mercoledì 10 giugno 2015

La teoria del gender e l’origine dell’omosessualità e Il regno di Narciso.

Gender, una bugia pericolosa

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di Luciano Mola – Avvenire

«Una deriva culturale, sostenuta da una lobby intellettuale e politica potentissima, che rischia di minare alle radici le basi stesse della civiltà occidentale. Opporsi e reagire dovrebbe essere compito di tutte le persone di buona volontà ». Lo sostiene monsignor Tony Anatrella, sacerdote e psicanalista francese, tra i massimi studiosi mondiali del ‘rischio gender’, autore di numerosi saggi sul tema. Ieri sera, al Centro culturale di Milano, ne ha presentati due, gli ultimi tradotti in italiano,La teoria del gender e l’origine dell’omosessualità e Il regno di Narciso, entrambi pubblicati dalla San Paolo.


Più volte lei ha sostenuto che all’origine del ‘gender’ c’è una grande bugia: pretendere cioè che l’identità sessuale si possa cambiare a piacimento, secondo una prospettiva immaginaria che non tiene conto del dato biologico. Perché è pericoloso incoraggiare questa convinzione? 


Perché si rischia di creare le condizioni per un’immaturità diffusa della società. E se la società si ‘infantilizza’, va incontro ad un inevitabile arretramento e si disgrega. Quindi la convivenza sociale diventerebbe più difficile per tutti. Ci si illude di costruire libertà e invece si apre la strada al totalitarismo. 

Un quadro a tinte fosche. Il ‘gender’ potrebbe davvero innescare questo imbarbarimento collettivo?

Senz’altro. Perché se noi pretendiamo di costruire la società sulla base delle pulsioni più elementari, senza tenere conto della differenza sessuale maschilefemminile, noi costruiamo un’ideologia completamente sganciata dalla realtà. E i danni causati dalle ideologie nella storia dell’uomo sono ben noti. 

Lei ha spiegato che questo pensiero perverso, sorto nei Paesi occidentali, sta contaminando anche l’Asia e l’Africa. Ma quali sono concretamente i problemi che potrebbero derivare dalla diffusione di queste teorie?

Il ‘gender’ è l’arma più efficace per destabilizzare le famiglie perché, sulla base di un falso egualitarismo, frutto di un femminismo malinteso, pretendere di escludere l’uomo da qualsiasi decisione in merito alla maternità. Il ‘gender’ è il preludio per far passare autentici attentati sociali, come la cosiddetta ‘pianificazione familiare’, cioè la cultura dell’aborto come mezzo di controllo delle nascite, imposta con la forza economica dei grandi organismi internazionali.

Eppure le teorie del ‘gender’ sono riuscite a fare breccia nelle legislazioni di numerosi Stati occidentali. È davvero così potente la lobby culturale che le sostiene?

Potentissima. Il concetto di ‘gender’ nasce negli anni Cinquanta, negli Stati Uniti, sulla scia dei movimenti femministi e delle organizzazioni omosessuali. Ma è a partire dagli anni Settanta, nel clima di libertarismo che pretendeva di annullare ogni differenza in nome di una società più giusta e con diritti uguali per tutti, che si espande, diventa arma politica, arriva ad influire sulle legislazioni nazionali. E da spinta verso nuove libertà diventa strumento oppressivo. Perché quando si arriva a cancellare dal codice civile i nomi di ‘padre’ e di ‘madre’, come successo per esempio in Spagna o in Canada, si calpesta la realtà e si compie una grave ingiustizia. Tanto più intollerabile perché arriva direttamente dallo Stato.

Nella sua attività di psicoterapeuta lei ha incontrato tanti ragazzi vissuti con genitori omosessuali. Ha riscontrato particolari fragilità in questi giovani?

Purtroppo sì. Il dato è inconfutabile, al di là delle statistiche di parte. I ragazzi che hanno avuto come modello genitoriale due persone dello stesso sesso rischiano di crescere con un’identità confusa e presentano un diffuso disagio psicologico. È come se la loro psiche fosse di fronte a un’antinomia difficilmente componibile. E la mia non è una posizione ideologica. L’ho costruita sulla base dell’osservazione diretta, in tanti anni di consulenza psicanalitica.

Per chi si trova disagio con il proprio orientamento sessuale è immaginabile pensare a interventi di accompagnamento terapeutico?

La premessa doverosa è che nessuno pretende di infliggere terapie a chi non lo desidera. Ora, se una persona si sente a disagio nel proprio orientamento e, liberamente, chiede di essere aiutato, l’accompagnamento psicanalitico può risultare molto utile. Nella mia esperienza quarantennale ho seguito decine di casi. Non si può generalizzare. Esistono diverse forme di omosessualità e ogni individuo presenta situazioni e storie specifiche.

Che tipo di accoglienza pastorale si può immaginare per una persona omosessuale che vive in modo non conflittuale il suo orientamento?

