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venerdì 29 marzo 2013

"Aprite la mente al vostro cuore!" Jorge Mario Bergoglio


Aprite la mente al vostro cuore

Papa Francesco: "Aprite la mente al vostro cuore!" 



Una raccolta di esercizi spirituali di Jorge Mario Bergoglio. Per riscoprire e amare la Chiesa

Esercizi in stile ignaziano. Da giovedì 28 marzo è in libreria il volume "Aprite la mente al vostro cuore", traduzione italiana di una raccolta di esercizi spirituali in stile ignaziano di Jorge Mario Bergoglio pubblicata in Argentina con il titolo Mente abierta, corazón creyente (Lima, Editorial Claretiana, 2012). Anticipiamo ampi stralci della prefazione scritta dall’arcivescovo di Santa Fe de la Vera Cruz e due brevi estratti del testo presi dalla prima e dall’ultima delle quattro parti in cui è suddiviso il libro.
(José María Arancedo) Il libro Aprite la mente al vostro cuore è la testimonianza dell’esperienza di vita di un vescovo, insieme educatore e pastore, chiamato a diventare successore di Pietro. È il frutto di un lungo percorso di riflessione e predicazioni maturato nel contesto dei ritiri spirituali, durante i quali sono andati delineandosi, e infine hanno assunto una forma definitiva, i capitoli che costituiscono questo lavoro. La pluralità di tempi e di circostanze non va a scapito dell’unità: questa proviene non solo dall’autore ma, soprattutto, dal fine a cui tende l’opera, accompagnare il lettore nella ricerca di Gesù Cristo, centro e sorgente della vita e della spiritualità cristiana. È da notare, inoltre, la passione con cui l’esistenza cristiana viene presentata come una realtà orientata a migliorare la vita dell’uomo nei suoi rapporti con Dio, con il mondo e con i propri simili. Apprezzo questo ancoraggio alla concretezza, un aspetto indispensabile sia per delineare comportamenti e percorsi spirituali, sia come base per un sincero esame di coscienza.
Un’altra caratteristica che ritengo importante sottolineare è la familiarità con i testi biblici, indice di una solida teologia, in un’ottica che definirei sapienziale e arricchiti in funzione della loro applicazione alla vita. Non ci troviamo di fronte a uno studio esegetico, sebbene in ogni testo si riconoscano profonda conoscenza e rigore teologico. I passi biblici, e in particolare gli insegnamenti di Gesù, ci vengono presentati come qualcosa di molto affine all’esperienza umana, come qualcosa, oserei dire, che appartiene all’uomo e forse da questi a lungo atteso. Ciò conferisce attualità all’opera e ne amplia la portata per il lettore che vi si accosta.
La figura e le parole di Gesù vengono proposte come un cammino che è insieme umano e divino: il divino non è lontano dall’umano ma piuttosto lo presuppone, lo libera e gli dà pienezza. Anzi, potremmo dire che l’umano appare bisognoso del divino per la propria piena realizzazione.
Leggendo queste pagine si coglie inoltre nell’autore la padronanza della lingua e della forza conquistatrice e rivelatrice della parola. Credo che questo si debba, almeno in parte, al fatto che in gioventù sia stato insegnante di letteratura.
Rammento — e questo è un aneddoto personale — che una volta gli domandai delle sue vacanze, cosa facesse nel mese di gennaio a Buenos Aires, dove andasse. Mi rispose che restava in curia a riposarsi pregando e leggendo (o meglio, rileggendo) i classici. Questa piccola confidenza, che mi sono permesso di ricordare, spiega la profonda dimestichezza di Papa Francesco con la lingua e la bellezza della prosa. L’estetica è parte della fede cristiana, e trae la propria fonte e ispirazione in Dio.
Ci troviamo di fronte a un’opera dal contenuto profondo e sempre attuale, ma di lettura semplice e piacevolissima, che invita e coinvolge il lettore in un cammino spirituale che ne eleva l’esistenza.
