sabato 27 febbraio 2016

IL SEGRETO DELLE T&RE FONTANE...


Il veggente

DI COSTANZA MIRIANO
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Finito di scrivere (dopo oltre un anno di fatica, non riuscendo a destreggiarsi prima tra le mille richieste, quel che restava di me, stremata, ha consegnato le bozze rilette per l’ultima volta il 29 gennaio, il giorno prima del Family Day) e di fissare la macchia di muffa sul muro con la mente persa nel vuoto – i miei giorni di down sono davvero down –, ricomincio a leggere, e lo faccio in modo del tutto casuale, perché è così che si scelgono i libri. Non seguendo l’ordine della pila secondo quello che mi ero prefissata comincio a sfogliare il libro di Saverio Gaeta Il veggente. Adesso che ci penso, probabilmente il motivo per cui l’ho letto per primo era il fatto che fosse proibito. Saverio infatti me lo ha dato in una busta chiusa qualche giorno prima che arrivasse in libreria, chiedendomi di non parlarne prima di un dato giorno e una data ora, e allora siccome sono una femmina curiosa, oltre che un essere umano attratto da ogni divieto come dal miele, mi ci sono tuffata.
Il libro racconta la storia di Bruno Cornacchiola, un protestante ignorante (di famiglia poverissima, era cresciuto praticamente da barbone) e focoso (durante la guerra civile aveva comprato in Spagna un pugnale e ci aveva fatto inciderea morte il Papa) al quale la Madonna è apparsa per molti anni alle Tre Fontane, nella zona sud est di Roma. Il libro è come tutti quelli di Saverio accuratissimo nella documentazione e pieno di notizie. Io, lo ammetto, ne sapevo pochissimo, pur essendo andata diverse volte alle Tre Fontane, ma più che altro attratta dalla chiesa costruita sul luogo del martirio di San Paolo, che è un meraviglioso e rarissimo esempio di romanico a Roma. Avevo un po’ snobbato la storia della Vergine della Rivelazione, forse perché ne ho sempre sentito parlare in giro con una punta di sufficienza.
Eppure le profezie che Bruno Cornacchiola riferiva sono state confermate dagli avvenimenti successivi, quelle riguardanti cose avvenute negli anni scorsi, mentre per quanto riguarda il futuro ci sarebbe poco da stare allegri e, visto che altre volte ha dimostrato di aver detto la verità, converrebbe ascoltare. Gli eventi tragici profetati hanno tutti a che fare con la sorte di noi credenti in Occidente, e con la generale apostasia. Non li riferisco qui perché non voglio rovinare la sorpresa a chi decidesse di leggere ma vorrei solo fare due osservazioni.
Molti snobbano le apparizioni, in generale. Io non credo che tutti noi siamo san Luigi, che alla domanda “cosa faresti se ti dicessero che il mondo finisce fra un minuto?” rispose “continuerei a giocare a pallone”. Io personalmente cercherei di correre a fare penitenza, confessarmi, pregare. Per cui, se Dio ha deciso di mandarci degli avvertimenti va bene la prudenza, va bene non credere a tutto, ma non si può neanche non credere a niente. Chi siamo noi per giudicare Dio che decide di intervenire anche attivamente e apertamente nella storia? O, piuttosto, non crediamo davvero in Dio, nella sua presenza attiva e viva nel quotidiano, non crediamo che possa agire, e quindi, in fondo in fondo, non crediamo davvero che ci sia (e magari il cristianesimo per noi è piuttosto un sistema di valori che ci piace e al quale aderiamo con convinzione, ma da cui non ci lasciamo scombinare più di tanto?).
La seconda cosa che vorrei dire è che leggere di questi segni prodigiosi – che, come scrive Saverio, sono stati lasciati nell’oscurità di qualche polveroso archivio della Santa Sede – qualunque sarà il pronunciamento definitivo dell’autorità (questa riflessione è estensibile anche a Medjugorje) ha il merito indiscutibile di richiamarci a vivere sotto lo sguardo di Dio, in una dimensione di eternità della quale tendiamo a disinteressarci o almeno a dimenticarci nel quotidiano, tutti presi come siamo dai nostri affanni. Per questo ciò che mi rimane più di tutti, di queste righe, più ancora delle visioni francamente impressionanti e dei fiumi di sangue visti scorrere a San Pietro – che poi io ci lavorerei a due metri, se vogliamo proprio esser precisi – sono le parole della Madonna: Dio vede tutto di noi e del nostro cuore, ogni minimo battito di ciglio. E io ci credo alla misericordia, davvero, ma proprio per questo corro a chiedergliela e adesso vado subito a confessarmi.

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