È dovere della Chiesa accompagnare tutte le persone alla scoperta della Parola di Dio. Certo, la pastorale indirizzata alle persone omosessuali, è particolarmente difficile e impegnativa. Richiede preti esperti, accoglienti, con alle spalle studi specifici. Amore e verità vanno coniugati senza semplificazioni. Misericordia non può vuol dire giustificare abitudini sessuali in contrasto con la dottrina morale della Chiesa.

fonte: Avvenire

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custodire matrimonio uomo-donna

La bellezza del matrimonio è messa in pericolo dall’ideologia gender. E’ quanto denunciato da Papa Francesco nel discorso ai vescovi di Porto Rico ricevuti in visita ad Limina. Il Pontefice ha dedicato una parte importante del suo intervento, il cui testo è stato consegnato ai presuli, proprio alla pastorale familiare. Ancora, Francesco invita la Chiesa a mantenersi sempre distanti da ideologie e tendenze politiche e chiede ai pastori di vivere in comunione fraterna per affrontare i tanti problemi che affliggono il Paese caraibico. Il servizio di Radio Vaticana

Difendere il Sacramento del matrimonio, questo è “un tesoro tra i più importanti che hanno i popoli latinoamericani”. E’ uno dei passaggi forti del discorso di Francesco consegnato ai vescovi di Porto Rico. Il Papa ribadisce che è necessario “consolidare” la pastorale familiare davanti ai “gravi problemi sociali” che destano preoccupazione: “la difficile situazione economica, l’emigrazione, la violenza domestica” e ancora “la disoccupazione, il narcotraffico e la corruzione”. Quindi, si sofferma sul valore della “bellezza del matrimonio”. 

No a ideologia gender, tutelare la complementarità uomo-donna 


La “complementarità tra un uomo e una donna, vertice della creazione divina, viene messa in discussione dalla cosiddetta ideologia gender, in nome di una società più libera e più giusta”. In realtà, avverte Francesco, “le differenze tra uomo e donna non sono per la contrapposizione o la subordinazione ma piuttosto per la comunione e la generazione, sempre a immagine e somiglianza di Dio”. “Senza il reciproco contributo – aggiunge – nessuno dei due può comprendersi in profondità”.

Vescovi siano uniti per affrontare problemi del Paese 

Francesco invita dunque i pastori a ricorrere non solo alla preghiera ma anche “all’amicizia e all’aiuto fraterno” reciproco per affrontare i tanti gravi problemi che affliggono il Porto Rico. E li mette in guardia dal “disperdere energie in divisioni e scontri”. “Quanto più è intensa la comunione – ricorda – tanto più si favorisce la missione”. Ancora, il Papa incoraggia i vescovi a “prendere distanza da ogni ideologizzazione o tendenza politica che può far perdere loro tempo e il vero ardore per il Regno di Dio”. La Chiesa, sottolinea, “in ragione della sua missione, non è legata ad alcun sistema politico per poter essere sempre”, come afferma il Concilio, “segno e salvaguardia del carattere trascendente della persona umana”. 

Essere pastori misericordiosi, curare la pastorale vocazionale 

Il vescovo, prosegue il discorso, “è modello per i suoi sacerdoti e li anima a cercare sempre il rinnovamento spirituale e riscoprire la gioia di guidare il proprio gregge nella grande famiglia della Chiesa”. In vista del prossimo Anno giubilare della Misericordia, il Pontefice chiede dunque a vescovi e sacerdoti di essere “servitori del perdono di Dio, soprattutto nel Sacramento della Riconciliazione, che permette di sperimentare nella propria carne l’amore" del Signore. Per avere buoni pastori, annota, “è necessario prendersi cura della pastorale vocazionale", a partire dai seminari, in modo che si abbia un numero adeguato di vocazioni. Ed esorta i fedeli portoricani, in particolare associazioni e movimenti, a collaborare generosamente nell’annuncio del Vangelo in tutti gli ambiente compresi i più ostili e lontani dalla Chiesa. 

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FAMIGLIA: MOBILITAZIONE NAZIONALE IL 20 GIUGNO A ROMA

Manifestazione a piazza San Giovanni su gender nelle scuole e ddl Cirinnà

“Per promuovere il diritto del bambino a crescere con mamma e papà, vogliamo difendere la famiglia naturale dall’assalto a cui è costantemente sottoposta da questo Parlamento, vogliamo difendere i nostri figli dalla propaganda delle teorie gender che sta avanzando surrettiziamente e in maniera sempre più preoccupante nelle scuole”.

Il comitato “Difendiamo i nostri figli”, spiega così la convocazione a Roma per il prossimo 20 giugno di una manifestazione che si annuncia imponente a difesa dell’istituto del matrimonio, della famiglia composta da un uomo e da una donna, del diritto del bambino ad avere una figura materna e una paterna, senza dover subire già dalla scuola dell’infanzia la propaganda dell’ideologia gender definita da Papa Francesco “un errore della mente umana”.

Spiegano i promotori: “Chiamiamo alla mobilitazione nazionale tutte le persone di buona volontà, cattolici e laici, credenti e non credenti, per dire no all’avanzata di progetti di legge come il ddl Cirinnà che dell’ideologia gender sono il coronamento e arrivano fino alla legittimazione della pratica dell’utero in affitto.

Ci troveremo tutti in piazza a Roma, schierati a difesa della famiglia e dei soggetti più deboli, a partire dai bambini”. La manifestazione, che si terrà a piazza San Giovanni dalle 15.30, è promossa dal comitato “Difendiamo i nostri figli”

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