sabato 26 marzo 2016

Buona Pasqua a tutti quanti!!! :-)

      BUONA PASQUA 2016

I FRATI DELLA COMUNITÀ ED ISTITUTO TEOLOGICO SANT’ANTONIO DOTTORE

                                                          AUGURI!

CRISTO E’ RISORTO, 

E’  VERAMENTE  RISORTO !

 A U G U R I   DI   U N A  

S A N T A   P A S Q U A  

   A   T U T T I

                EGLI È RISORTO ED È VIVO

BY LEGGOERIFLETTO.BLOGSPOT.IT

I piedi del Risorto – don Tonino Bello

Carissimi,


Io non so se nell’ultima cena, dopo che Gesù ebbe ripreso le vesti, qualcuno dei dodici si sia alzato da tavola e con la brocca, il catino e l’asciugatoio si sia diretto a lavare i piedi del maestro. Probabilmente no. C’è da supporre comunque che dopo la sua morte ripensando a quella sera, i discepoli non abbiano fatto altro che rimproverarsi l’incapacità di ricambiare la tenerezza del Signore.


Possibile mai, si saranno detti, che non ci è venuto in mente di strappargli dalle mani quei simboli del servizio, e di ripetere sui suoi piedi ciò che egli ha fatto con ciascuno di noi? 
Dovette essere così forte il disappunto della Chiesa nascente per quella occasione perduta, che , quando Gesù apparve alle donne il mattino della risurrezione, esse non seppero fare di meglio che lanciarsi su quei piedi e abbracciarli. “Avvicinatesi, gli cinsero i piedi e lo adorarono”. 
Ce lo riferisce Matteo, nell’ultimo capitolo del suo Vangelo. 
Gli cinsero i piedi. Non gli baciarono le mani o gli strinsero il collo. No.


Gli cinsero i piedi! Erano già bagnati di rugiada. Glieli asciugarono, allora con l’erba del prato e glieli scaldarono col tepore dei loro mantelli. 
Quasi per risarcire il maestro, sia pure a scoppio ritardato, di una attenzione che la notte del tradimento gli era stata negata. 
Gli cinsero i piedi. Fortunatamente avevano portato con sé profumi per ungere il corpo di Gesù. Forse ne ruppero le ampolle di alabastro e in un rapimento di felicità riversarono sulle caviglie del Signore gli olii aromatici che furono subito assorbiti da quei fori: profondi e misteriosi, come due pozzi di luce.


Gli cinsero i piedi. 
Finalmente! Verrebbe voglia di dire. Ma chi sa in quel ritardo ci doveva essere anche tanto pudore. Forse la chiesa nascente rappresentata dalle due Marie prima di cadergli davanti nel gesto dell’adorazione aveva voluto aspettare di proposito che Gesù riprendesse davvero le vesti. Non quelle che aveva momentaneamente deposto prima della lavanda. Ma quelle veramente inconsutili del suo corpo glorioso. 

Carissimi fratelli, oggi voglio dirvi che la Pasqua è tutta qui. Nell’abbracciamento di quei piedi. Essi devono divenire non solo il punto di incontro per le nostre estasi d’amore verso il Signore, ma anche la cifra interpretativa di ogni servizio reso alla gente, e la fonte del coraggio per tutti i nostri impegni di solidarietà con la storia del mondo.


Non c’è da illudersi. Senza questa dimensione adorante, espressa dal gruppo marmoreo di donne protese dinanzi al risorto, saremo capaci di organizzare solo girandole appariscenti di sussulti pastorali. 
Se non afferriamo i piedi di Gesù, lavare i piedi ai marocchini, o agli sfrattati, o ai tossici, non basta.


Non basta neppure lavarsi i piedi a vicenda, tra compagni di fede. 
Se la preghiera non ci farà contemplare speranze ultramondane attraverso quei fori lasciati dai chiodi, battersi per la giustizia, lottare per la pace e schierarsi con gli oppressi, può rimanere solo un’estenuante retorica. 
Se, caduti in ginocchio, non interpelleremo quei piedi sugli orientamenti ultimi per il nostro cammino, giocarsi il tempo libero nel volontariato rischia di diventare ricerca sterile di sé e motivo di vanagloria. 
Se l’adorazione dinnanzi all’ostensorio luminoso di quelle stigmate non ci farà scavalcare le frontiere delle semplici liberazioni terrene, impegnarsi per le promozione dei poveri potrà sfiorare perfino il pericolo dell’esercizio di potere. 
Non basta avere le mani bucate. Ci vogliono anche i piedi forati. 
E’ per questo che quando Gesù apparve ai discepoli la sera di Pasqua “mostrò loro le mani e i piedi”.


E poi, quasi per sottolineare con la simbologia di quei due moduli complementari che senza l’uno o l’altro, ogni annuncio di risurrezione rimarrà sempre mortificato, aggiunse: “guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io”.


Mani e piedi, con tanto di marchio! Ecco le coordinate essenziali per ricostruire la carta d’identità del risorto. Mani bucate. Richiamo a quella inesauribile carità verso i fratelli, che si fa donazione a fondo perduto. Piedi forati.


Appello esigente a quell’ amore verso il Signore, che ci fa scorgere il senso ultimo delle cose attraverso le ferite della sua carne trasfigurata .


