venerdì 8 novembre 2013

Nella patria di Bergman si va al cinema con “ l’indice gender ”

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di Leone Grotti     Tempi.it
Come si fa a sapere se un film si presta alla discriminazione di genere e non fa abbastanza attenzione alle donne rispetto all’universo maschile? Non c’entrano il numero di nudità esposte o di battute volgari contenute nella sceneggiatura, basta che venga rispettata una nuova regola aurea che molti cinema svedesi hanno deciso di considerare quando trasmettono in sala un film.
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La regola aurea in questione dice così: perché un film superi in modo eccellente il cosiddetto “Bechdel test” ci devono essere almeno due donne, di cui si conosce il nome e che parlano tra loro di qualcosa che non siano gli uomini. «L’intera trilogia del Signore degli anelli o di Star Wars non passa questo test. E neanche Pulp Fiction», afferma alGuardian il direttore di Bio Rio, Ellen Tejle, un cinema molto in voga a Stoccolma che ha lanciato l’iniziativa. «L’obiettivo dell’iniziativa è quello di vedere più storie al femminile nelle nostre sale».
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L’iniziativa è così lodevole che l’Istituto statale dei film svedese ha appoggiato ufficialmente l’iniziativa, seguito dal canale tv Viasat Film che userà sempre l’indice sull’uguaglianza di genere per recensire i film e ha promesso che il prossimo 17 novembre trasmetterà solo pellicole che in questa speciale classifica hanno preso come voto una bella “A”, come Hunger Games. E pazienza se i film non sono dei capolavori, quello che conta non è la qualità ma l’uguaglianza di genere.
L’indice del gender al cinema non è altro che l’ultimo modo con cui la Svezia cerca di promuovere l’uguaglianza tra uomini e donne. Non tutti però sono d’accordo con la nuova iniziativa: «Ci sono così tanti film che passano il Bechdel test ma che non aiutano per niente la società a diventare migliore e viceversa», afferma il critico cinematografico Hynek Pallas. Ma soprattutto, come fa notare la famosa blogger svedese Tanja Bergkvist, che si occupa spesso della “genderfollia”: «Se vogliono film diversi non hanno bisogna di incolpare gli altri: basta che se li producano».
fonte>  Tempi.it
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Nota dell’Admin: invito i commentatori ad indicare altri film che non passerebbero il Bechdel test.

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Inizio io:
Apocalipse Now (Coppola)  , Le ali della libertà ( Darabont), Le Iene (Tarantino) , Biancaneve e i sette nani (Disney),Memento (Nolan), Ocean’s Eleven (Soderbergh), Dead Man (Jarmoush), Shining (Kubrick),  I Sette Samurai (Kurosawa)……
Riporto dal blog di Costanza Miriano

GiuMa la penso come Bairon e Joe Turner
Io (pur appassionato di cinema e di films), mi limito a rilanciare il primo commento di Joe:
“ma sì continuate così, una risata vi seppellirà…”
E speriamolo proprio!

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