venerdì 4 dicembre 2015

La sintonia nasce tra chi ha le stesse note dentro.

Originally posted on il rifugio di Claudio:

Essere o apparire nell'Universo Virtuale
By Alfredo
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Nel mondo virtuale dove ci muoviamo, personalmente, osservo spesso, in certo numero di ‘personaggi’ che hanno il tipico tic italiano, quello del ‘lei non sa chi sono io’.
Gente con super-ego espansi, che hanno bisogno come l’aria, di apparire, di essere ammirati, di non essere contestati – a nessun livello -, di attorniarsi di una corte, più o meno numerosa di adoranti seguaci, ma non di menti critiche che hanno l’ardire di mettere in discussione tutta la paccottiglia retorica, autoreferenziale, che ha come unico scopo quello di nutrire le loro vanità.
La filosofia (ancoraaaa ?) ha più volte trattato l’argomento, cercando di chiarire o rischiarare aspetti così largamente diffusi nel comportamento umano e sociale, fornendo anche dei suggerimenti su come riconoscere e ‘evitare’ siffatti personaggi, di nessun aiuto per la nostra crescita personale, a livello di consapevolezze, armonie, tranquillità, arricchimento culturale e spirituale.
Quindi, da: AFORISMI SULLA SAGGEZZA DEL VIVERE di Arthur Schopenhauer, vi trascrivo alcuni passi:
“Nessuno può vedere qualcosa oltre se stesso.
Con ciò intendo dire che ognuno vede nell’altro solo quel tanto che egli stesso è, perché può percepirlo e comprenderlo solo nella misura corrispondente alla propria intelligenza.
Se questa è di infima qualità, tutte le qualità dell’altro, anche le più eccelse, non faranno effetto su di lui, ed egli, in chi le possiede, non percepirà altro che gli aspetti più meschini della propria personalità, dunque solo tutte le sue debolezze, tutti i suoi difetti temperamentali e caratteriali.
Per lui saranno questi gli elemento costitutivi della personalità dell’altro.
Le più alte qualità spirituali di quella personalità per lui esisteranno tanto poco quanto i colori per un cieco.
Infatti ogni spirito resta invisibile a chi non ne possiede, e ogni stima è il prodotto del valore dello stimato per la sfera conoscitiva dell’estimatore.
Ne consegue che ci si pone al livello di ognuno con cui si parla, perché tutto ciò che si può avere più di lui scompare, e persino il fatto che ci siamo sminuiti resta completamente ignorato.
Se ora si considera quanto sia basso l’animo e mediocre l’intelligenza della maggior parte degli uomini (era un pessimista eheheh ndr), quanto dunque essi siano insanabilmente volgari, apparirà evidente che non è possibile parlare con loro senza divenire immediatamente (in analogia con la trasmissione dell’elettricità) anche noi volgari;
e allora si comprenderà a fondo il significato e la pertinenza dell’espressione ‘abbassarsi’, ma si eviterà anche volentieri ogni compagnia con cui si può comunicare solo mediante la ‘partie honteuse’ della propria natura.
Sarà anche evidente che con gli sciocchi e gli svitati c’è solo un mezzo per mostrare la propria intelligenza, ed è di non parlare con loro.
Ma certo allora parecchi, in società, si sentiranno come un ballerino che è andato a un ballo dove trova solo gente zoppa: con chi ballerà?
[…]
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E’ stupefacente constatare con quale facilità e rapidità, nella conversazione, si rivelino l’omogeneità o l’eterogeneità dell’intelligenza e del carattere: ciò si avverte in ogni inezia, anche se la conversazione riguarda le cose più impersonali e indifferenti, tra individui essenzialmente eterogenei pressoché ogni frase dell’uno spiacerà più o meno all’altro, qualcuno anzi lo irriterà. Invece gli individui omogenei sentono subito e in tutto una certa sintonia che, nel caso di una superiore omogeneità. ben presto confluisce in una perfetta armonia, arrivando, addirittura, all’unisono.
Con ciò spiega, in primo luogo, perché la gente del tutto ordinaria sia tanto socievole e trovi dovunque così facilmente un’ottima compagnia.
Con le persone fuori dall’ordinario accade l’inverso, e tanto più quanto più è spiccata la loro distinzione; sicché nel loro isolamento a volte essi possono davvero essere contenti di scoprire in un altro una fibra a loro omogenea, per quanto piccola sia!
Ognuno, infatti, può essere per l’altro solo tanto quanto l’altro è per lui.
Gli spiriti veramente grandi, come le aquile, hanno i nidi solo nelle vette deserte.
In secondo luogo, da ciò risulta comprensibile come gli uomini spiritualmente affini si trovino così rapidamente come se fossero attratti tra loro da un magnete: le anime simili si riconoscono da lontano.
Certo si avrà occasione di osservare quanto assai più spesso tra gente che ha in comune la meschinità, o è scarsamente dotata; ma solo perché di gente simile ce n’è a legioni, mentre le nature superiori, eccellenti, sono, per definizione, gente rara”.
Certo, una lettura ‘superficiale’ potrebbe definire questo scritto come elitario o supponente.
Non è così, piuttosto una visione e una analisi disincantata di realtà che, per educate ipocrisie, tendiamo a nascondere, e senza accorgercene, facendoci del male.
Allora, vi lascio queste due pillole che, per me, sono autentiche ‘chicche’:
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Che dirvi di più…?
Conoscete voi stessi, e vi sarà più facile conoscere gli altri, per quello che sono, non per come si rappresentano :-)))
Alfredo
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