SPIEGARE L'OLOCAUSTO AI RAGAZZI - L'ALBERO DI ANNA FRANK
Ogni volta che la libertà viene minata, lentamente moriamo...
Il 27 gennaio del 1945 vennero abbattuti i cancelli di Auschwitz.Sono passati soltanto settant'anni e il peso di tanta ferocia è tangibile nel nostro presente.I nostri bambini hanno diritto di sapere, di informarsi di fare domande. Ogni anno metto più luce in questo periodo buio della storia e aumento il carico delle informazioni che passo a mio figlio (9anni).Quest'anno voglio parlargli dei FOLLI DIVIETI imposti agli ebrei, elenco interminabile ed esasperante.
Immagine tratta da "L'albero di Anne" |
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L'ALBERO DI ANNE
Irène Cohen-Janca
Maurizio Quarello
Orecchio Acerbo editore
La simbologia degli alberi si sta perdendo nel nostro mondo moderno, troppo dominato dalla tecnologia.Un tempo la vita dell'uomo girava completamente attorno alla natura.Anna Frank nel diario che raccoglie le sue memorie descrive spesso un albero che vede in cortile.Ed è proprio questo albero dalle solide radici che prende coraggio e da voce alla storia di una bambina che lo osserva timidamente dalla finestra della sua casa.“Nelle città di rumore e polvere io sono quello che per primo annuncia la primavera. Io sono un ippocastano. Un vecchio ippocastano, nel cortile di una casa alle spalle di uno dei tanti canali di Amsterdam. Ho più di cento anni, e sotto la corteccia migliaia di ricordi. Ma è di una ragazzina - Anne il suo nome- il ricordo più vivo. Aveva tredici anni, ma non scendeva mai in cortile a giocare. La intravedevo appena, dietro il lucernario della soffitta del palazzo di fronte. Curva a scrivere fitto fitto, quando alzava gli occhi il suo sguardo spaziava l’orizzonte. A volte però si fermava sui miei rami, scintillanti di pioggia in autunno, rigogliosi di foglie e fiori in primavera. E vedevo il suo sorriso. Luminoso come uno squarcio di luce e speranza in quegli anni tetri e bui della guerra. Fino a quando, un giorno d’estate, un gruppo di soldati -grandi elmetti e mitra in pugno- la portò via. Per sempre.Dicono che sotto la mia corteccia, insieme con i ricordi, si siano intrufolati funghi e parassiti. E che forse non ce la farò. Sì, sono preoccupato per le mie foglie, per il mio tronco, per le mie radici. Ma i parassiti più pericolosi sono i tarli, i tarli della memoria. Quelli che vorrebbero intaccare, fino a negarlo, il ricordo di Anne Frank. "dai 9 anniScarica l'estratto del libro PDF
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