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giovedì 3 luglio 2014

Ritorna superquark ....2014 ripresentato il libro ...Mal D'alcol & un intermezzo musicale!!!!

L’ospite del Come si fa con Piero Angela è il professore e scrittore Luigi Fassati, che parlerà del preoccupante e dilagante problema dell’alcol tra i giovani. 
- FONTE:www.superquark.rai.it

Così gli adolescenti si fanno del male: 5 drink a stomaco vuoto di Alex Sarogosa, Il Venerdì, 30/08/2013



Un medico che ha effettuato trapianti a tanti ragazzi finiti al pronto soccorso dopo l'ennesima bevuta racconta l'effetto dell'alcol su fegato e cervello e i nuovi comportamenti a rischio dei giovani. 

Convincere gli adolescenti a non farsi del male non è facile. Se poi a remare contro si coalizzano tradizioni, moda e mercato, l'impresa diventa eroica. È il caso delle ripetute campagne contro il consumo di alcol, che in passato qualche risultato l'hanno ottenuto, ma negli ultimi anni paiono riuscire solo a non far peggiorare la situazione. Lo conferma l'ultimo rapporto Espad (European School survey project on alcohol and other drugs). C di Alex Saragosa Luigi Rainero Fassati, per anni direttore del Dipartimento di chirurgia dei trapianti al Policlinico di Milano, è autore di Mal d'alcol.

Per l'Italia l'ha realizzato l'Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa, intervistando, nel 2012, 45 mila studenti, in rappresentanza dei 2,5 milioni che frequentano le superiori. L'88 per cento ha detto di aver bevuto alcol nell'ultimo anno, ma il dato davvero preoccupante è un altro: ben il 35 per cento di loro sostiene di praticare il «binge drinking», l'assunzione a stomaco vuoto di almeno cinque dosi di alcol in pochi minuti, fatta solo per sballare. Fra questi ultimi, il 65 per cento dice di farlo due o tre volte al mese, e il 20 per cento fino a cinque volte. Magari ci sarà anche qualche esagerazione, visto che tra i ragazzi bere è di moda (questo è forse il problema principale), e di sicuro in altre nazioni, come la Repubblica Ceca o Regno Unito, le cose vanno peggio, però la diffusione dello «sballo alcolico», rimasta uguale a quella registrata nei sondaggi del 2011, dovrebbe destare molta preoccupazione.

E molto preoccupato è infatti il professor Luigi Rainero Fassati, medico e scrittore, per molti anni direttore del Dipartimento di chirurgia generale e dei trapianti del Policlinico di Milano. «Lavorando nella chirurgia epatica» dice Fassati «di giovani con il fegato rovinato dall¿alcol ne ho visti tanti..». Così tanti che ora ha scritto un libro per la Adriano Salani editore, Mal d'Alcol. In 190 pagine racconta due storie esemplari di giovani: la vicenda di Viola, ragazza ribelle arrivata da Fassati in coma etilico, e salvata contro tutte le previsioni, e la storia tragica di Alex. Il ventenne Alex, caduto ubriaco dal motorino, ha già il fegato distrutto. Salvato in extremis con un trapianto, promette di piantarla, ma ci riesce solo per qualche tempo. Poi ricomincia a bere, e l'alcolismo, peggiorato dall'interazione con i farmaci antirigetto, finisce per ucciderlo.
«Nel tentativo di salvare Alex, ho dovuto prendere decisioni rischiose, e questo mi ha portato a stringere con lui un rapporto particolarmente intenso. La sua fine mi ha provocato dolore, certo, ma anche tanta rabbia, perché l'organo e la nuova chance di vita che gli avevamo dato era stata, di fatto, sottratta a un altro malato. Però mi ha anche fatto capire che il mio lavoro di medico non doveva esaurirsi in sala operatoria, ma continuare fuori, per impedire che i giovani vi arrivassero. Ho così cominciato a girare le scuole per informare gli studenti sui rischi del bere. Questo libro è un tassello della mia lotta per evitare che ci siano altri come Alex».
Spesso, parlando di alcolismo e giovani, si tende a concentrarsi sugli aspetti psichici del problema, come la dipendenza, o sulle conseguenze del guidare in stato di ebbrezza, prima causa di morte fra i 15 e i 30 anni. Ma Fassati ricorda che l'alcol etilico (o etanolo) è prima di tutto un veleno, prodotto dai lieviti della fermentazione non per far inebriare noi, ma per distruggere i loro avversari microscopici: non a caso lo usiamo come disinfettante...
Se si eccede in quantità, l'alcol etilico, però, uccide anche le nostre cellule. «Una volta entrato nel sangue può danneggiare tutti i tessuti. Così il fegato tenta di eliminarlo il più rapidamente possibile, trasformandolo prima in acetaldeide, una sostanza ancora tossica, responsabile degli effetti sgradevoli del dopo sbronza, e poi in composti innocui. La capacità di detossificare, e quindi «reggere», l'alcol varia moltissimo da persona a persona, ma in generale nei maschi adulti è più alta che in donne e giovani».
Secondo i biologi evolutivi la nostra capacità di sopportare questo «veleno» deriva dall'aver dovuto convivere per milioni di anni, come primati frugivori, con l'etanolo presente nella frutta troppo matura e fermentata. Grazie a questo sistema di disintossicazione incorporato, la nostra specie (ma anche altre, come i cercopitechi o gli elefanti), ha potuto apprezzare l'effetto inebriante dell'alcol senza morirne. Con l'avvento dell'agricoltura, poi, trasformare parte delle scorte di cereali o di frutta in bevande alcoliche è diventato un modo per conservarle sul lungo periodo. Senza dire che, come ha suggerito l'archeologo Brian Hayden, della canadese Simon Fraser University, la funzione di lubrificante sociale dell'alcol si rivelò indispensabile per rendere sopportabile agli ex cacciatori nomadi la convivenza nei sovraffollati centri abitati permanenti del Neolitico. 
«Quindi, è vero, il nostro fegato è in grado di rendere innocuo l'alcol. Ma se una forte dose gli arriva tutta insieme, come accade nella pessima pratica del binge drinking, a morire sono proprio milioni di cellule epatiche. Il livello critico è quello di 3 grammi di alcol per litro di sangue e un uomo lo raggiunge bevendo una bottiglia di superalcolico. Tutto dipende da come interagiscono vari fattori: la massa corporea, l'efficienza del fegato, il tempo in cui si termina la bottiglia, se si è o meno a stomaco vuoto e se alla fine si vomita o no. A una donna o un giovane, poi, per raggiungere 3 grammi di alcol per litro di sangue può bastare anche solo metà bottiglia. Con questo livello, la distruzione del fegato può superare il 75 per cento del totale e allora la sua funzione diventare insufficiente e il sangue si carica di ammoniaca, che attacca il cervello. