martedì 3 novembre 2015

Le mani della madre / Desiderio, fantasmi ed eredità del materno. Unviaggio nella maternità.

Le mani della madre

Le mani della madre
Desiderio, fantasmi ed eredità del materno.
Feltrinelli, 2015
Dopo aver indagato la paternità nell’epoca contemporanea con Il complesso di Telemaco e altri libri di grande successo, Massimo Recalcati volge lo sguardo alla madre, andando oltre i luoghi comuni, anche di matrice psicoanalitica, che ne hanno caratterizzato le rappresentazioni più canoniche. Attraverso esempi letterari, cinematografici, biblici e clinici, questo libro racconta i volti diversi della maternità mettendo l’accento sulle sue luci e le sue ombre.
Non esiste istinto materno; la madre non è la genitrice del figlio; il padre non è il suo salvatore. La generazione non esclude fantasmi di morte e di appropriazione, cannibalismo e narcisismo; l’amore materno non è senza ambivalenza. L’assenza della madre è importante quanto la sua presenza; il suo desiderio non può mai esaurire quello della donna; la sua cura resiste all’incuria assoluta del nostro tempo; la sua eredità non è quella della Legge, ma quella del sentimento della vita; il suo dono è quello del respiro; il suo volto è il primo volto del mondo.

“Ho scritto questo libro perché volevo essere giusto con la madre. Bisognerebbe provare a esserlo.”

Una nuova interpretazione della maternità di fronte alle difficoltà e ai cambiamenti di oggi.

 Fonte: feltrinellieditore.it

Alba:
grande successo per la
 "lectio magistralis"


 del professor Massimo Recalcati

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 Cosa resta del padre?
DELLO STESSO AUTORE
 

Cosa resta del padre?
La paternità nell'epoca ipermoderna

Raffaello Cortina, 2011
Nel tempo dell'evaporazione del padre e dello smembramento della famiglia tradizionale, cosa può avere una funzione di guida per il soggetto? Cosa resta del padre al di là del suo Ideale? Cosa rende possibile, nell'epoca del tramonto dell'Edipo, una trasmissione efficace del desiderio? Cosa significa "ereditare" la facoltà di desiderare? Come il desiderio e la Legge possono ancora accordarsi? Attraverso Sigmund Freud e Jacques Lacan e alcune figure tratte dalla letteratura (Philip Roth e Cormac McCarthy) e dal cinema (Clint Eastwood), si delineano i tratti di una paternità indebolita, ma comunque vitale, priva di ogni aura teologica e fondata sul valore etico della testimonianza singolare.

 https://www.youtube.com/watch?v=glgXVdG76no


M. Recalcati, Cosa resta del padre? La paternità nell’epoca ipermoderna, Raffaello Cortina Editore,

E giusto insegnare ai nostri figli a pregare, se Dio è morto? Mi pongo questo problema come padre prima che come psicoanalista. Ma cosa significa pregare? Significa alimentare nei nostri figli l'illusione in un Dio che non esiste più, in un mondo dietro al mondo? Significa, come pensa una certa cultura del disincanto, alimentare un rituale superstizioso? Oppure insegnare a pregare è un modo per custodire l'evocazione di un Altro che non si può ridurre alla supponenza del nostro sapere, è un modo per preservare il non tutto, per educare all'insufficienza, all'apertura al mistero, all'incontro con l'impossibile da dire? Un mio caro collega non sopporta di sentirmi fare questi discorsi. È convinto che la psicoanalisi sia un abbandono senza ritorno di ogni forma di preghiera. Dio non risponde, il Padre tace, il ciclo sopra le nostre teste, come ripete Sartre, è vuoto.

 continua... www.webdiocesi.chiesacattolica.it/

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