La biblioteca digitale della letteratura italiana>>>Dal sito web www.letteraturaitaliana.net/

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sabato 31 dicembre 2016

2017 - Ode al primo giorno dell'anno



 AUGURI
girobloggando.wordpress.com
Giuliano
             AUGURI  A TUTTI E BUON ANNO 2017
Bevo a chi è di turno, in treno, in ospedale,
cucina, albergo, radio, fonderia,
in mare, su un aereo, in autostrada,
a chi scavalca questa notte senza un saluto,
bevo alla luna prossima, alla ragazza incinta,
a chi fa una promessa, a chi l’ha mantenuta,
a chi ha pagato il conto, a chi lo sta pagando,
a chi non è invitato in nessun posto,
allo straniero che impara l’italiano,
a chi studia la musica, a chi sa ballare il tango,
a chi si è alzato per cedere il posto,
a chi non si può alzare, a chi arrossisce,
a chi legge Dickens, a chi piange al cinema,
a chi protegge i boschi, a chi spegne un incendio,
a chi ha perduto tutto e ricomincia,
all’astemio che fa uno sforzo di condivisione,
a chi è nessuno per la persona amata,
a chi subisce scherzi e per reazione un giorno sarà eroe,
a chi scorda l’offesa, a chi sorride in fotografia,
a chi va a piedi, a chi sa andare scalzo,
a chi restituisce da quello che ha avuto,
a chi non capisce le barzellette,
all’ultimo insulto che sia l’ultimo,
ai pareggi, alle ics della schedina,
a chi fa un passo avanti e così disfa la riga,
a chi vuol farlo e poi non ce la fa,
infine bevo a chi ha diritto a un brindisi stasera
e tra questi non ha trovato il suo.
                                   Erri De Luca
A Romena in questi giorni tanti amici condividono la semplicità e la bellezza dello stare insieme a cavallo tra il vecchio e il nuovo anno. E' il tempo di fraternità che è iniziato subito dopo Natale e terminerà con l'Epifania. Ma insieme a chi è presente fisicamente in questi giorni vogliamo anche pensare ai tanti amici incontrati quest'anno o in altri momenti e salutarli tutti con un brindisi in poesia.
Questo "Prontuario per il brindisi di Capodanno" di Erri De Luca (estratto dalla raccolta "L'ospite incallito", Einaudi 2008) ha infatti la capacità di coinvolgere praticamente ogni persona, dovunque si trovi, guardandola nelle sue espressioni più semplici e autentiche di umanità. E allora, sulla scia di questi versi, tanti, tantissimi auguri a ciascuno di voi!
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zandraart.tumblr.com/image/154730116536



LUIGI MARIA CORSANICO LEGGE PABLO NERUDA

di fabrizio centofanti
da qui




Ode al primo giorno dell'anno

Lo distinguiamo dagli altri come se fosse un cavallino diverso da tutti i cavalli. Gli adorniamo la fronte con un nastro, gli posiamo sul collo sonagli colorati, e a mezzanotte lo andiamo a ricevere come se fosse un esploratore che scende da una stella. Come il pane assomiglia al pane di ieri, come un anello a tutti gli anelli: i giorni sbattono le palpebre chiari, tintinnanti, fuggiaschi, e si appoggiano nella notte oscura. Vedo l'ultimo giorno di questo anno in una ferrovia, verso le piogge del distante arcipelago violetto, e l'uomo della macchina, complicata come un orologio del cielo, che china gli occhi all'infinito modello delle rotaie, alle brillanti manovelle, ai veloci vincoli del fuoco. Oh conduttore di treni sboccati verso stazioni nere della notte. Questa fine dell'anno senza donna e senza figli, non è uguale a quello di ieri, a quello di domani? Dalle vie e dai sentieri il primo giorno, la prima aurora di un anno che comincia, ha lo stesso ossidato colore di treno di ferro: e salutano gli esseri della strada, le vacche, i villaggi, nel vapore dell'alba, senza sapere che si tratta della porta dell'anno, di un giorno scosso da campane, fiorito con piume e garofani. La terra non lo sa: accoglierà questo giorno dorato, grigio, celeste, lo dispiegherà in colline lo bagnerà con frecce di trasparente pioggia e poi lo avvolgerà nell’ombra. Eppure piccola porta della speranza, nuovo giorno dell’anno, sebbene tu sia uguale agli altri come i pani a ogni altro pane, ci prepariamo a viverti in altro modo, ci prepariamo a mangiare, a fiorire, a sperare. Ti metteremo come una torta nella nostra vita, ti infiammeremo come un candelabro, ti berremo come un liquido topazio. Giorno dell'anno nuovo, giorno elettrico, fresco, tutte le foglie escono verdi dal tronco del tuo tempo. Incoronaci con acqua, con gelsomini aperti, con tutti gli aromi spiegati, sì, benché tu sia solo un giorno, un povero giorno umano, la tua aureola palpita su tanti cuori stanchi e sei, oh giorno nuovo, oh nuvola da venire, pane mai visto, torre permanente!
 Pablo Neruda 

