La biblioteca digitale della letteratura italiana>>>Dal sito web www.letteraturaitaliana.net/

La biblioteca digitale della letteratura italiana>>>Dal sito web www.letteraturaitaliana.net/
Avvertenza Alcuni testi o immagini inserite in questo blog potrebbero essere tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio. Qualora, però, la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d'Autore, vogliate comunicarlo via email. Saranno immediatamente rimossi. L'Autore del blog non è responsabile dei siti collegati tramite link, né del loro contenuto che può essere soggetto a variazioni nel tempo.

martedì 30 aprile 2013

The Pre-persons - Le pre-persone - Racconto di Philip K. Dick


Racconto di Philip K. Dick intitolato "Le pre-persone", (The Pre-persons, 1974)
(Il racconto potete  leggerlo QUI )




L'autore di Blade Runner e Minority Report disegna uno scenario non più tanto fantascientifico...
  
    Scritto da Philip K. Dick



LE PRE-PERSONE di Enrico Leonardi



>>>>>>><><><><<<<<<

BLOG >>> dell'Associazione Scienza & Vita
23 Aprile 2009Newsletter di Scienza & Vita n° 23

Un esempio di narrativa popolare, con domande radicali di senso



QUANDO POSSIAMO DIRCI “UOMINI”? 
LE PRE-PERSONE DI PHILIP K. DICK 

di Umberto Folena 

«Walter stava giocando a nascondino quando vide il furgone bianco al di là della macchia di cipressi, e capì subito cos’era. Pensò: “È il furgone bianco dell’aborto. È venuto a prendere qualche bambino per un aborto post-partum. E forse”, pensò, “l’hanno chiamato i miei genitori. Per me”». È l’inizio agghiacciante del racconto The Pre-Persons (Le pre-persone), scritto nel dicembre del 1973 da… da chi? Da un fanatico pro-life? Da un reazionario neonazista?

No: da Philip K. Dick, scrittore di fantascienza (ma non solo), visionario paranoico impasticcato, il più saccheggiato, nella sua diluviale professione di scrittore spesso costretto a scrivere per sopravvivere, da Hollywood. Dick, quello di Blade Runner, Total Recall, Screamers, Minority Report, Paycheck, Next e altri ancora; capace, pur facendo della narrativa popolare, di sbattere in faccia al lettore domande radicali sul senso della vita e della morte, sul libero arbitrio, sulla natura stessa dell’uomo. Su Dio. Con l’aborto Dick fece i conti direttamente quando sua moglie decise di abortire; lui non era d’accordo, ma Dick aveva la straordinaria capacità di innamorarsi, sposandole pure, di donne problematiche e tiranniche, con le quali il dialogo non era facile. Egli stesso peraltro non era privo di contraddizioni. Una sua figlia dirà: «Era contro l’aborto, ma non si curava dei figli». 
Non essendo un cattolico militante o un cardinale, Dick però può permettersi di scrivere quello che gli pare mettendo in imbarazzo gran parte dei suoi estimatori, schierati su posizioni tutt’altro che anti-abortiste, compreso quel Vittorio Curtoni che per Mondatori traduce e raccoglie negli anni Novanta tutti i racconti, pubblicati nei quattro volumi delle Presenze invisibili: nell’introduzione al quarto volume evita di far cenno alle Pre-persone, rendendo invisibili pure loro. 
Dick narra di un futuro prossimo, negli Usa, in cui un individuo diventa pienamente “persona” solo quando è in grado di risolvere problemi di matematica superiore; fino a quel momento può essere abortito post-partum. Ecco il passaggio chiave: «L’errore principale dei sostenitori dell’aborto, fin dall’inizio, era nella linea arbitraria che tracciavano. Un embrione non ha diritti costituzionali, e può essere legalmente ucciso da un medico. Però il feto era stato considerato “persona giuridica”, con i suoi diritti, almeno per un certo periodo. Poi la follia pre-aborto aveva deciso che anche un feto di sette mesi non era umano e poteva essere ucciso legalmente da un medico iscritto all’albo. E un giorno, anche il bambino appena nato… È come un vegetale, non sa mettere a fuoco, non capisce niente, non parla: questi erano gli argomenti del partito abortista in tribunale; e avevano vinto, sostenendo che un bambino appena nato era solo un feto espulso accidentalmente o naturalmente dall’utero. Ma anche allora, dove bisognava tracciare la linea di demarcazione? Quando il bambino faceva il suo primo sorriso? Quando diceva la prima parola, o cercava per la prima volta di prendere un giocattolo che gli piaceva? La linea di demarcazione legale era stata spinta sempre più avanti, inesorabilmente. Fino a che si era arrivati alla definizione più selvaggia e arbitraria di tutte: la capacità di risolvere problemi matematici superiori. (…) Era un arbitrio. E neppure un arbitrio teologico, ma solo legale. La Chiesa aveva affermato da molto tempo, fin dall’inizio, che anche lo zigote, e l’embrione che ne seguiva, era una vita sacra come quella che cammina sulla terra. Si era accorta di definizioni arbitrarie come: “A questo punto l’anima entra nel corpo”, oppure, in termini moderni: “Ora è una persona, avente diritto alla piena protezione della legge come chiunque altro”». 
Dick commenterà, in tono mite: «Mi spiace molto di avere offeso chi non è d’accordo con me sull’aborto volontario. Ho ricevuto anche lettere anonime colme d’odio, alcune non da singoli individui ma da organizzazioni favorevoli all’aborto volontario». Conclusione: «Non ho niente da rimproverarmi. Le mie posizioni sono quello che sono: “Hier stek’Ich; Ich kann nicht anders”, come dovrebbe aver detto Martin Lutero» (qui sto, e altro non posso fare).

Visto anche ...sul blog di    costanzamiriano

   Pre-persona

DI AUTORI VARI
Qualche giorno fa un commentatore del blog, un medico che lavora in terapia intensiva neonatale, durante la discussione circa la “legittimità” di considerare l’embrione una persona, aveva accennato ad un racconto di fantascienza . Il racconto non lo pubblichiamo (ma è possibile leggerlo QUI ) ma questo articolo sì.


Nessun commento:

Posta un commento