martedì 4 marzo 2014

Enzo Bianchi al Circolo dei Lettori ...

Enzo Bianchi - Qiqajon


Riportiamo le parole con le quali fr. Enzo ha introdotto la serata di venerdì 28 febbraio al Circolo dei Lettori di Torino, durante la quale abbiamo parlato un po’ dei 30 anni delle nostre edizioni, delle motivazioni che ci hanno portato a pubblicare libri. Questa è una trascrizione non rivista, con il fine di rendere partecipe chi non ha potuto essere presente a quella serata tra amici…

Non avevo pensato di dare inizio a una casa editrice, poi a un certo punto si è manifestata l’intenzione di Piero Gribaudi di abbandonare l’editrice a cui collaboravo e a quel punto io mi sono rivolto ad alcune case editrici cattoliche, dicendo: “Sono ben disposto a dirigere alcune collane, cioè quello che facevo da Piero Gribaudi farlo per voi e in più potenziarlo visto che siete case editrici ben più grandi”.
A Piero Gribaudi poi va il mio ringraziamento perché in quegli anni mi ha dato la possibilità di entrare nel lavoro di una casa editrice, e l’assiduità di un giorno la settimana passato qui a Torino da lui in corso Galileo Ferraris mi ha dato alcune idee chiare su come impostare un’attività di questo tipo, anche dal punto di vista economico.
Le case editrici cattoliche a cui avevo chiesto questo “credito” (la San Paolo, le Dehoniane) mi hanno detto: “Non ci interessa, perché i libri che proponi sono libri che non hanno mercato”. Il rifiuto di queste case editrici mi ha fatto pensare: “Possiamo fare noi qualcosa?”. E in quel momento devo dire che mi è stato di grande aiuto Guido Dotti, il fratello che è qui con me, perché è stato lui a incoraggiarmi, è stato lui a sobbarcarsi tutto il lavoro vero di una casa editrice: valutare i manoscritti, correggerli… 

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3 marzo 1943: nasce Enzo Bianchi


Cristianesimo come religione dell’amore. L’identificazione è immediata, ma spesso rischia di trasmettere un’immagine edulcorata della fede cristiana, che invece ha a che fare, in modo speciale, anche con la violenza e il male. Il priore di Bose affronta a viso aperto questo tema leggendo i ‘salmi imprecatori’, testi biblici di solito poco frequentati proprio perché ricchi di immagini di violenza che disturbano la nostra sensibilità e ci mettono a disagio. Una violenza che viene portata davanti a Dio come grido di dolore, invocazione di una liberazione, ma anche invettiva. Perfino nella preghiera, il grido delle vittime innocenti di fronte al male dilagante e impunito arriva a mettere in questione la stessa bontà di Dio, la sua vicinanza, la sua capacità di giustizia. L’esperienza del male appartiene ineludibilmente alla vita. La Bibbia lo sa bene, e ne parla senza filtri o eufemismi, senza paura di dar voce a tutto l’uomo. E di dargli un senso e una speranza. (vedi anche Enzo Bianchi al Forum Eventi di Modena)

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