Ode al primo giorno dell'anno

Lo distinguiamo dagli altri
come se fosse un cavallino
diverso da tutti i cavalli.
Gli adorniamo la fronte
con un nastro,
gli posiamo sul collo sonagli colorati,
e a mezzanotte
lo andiamo a ricevere
come se fosse
un esploratore che scende da una stella.

Come il pane assomiglia
al pane di ieri,
come un anello a tutti gli anelli: i giorni
sbattono le palpebre
chiari, tintinnanti, fuggiaschi,
e si appoggiano nella notte oscura.

Vedo l'ultimo
giorno
di questo
anno
in una ferrovia, verso le piogge
del distante arcipelago violetto,
e l'uomo
della macchina,
complicata come un orologio del cielo,
che china gli occhi
all'infinito
modello delle rotaie,
alle brillanti manovelle,
ai veloci vincoli del fuoco.

Oh conduttore di treni
sboccati
verso stazioni
nere della notte.
Questa fine dell'anno
senza donna e senza figli,
non è uguale a quello di ieri, a quello di domani?

Dalle vie
e dai sentieri
il primo giorno, la prima aurora
di un anno che comincia,
ha lo stesso ossidato
colore di treno di ferro:
e salutano gli esseri della strada,
le vacche, i villaggi,
nel vapore dell'alba,
senza sapere che si tratta
della porta dell'anno,
di un giorno scosso da campane,
fiorito con piume e garofani.

La terra non lo sa: accoglierà questo giorno
dorato, grigio, celeste,
lo dispiegherà in colline
lo bagnerà con frecce
di trasparente pioggia
e poi lo avvolgerà
nell’ombra.

Eppure
piccola porta della speranza,
nuovo giorno dell’anno,
sebbene tu sia uguale agli altri
come i pani
a ogni altro pane,
ci prepariamo a viverti in altro modo,
ci prepariamo a mangiare, a fiorire,
a sperare.

Ti metteremo
come una torta
nella nostra vita,
ti infiammeremo
come un candelabro,
ti berremo
come un liquido topazio.

Giorno dell'anno nuovo,
giorno elettrico, fresco,
tutte le foglie escono verdi
dal tronco del tuo tempo.

Incoronaci
con acqua,
con gelsomini aperti,
con tutti gli aromi spiegati,
sì,
benché tu sia solo un giorno,
un povero giorno umano,
la tua aureola palpita
su tanti cuori stanchi
e sei,
oh giorno nuovo,
oh nuvola da venire,
pane mai visto,
torre permanente!


(Pablo Neruda, Terzo libro delle odi, 1957)

Trad. Alessandra Mazzucco
L'inizio ha un tono di meraviglia infantile: l'anno nuovo è paragonato a un pony che viene coccolato, vezzeggiato e persino adornato con un fiocchetto. Lo stupore e l'attesa si fanno crescenti, l'atmosfera è tutta da fiaba, suggellata dall'immagine dell'esploratore che scende dal firmamento.

La realtà è che il primo giorno del nuovo anno non è poi molto differente dagli altri: una briciola tra le tante del pane quotidiano, un giorno che comincia all'alba e finisce per addormentarsi nella notte, un anello della catena temporale che attraversa la vita.

La prospettiva di Neruda è quella di un uomo su un treno: quel treno è il tempo, un meccanismo di ingranaggi al quale ogni uomo guarda, cercando di capirne la complessità: i bivi, le possibilità di intervento e l'impossibilità di arrestarne la corsa. E in questa analisi del tempo, che in fondo non è altro che la vita umana, tutti i giorni sono simili, tutte le persone sono coinvolte allo stesso modo, non c'è differenza, non c'è figliolanza né paternità: tutti sullo stesso treno.

