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mercoledì 9 ottobre 2013

Nella carne col sangue.


Uno vero

DI RAFFAELLA FRULLONE




di Raffaella Frullone
Il problema di Andrea Torquato Giovanoli è che è vero. Vero, in carne, ossa e sangue.

Solo quando l’ho visto per la prima volta ho capito che il titolo del suo libro non poteva essere più azzeccato. Glielo confesso qui, a bassa voce, speriamo che non senta, o al limite che non si offenda, la foto che ha sul suo profilo facebook non gli rende giustizia. Troppo in posa, troppo statico, con quell’ombra che gli incupisce lo sguardo quando invece basta incontrare i suoi occhi una volta per capire che di statico non c’è nulla, e nemmeno di cupo, si è lasciato scavare nella carne al punto che i suoi occhi parlano d’Altro anche mentre ti racconta dove vive e che lavoro fa sua moglie.

Mi ha regalato una copia del suo libro ormai tre mesi fa e se non ne ho scritto fino ad ora è solo perché dopo averlo letto ho pensato che nessuna altra parola scritta poteva raccontarne il contenuto per una semplice ragione: non è un libro. ...


Andrea Torquato Giovanoli è nato nel 1974 a Milano, dove ancora vive con la sua famiglia. Nonostante abbia ricevuto un’educazione cristiana è rimasto lontano dalla fede per una ventina d’anni. Riavvicinatosi alla Chiesa tramite colei che ha poi accondisceso a diventarne l’attuale moglie, ha vissuto lungo i suoi undici anni di matrimonio un’intensa esperienza di conversione, pure determinata in maniera profonda dalla perdita di tre figli. A tutt’oggi si realizza appieno nella sua vocazione ad essere sposo e genitore, assecondando, nei ritagli di tempo, il proprio spirito artigiano. Contingentemente è anche l’autore del libro Il Vangelo di Maria.

Andrea su facebook
...
Non è un testo, un elaborato scritto, che si prende e si racconta, è uno scorcio di vita, un calvario doloroso e glorioso, e limitarsi a raccontare quello che è accaduto alla famiglia di Andrea sarebbe non rendere giustizia ad una storia, un po’ come per la foto potrebbe sembrare un racconto costruito ad arte, troppo bello per essere vera.

Andrea è padre di sei figli, tre sono vivi nella gloria eterna, due vivono con lui e sua moglie, una è in arrivo. Si può essere felici quando tre figli ti muoiono fra le braccia per una malattia genetica? Si può guardare al futuro con fiducia? Si può respirare il Paradiso?

Pensavo che nella carne con il sangue fosse il titolo del suo libro, edito da Gribaudi, invece è un avvertimento per chi si appresta a leggere. Se non siete pronti a lasciarvi scavare la carne lasciate perdere, non lo leggete. Io non lo sapevo, perciò scorrendo le pagine ho sentito strappare la pelle, attraversare il superfluo che nutre il mio quotidiano, ho sentito rodere le incrostazioni delle mie certezze, mi sono lasciata attraversare le viscere e finalmente mi sono trovata di fronte alla domanda: si può vivere oggi nel mondo in funzione dell’unica cosa che conta davvero?

«Emanuela ed io siamo consapevoli che i nostri figli, che siano malati o sani, ed indipendentemente

da quanto lunga o breve possa essere la loro permanenza in terra, saranno comunque felici, poiché riceveranno in vita l’unica cosa di cui ogni uomo ha davvero necessità, più di ogni altra, persino più della salute: l’amore. Noi, come genitori, sappiamo che ognuno dei nostri figli è ricolmato del nostro amore e di quello dei suoi famigliari fin dal giorno del suo concepimento e ciò gli assicurerà una vita piena e felice, per quanto potenzialmente gravata dalla mancanza di salute; inoltre, in un’ottica di fede, sappiamo che i nostri figli, se malati, taglieranno quel traguardo a cui

è chiamata ogni singola anima, e lo taglieranno in anticipo rispetto agli altri, rispetto anche a quei molti che, purtroppo, rischiano di non raggiungere tale obiettivo pur vivendo una vita lunga e prospera. I nostri figli malati hanno la prospettiva di ottenere prima di altri quel dono di comunione eterna con Dio, guadagnando uno stato di felicità definitiva di cui la felicità per l’amore ricevuto in terra è solo la prefigurazione. Noi, dunque, pur nella consapevolezza che i nostri figli possano nascere malati, abbiamo la certezza che vivranno una vita felice e piena d’amore, per quanto breve, e raggiungeranno presto quell’unico vero obiettivo cui un genitore deve aspirare per la propria prole: la comunione eterna con il Dio d’Amore. »

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