Buona Pasqua



Don Tonino Bello, vescovo




Vorrei che potessimo liberarci dai macigni che ci opprimono, ogni giorno: Pasqua è la festa dei macigni rotolati. E' la festa del terremoto.
La mattina di Pasqua le donne, giunte nell'orto, videro il macigno rimosso dal sepolcro.
Ognuno di noi ha il suo macigno. Una pietra enorme messa all'imboccatura dell'anima che non lascia filtrare l'ossigeno, che opprime in una morsa di gelo; che blocca ogni lama di luce, che impedisce la comunicazione con l'altro.
E' il macigno della solitudine, della miseria, della malattia, dell'odio, della disperazione del peccato.
Siamo tombe alienate. Ognuno con il suo sigillo di morte.
Pasqua allora, sia per tutti il rotolare del macigno, la fine degli incubi, l'inizio della luce, la primavera di rapporti nuovi e se ognuno di noi, uscito dal suo sepolcro, si adopererà per rimuovere il macigno del sepolcro accanto, si ripeterà finalmente il miracolo che contrassegnò la resurrezione di Cristo. 



Le scarpe rosse indicano il sangue del martirio e sono state indossate da ogni Papa dal medioevo sino ad oggi; anche se un papa può anche scegliere di non seguire la tradizione.

"Ah, come vorrei una Chiesa povera e per i poveri!" 




Per tutte le persone che amo e che mi stanno a cuore, 
confido in Te.


Per tutti quelli che non amo e per i quali provo fastidio,
confido in Te.


Per tutti quelli che oggi desiderano riposare,
confido in Te.


Per tutti quelli che oggi non potranno riposare, 
confido in Te.


Per tutti quelli che oggi godranno di un buon tempo, 
confido in Te.


Per tutti quelli, tanti, che oggi non potranno godere del buon tempo, 
confido in Te.


Per tutti quelli che vivono nella gioia, 
confido in Te.


Per tutti quelli che camminano nella disperazione e nell'angoscia, 
confido in Te.


Per tutti quelli che Ti conoscono e Ti seguono cadendo e rialzandosi,
confido in Te.


Per tutti quelli che Ti hanno conosciuto e Ti mettono da parte,
confido in Te.


Per tutti quelli che a causa nostra non Ti conoscono,
confido in Te.


Per ciò che a noi piacerebbe ci accadesse, 
confido in Te.


E per tutto ciò che Tu ritieni sia meglio per noi,
confido in Te.


Per l'infinito amore che Tu nutri per noi, 

confido in Te o Gesù Misericordioso!



SOLO QUANDO AVREMO TACIUTO – DON TONINO BELLO

Solo quando avremo taciuto noi, Dio potrà parlare.
Comunicherà a noi solo sulle sabbie del deserto.
Nel silenzio maturano le grandi cose della vita:
la conversione, l’amore, il sacrificio.
Quando il sole si eclissa pure per noi,
e il Cielo non risponde al nostro grido,
e la terra rimbomba cava sotto i passi,
e la paura dell’abbandono rischia di farci disperare,
rimanici accanto.
In quel momento, rompi pure il silenzio:
per dirci parole d’amore!
E sentiremo i brividi della Pasqua.

– don Tonino Bello – 
Sieger Koder, Maria Maddalena al sepolcro aperto.
“Maria di Magdala, la donna che era rimasta ai piedi della croce con la Madonna, la domenica va di buon mattino al sepolcro, vede una persona che scambia per il giardiniere, poi lui si rivela: «“Donna – ci racconta Giovanni trascrivendo il dialogo fra il Signore e la sua discepola – perché piangi? Chi cerchi?”. Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: “Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo”. Gesù le disse: “Maria”. Essa allora voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: “Rabbuni”, che significa Maestro. Gesù le disse: “Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al padre”…».
Pietro e Giovanni corrono al sepolcro la mattina della Resurrezione
Eugène Burnand ,1898, Parigi, Musée d’Orsay
“Il mattino di Pasqua, Pietro e Giovanni – avvertiti dalle donne – corsero al sepolcro e lo trovarono aperto e vuoto; si avvicinarono e si chinarono per entrare nel sepolcro. Per entrare nel mistero bisogna chinarsi, abbassarsi. Il mondo propone di imporsi a tutti costi, di competere, di farsi valere… Ma i cristiani, per la grazia di Cristo morto e risorto, sono i germogli di un’altra umanità, nella quale cerchiamo di vivere al servizio gli uni degli altri, di non essere arroganti ma disponibili e rispettosi”.
– Papa Francesco –

“Se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede.”
San Paolo di Tarso (5-10 d.C. – 64-67), Prima Lettera ai Corinzi 15,14
Venne allora una voce che diceva: “Aprite le porte!”. 
– Vangelo di Nicodemo –



Preghiera per la Pasqua

Signore Gesù, risorgendo da morte hai vinto il peccato:
fa che la nostra Pasqua segni una vittoria completa sul nostro peccato.
Signore Gesù, risorgendo da morte hai dato al tuo corpo
un vigore immortale:
fa che il nostro corpo riveli la grazia che lo vivifica.
Signore Gesù, risorgendo da morte hai portato la tua umanità in cielo:
fa che anch’io mi incammini verso il Cielo,
con una vera vita cristiana.
Signore Gesù, risorgendo da morte e salendo al Cielo,
hai promesso il tuo ritorno:
fa che la nostra famiglia sia pronta per
ricomporsi nella gioia eterna.
Così sia.
Buona giornata a tutti. :-)
M.M. f. Christian Ice – Cristo è risorto veramente


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