Nulla di particolare, quindi, nel primo giorno dell'anno: è solo un viaggio che prosegue, mentre sullo sfondo cangianti panorami si susseguono anonimi, e uomini che non si conoscono attraversano la nostra vita, il nostro orizzonte. Nulla da temere, però: è un percorso naturale, dalla nascita all'oblio: è la terra che funziona così, è la vita.

Detto tutto ciò, quale valore conserva il nuovo giorno? Se c'è una diversità da segnalare, è quella della speranza: quel senso di attesa trepidante, quell'aspettativa di un altro modo di vita che vorrebbe coinvolgere le pratiche più elementari, come il mangiare, e quelle più spirituali, come lo sperare. Un nuovo anno da assaggiare, da rendere sacro come un candelabro, da bere come un liquore prezioso.

Resta la necessità della speranza, dovere che si fa potere: in questa nuova prospettiva il povero giorno umano si trasforma in una sorta di divinità naturale che fa fiorire, profuma, adorna i cuori di luce e innalza quelle torri che permettono di andare oltre il presente guardare verso il futuro con occhi nuovi e riconciliarsi con quel tempo di cui si è parte, quel tempo che non bisogna solo subire, ma che si può avvistare, costruire, insomma, vivere.

venerdì 30 dicembre 2016

2016: David Bowie, Paul Kantner, Keith Emerson, Prince, Leonard Cohen, George Michael ...

DESIDERATA

mortemusica
Da domani ricorrerò anche al voodoo perché i miei desiderata si compiano… 
Intanto vi ricordo che inizieremo il 2017 con 336 eurini di debito
 in più a testa per salvare MPS.

tramineraromatico.wordpress.com


2016: annus horribilis per la musica




Articolo da DinamoPress

Il 2016 si conferma annus horribilis per la musica. David Bowie, Paul Kantner, Keith Emerson, Prince, Leonard Cohen, George Michael e molti altri… L’Olimpo si riempie di grandi artisti, a noi rimane la loro arte. In questo articolo proponiamo uno Special Christmas Edition per festeggiare le feste comandate a modo nostro, parlando di musica. 


Nessun coccodrillo, David Bowie ha spalancato “i cancelli del cielo” per tanti e tante, e noi per dispetto ci ascoltiamo le loro canzoni immortali…



David Bowie (8/01/1947-10/01/2016)





Un alieno sbarcato da Marte sul pianeta terra con una chitarra rock dentro al ventre. L'eroe, l'idolo di tutti i freak ribelli. Un viaggio sotto il cielo illuminato dalla luna, la sua vita: arte. Ziggy, il primo alter ego di B., non è un solitario e la sua forza musicale viene fuori dalla contaminazione artistica e umana.



“È però con The man who sold the world (1970) e Hunky Dory (1971) che prenderà forma un singolare stile di fare musica e la sua figura comincerà ad assumere nuove sembianze preparando l’imminente svolta glam. In essa è contenuta la quintessenza politica della sua opera: se fino ad allora il rock aveva permesso ai figli della working class di liberare le movenze del corpo, di sperimentare sex and drugs, e, in alcuni casi, la ricchezza, il glam fa dei proletari la «nuova aristocrazia». Un’anarchia incoronata, per dirla con Artaud, dove l’alto e il basso sono l’effetto di una «distribuzione folle» dei posti e delle identità. Dietro le maschere, i rossetti e i colori sgargianti, non bisogna vedere alcuna trasgressione dunque, quanto una rivendicazione politica”.



Bowie, il Duca Bianco, l’artista camaleontico per eccellenza, non solo esteticamente, continua a sorprenderci sempre tra gli anni ‘70 e gli ’80 (quelli del successo di massa). Una volta con un rif di chitarra ipnotico che risuona come un diapason nello spazio, in uno degli assoli più incredibili della storia della musica (Moonage daydream), una volta con una disamina della storia americana recente attraverso “the picture window” a ritmo di sax (Young Americans)…



L’alieno osserva l’umanità stretto nel costume di paillettes con uno sguardo attento. “You can be mean” (Heroes), possiamo non essere sempre in gara l’uno contro l’altro nel girone dei meritevoli, in fondo siamo semplicemente umani, che a volte diventano re e regine per un giorno solo se amano. “Silhouettes and shadows watch the revolution” (Scary Monsters), ma possiamo anche scomodare Emma Goldman nell’interpretare il messaggio di B., “If I can’t dance it’s not my revolution”… sessuale, culturale etc… In parte l’uomo delle stelle giunto da una galassia lontana, sembra averci suggerito questo, dunque… Let’s dance! Continuiamo a ballare nel pianeta terra, freaks di ogni specie viventi nel tempo e nello spazio.



