfen. Salzen, in Mehl wenden und überschüssiges Mehl abschütteln. In heißem Olivenöl von jeder Seite 2 Minute braten, herausnehmen und auf Küchenpapier abtupfen. Den Boden einer Servierschüssel mit der Marinade bedecken, die Hälfte der Fische einlegen, mit Marinade übergießen und abermals die Fische einlegen. Die restliche Marinade darüber gießen.
Mindestens 2 Stunden bei Zimmertemperatur ziehen lassen.

Ingredients (for 4):
fresh sardines, white onions, soft wheat flour, peanut oil, extra-virgin olive oil, salt, pepper, spoonful of sugar, half a glass of vinegar, spoonfuls of raisins (optional), spoonful of pine nuts (optional)
Preparation method
Discard the sardines’ heads, scrape out their entrails and wash them under cold water.  Dry them and cover them with flour, then sieve them to remove excess flour.
Now it’s time to fry them in peanut oil, which must be boiling. When they’re browned on both sides, lay them on blotting paper and sprinkle them with salt.
The next step is preparing the onions: cut them into thin slices and fry them lightly in olive oil. As soon as they’re golden, add pepper, salt, sugar and vinegar and let the last one evaporate. After that, you can remove the pan from your gas ring. And this your saor.
Now take a bowl and alternate a layer of sardines with a layer of saor and raisins – previously soaked in lukewarm water – and pine nuts. In order for the flavours to mix perfectly, you must let your dish stand for at least one day. Don’t forget to serve them cold! You’ll make all mouths water.

martedì 21 giugno 2016

“Ma tu non sei solo un mago. Sei un magone!”

Originally posted on Prendi il largo

La fiducia a colori di fra Adriano – 

intestazione


Mago Magone


Una-magia-per-la-vita-Mago-Magone“Ma tu non sei solo un mago. Sei un magone!” Il bambino forse pensava alle dimensioni di stupore del gioco cui aveva assistito, forse alla stazza di chi lo aveva fatto divertire. Mise tutto insieme in una parola e così si inventò il nome di un mago. Magone appunto.
Fra Adriano la racconta più o meno così. E mentre lo fa rimira  il suo fisico abbondante. Da magone. Chi assiste ai suoi spettacoli propende invece per la prima ipotesi: che l’abbondanza stia nei fuochi d’artificio dei suoi trucchi e nella sua simpatia.
Ho visto il frate dal saio a colori varie volte dal vivo. E il bambino nascosto dentro di me ancora sorride. L’ho conosciuto anche nei panni inediti di allievo, quando ho avuto l’idea di frequentare il corso di magia che teneva insieme a Suor Linda, maga anche lei..
Non sono diventato mago, non era quello lo scopo, ma quelle serate me le tengo vive ancora: sprizzano gioia e leggerezza da tutti i porti.
Ora potete capire perché ho voglia di farsi sapere di lui. Emago_magone2-300x207perché ci tengo che, se potete, partecipiate al suo spettacolo a Romenadomenica prossima, Sarà un modo speciale, tutto colorato, di vivere la parola di questo mese, fiducia. Quando c’è il gioco, quando c’è l’allegria, quando ci sono i bambini, la fiducia non va nemmeno evocata: è già presente…

giovedì 16 giugno 2016

Ed io amo le parole…

ANOTHERSEA

Di libri e parole

bd941365a9_4653506_med
«Amo soprattutto Stendhal perché solo in lui tensione morale individuale, tensione storica, slancio della vita sono una cosa sola, lineare tensione romanzesca.
Amo Puskin perché è limpidezza, ironia e serietà.
Amo Hemingway perché è matter of fact, understatement, volontà di felicità, tristezza.
Amo Stevenson perché pare che voli.
Amo Cechov perché non va più in là di dove va. 
Amo Conrad perché naviga l’abisso e non ci affonda.
Amo Tolstoj perché alle volte mi pare d’essere lì lì per capire come fa e invece niente.
Amo Manzoni perché fino a poco fa l’odiavo.
Amo Chesterton perché voleva essere il Voltaire cattolico e io volevo essere il Chesterton comunista.
Amo Flaubert perché dopo di lui non si può più pensare di fare come lui.
Amo Poe dello Scarabeo d’oro.
Amo Twain di Huckleberry Finn.
Amo Kipling dei Libri della Giungla.
Amo Nievo perché l’ho riletto tante volte divertendomi come la prima.
Amo Jane Austen perché non la leggo mai ma sono contento che ci sia.
Amo Gogol perché deforma con nettezza, cattiveria e misura.
Amo Dostoevskij perché deforma con coerenza, furore e senza misura.
Amo Balzac perché è visionario.
Amo Kafka perché è realista.
Amo Maupassant perché è superficiale.
Amo la Mansfield perché è intelligente.
Amo Fitzgerald perché è insoddisfatto.
Amo Radiguet perché la giovinezza non torna più.
Amo Svevo perché bisognerà pur invecchiare.
Amo…»
Italo Calvino – Durante un’intervista a L’Europeo del 1980
Ed io amo le parole…quelle sparpagliate tra pagine e pagine, quelle pensate, cercate, trovate, scrutate e ricamate, perché le parole non sono di questo mondo, sono un mondo a sé stante, un mondo del tutto indipendente, come il mondo dei suoni  che catturano, imbrigliano per portarti altrove, dove il cuore chiede di stare.
G.M
 :by montgiusi