Il libro è diviso in quattro parti, tutte con un obiettivo comune, ma ciascuna dotata di una propria autonomia, una propria identità e una ricchezza specifica che ci consente di accostarle anche singolarmente. Si comincia dall’incontro con Gesù Cristo per finire, nell’ultima parte, con la preghiera narrata secondo l’esperienza di vari testimoni tratti dalle Sacre Scritture. La fede e la preghiera sono i due assi portanti che conferiscono unità e coerenza all’intera opera.
Come vedremo, d’altra parte, il cammino di rinnovamento spirituale non ci isola in un esercizio autistico o in un’attività individualistica, ma al contrario, partendo dalla fede in Dio, che abbiamo conosciuto in Gesù Cristo, ci apre a un’esistenza improntata alla carità nelle nostre relazioni e al dinamismo missionario nella vita della Chiesa.
La prima parte dell’opera ci presenta l’incontro con Gesù attraverso i numerosi dialoghi che ci offrono i Vangeli. In essi possiamo apprezzare la ricca tradizione “ignaziana” dell’autore, sia nel ricreare le circostanze e i luoghi in cui si trovano Gesù e i vari protagonisti, sia nella sua capacità di evidenziare il valore e il significato delle parole che Egli utilizza.
Dall’incontro con il Figlio di Dio emergono le diverse condizioni della vita di ogni cristiano, che vanno dalla gioia dell’incontro con Lui alla vocazione, al sacrificio sulla croce, al dolore e all’esperienza del peccato. Parallelamente viene messo in risalto il profondo e gioioso senso della speranza cristiana, radicata, attraverso il Cristo morto e risuscitato, nella vita di ciascun uomo. Niente resta escluso dalla presenza e dalla parola di nostro Signore.
La vita e la parola di Cristo ci rivelano l’intera storia della salvezza, ovvero il quadro all’interno del quale si sviluppa la nostra stessa vita. Questo è il tema che caratterizza la seconda e la terza parte e che ci introduce all’Epifania come storia d’amore, di vita e di missione, in un cammino provvidenziale che si snoda fino alla rivelazione finale. Gesù Cristo esalta così la presenza della Chiesa quale “Epifania della sposa”.
Di questi tempi, acquista un particolare rilievo il tema della missione come espressione della rivelazione dell’amore salvifico del Padre. Trovo che la seconda parte del libro sia profondamente di stimolo alla rivitalizzazione e al rinnovamento della Chiesa. Recuperare il significato evangelizzatore della fede, all’interno della comunione della Chiesa, è una sfida che ci chiama a ridefinire con urgenza il nuovo impegno apostolico.
La terza parte ci parla della Chiesa nella sua vita concreta: i suoi valori profondi, le debolezze, gli errori. Ritengo una scelta opportuna e di grande saggezza farlo a partire dalla parola stessa di Dio, attingendo all’Apocalisse e alle lettere dirette alle sette Chiese.
Mi resta poco da aggiungere in questa breve prefazione, se non invitare a una lettura attenta che ci permetta di riscoprire e amare la Chiesa, con tutte le sue sconcertanti debolezze. Ma che è l’unica e meravigliosa Sposa dell’Agnello.
L’ultima parte è dedicata alla preghiera considerata, come abbiamo detto, dal punto di vista della nostra realtà concreta. Le diverse fasi attraversate dalla nostra preghiera — vicinanza, allontanamento, abbandono — verranno analizzate alla luce di alcuni testimoni biblici, quali per esempio Abramo, Mosè, Davide, Giobbe, Giuditta, che ci accompagneranno attraverso la loro esperienza religiosa. Un tema ricorrente in questa parte, e che ci ricorda i primi incontri con Gesù Cristo, è quello del “lasciarsi condurre”. È una sorta di necessaria passività attiva, segno della presenza dello Spirito.
Il libro si conclude, infine, con un riferimento a Gesù Cristo sacerdote nella sua preghiera al Padre, fonte e modello di ogni preghiera cristiana.

L'Osservatore Romano, 28 mazo 2013.

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