“Non disperiamo dunque della sua scomparsa e smettiamola di essere tristi: il potere impersonale della metamorfosi a cui David Bowie ha prestato il nome, non può essere fermato certo dalla morte. Può farlo solo la noia e la stanchezza”.


Continua la lettura su DinamoPress


Fonte: DinamoPress


Autore: 
Ambra Lancia

 
Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 3.0 Italia.


Articolo tratto interamente da DinamoPress

Pubblicato da Web sul blog:

PANO | LA - Los Angeles

Los Angeles in 10K

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Photo e video credit  caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons



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mercoledì 28 dicembre 2016

Ho fatto un pieno di versi per la traversata dei deserti dell’amore.

Lunario. Aforismi per un anno


View original   Un pieno di versi


Ho fatto un pieno di versi
per la traversata dei deserti
dell’amore.


NELO RISI
Il mondo in una mano




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martedì 27 dicembre 2016

Se n'è andata Carrie Fisher, la 'Principessa Leila' di Star Wars.





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Di Salvatore Santoru

Se n'è andata Carrie Fisher, la 'Principessa Leila' di Star Wars
La notizia è stata annunciata da un portavoce della famiglia citato dal magazine People. 

NOTE:



Carrie Fisher nei panni di Leila Organa, al fianco di Harrson Ford (Ian Solo)
 e Mark Hamill (Luke Skywalker) nel primo film della saga di Star Wars,
 directed by George Luca  Una nuova speranza (1977)


Star Wars (later retitled Star Wars: Episode IV – A New Hope)[7][8] is a 1977 American epic space opera[9][10] film written and directed by George Lucas. The first installment in the original Star Wars trilogy, it stars Mark Hamill,Harrison FordCarrie FisherPeter Cushing, and Alec GuinnessDavid ProwseJames Earl JonesAnthony Daniels,Kenny Baker and Peter Mayhew co-star in supporting roles....

giovedì 22 dicembre 2016

Il miracolo della 34-a Strada


                                                 Il miracolo della 34-a Strada (1947
Il miracolo della 34ª strada (Miracle on 34th Street) è un film del 1947 diretto da George Seaton.
Da questo film è stata fatta una versione colorata, presente nel DVD accanto a quella originale in bianco e nero.
Nel 2005 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.
Il Babbo Natale che inaugura i festeggiamenti natalizi dei grandi magazzini Macy's a New York è ubriaco, e così viene sostituito in tutta fretta, su idea della dinamica direttrice del marketing, Doris Walker, da Kris Kringle, anziano signore che già aveva rimbrottato aspramente l'uomo per la sua condotta scandalosa, e sembra (e sostiene personalmente di essere) l'autentico Babbo Natale.
Dopo la trionfale parata con slitta e renne, costui intrattiene i bimbi da Macy's, e talora indirizza i loro genitori in ristrettezze finanziarie dove possono comprare a prezzi inferiori, cosa che dapprima sconcerta Doris, che poi ha l'idea, su consiglio dell'amico Fred Gailey , avvocato, innamorato segretamente di lei, di sfruttare la cosa come campagna pubblicitaria con enorme successo. Anche la figlioletta di Doris, Susan, è conquistata da Kris, che le promette per Natale una nuova casa, un papà ed un fratellino. Il rivale di Macy, Lamberg, è furente, e incarica i suoi promoter Jack Duff e Alberta Leonard, di ingaggiare Kringle.
Al suo rifiuto, decidono di rovinarlo. Corrompono Tony perché provochi Kringle, che accusato addirittura di molestie ai bambini si avventa per colpirlo e viene arrestato. Scagionato dall'accusa di percosse, resta in una clinica perché sostiene di essere babbo Natale in persona.
Il pubblico ministero Ed Collins, amico di Lamberg, nonché del giudice, briga per ottenere l'interdizione dell'uomo, ma Brian, che ha invano donato un anello di fidanzamento a Dorey, assume la difesa di Kringle, e provocando un processo, con abili cavilli riesce a far emettere una sentenza a favore.
Prima di scomparire, Kringle combina un incontro notturno e un matrimonio tra Dorey e Brian; fa regalare loro dalla ditta una nuova casa come premio per l'incremento delle vendite, e Susan potrà sicuramente, magari dopo nove mesi, avere anche l'ultima parte del regalo promessole da Babbo Natale: un fratellino.
miracle34street

  • Maureen O'Hara: Doris Walker
  • John Payne: Fred Gailey
  • Edmund Gwenn: Kris Kringle
  • Gene Lockhart: giudice Henry X. Harper
  • William Frawley: Charley Halloran
  • Natalie Wood: Susan Walker
  • Porter Hall: Granville Sawyer

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1948 - Premio Oscar
Miglior attore non protagonista a Edmund Gwenn
Miglior soggetto a Valentine Davies
Migliore sceneggiatura non originale a George Seaton
Nomination Miglior film alla 20th Century Fox
1948 - Golden Globe
Miglior attore non protagonista a Edmund Gwenn
Migliore sceneggiatura a George Seaton
1948 - Festival internazionale del film di Locarno
Migliore sceneggiatura non originale a George Seaton








Il miracolo della 34-a Strada (1947) guarda il film italiano








Miracolo nella 34ª strada

Miracolo nella 34 strada.png


Miracolo nella 34ª strada  - 1994 (Miracle on 34th Street) è un film diretto da Les Mayfield e vede un grande attore,Richard Attenborough, nei panni di Babbo Natale. È uno dei remake del celeberrimo film Il miracolo della 34ª stradadel 1947 diretto da George Seaton.


Tony, il Babbo Natale dei grandi magazzini Cole, è sorpreso ubriaco durante lo svolgimento del suo lavoro dal signor Kris Kringle. Dato il suo aspetto molto somigliante a Babbo Natale, quest'ultimo viene assunto al posto di Tony dalla signora Dorey Walker.

Kris si immedesima nei panni di Babbo Natale e sostiene di esserlo veramente. Tutti i bambini credono che lui sia il vero Babbo Natale, tranne Susan, la figlia di Dorey, mentre un amico di Dorey, Bryan Bedford cerca di convincere la piccola a credere. Alla fine anche Susan inizia ad affezionarsi a Kris, che una sera, mentre gli fa da babysitter, gli confessa cosa vorrebbe per Natale: un papà, una casa e un fratellino. Kris convince la piccola che se inizierà a credere in Babbo Natale, avrebbe ottenuto quelle cose e Susan inizia a credere.

Nel frattempo i concorrenti dei magazzini Cole ordiscono un piano per screditare il Babbo Natale Kris Kringle. Riescono a farlo arrestare e a rinchiuderlo in una clinica psichiatrica. Con l'aiuto di Bryan, Dorey prende il caso di Kris in tribunale e si batte affinché la gente si convinca che Babbo Natale esista. La piccola Susan si avvicina mostrando al giudice una cartolina di Natale con una banconota da un dollaro. Sul retro è stata cerchiata la scritta "In God we trust" ("In Dio noi confidiamo"), perciò il giudice emette la sua sentenza sullo stesso principio di fiducia in Babbo Natale e Kris viene scagionato.
A seguito del caso giudiziario, Dorey e Bryan sono manovrati da Kris nel realizzare i loro veri sentimenti per l'altro, e si sposano in una piccola cerimonia subito dopo la messa di mezzanotte della vigilia di Natale. La mattina di Natale, Susan si sveglia scoprendo il matrimonio realizzando che il suo desiderio di avere un papà per Natale si è esaudito; si avvera anche il suo desiderio di avere una casa, e per questo ne comprano un'altra in campagna. Quando Dorey e Bryan chiedono a Susan che cosa avesse chiesto per Natale, lei confessa di volere un fratellino, e i due coniugi abbassono lo sguardo verso il grembo di Dorey e si baciano. Finalmente, Susan è riuscita ad ottenere quello che ha chiesto.


  • Richard Attenborough: Kris Kringle/Babbo Natale.
  • Elizabeth Perkins: Dorey Walker.
  • Mara Wilson: Susan Walker.
  • Dylan McDermott: Bryan Bedford.
  • J. T. Walsh: Ed Collins.
  • Joss Ackland: Victor Lanbergh.
  • James Remar: Jack Duff.
  • Jane Leeves: Alberta Leonard.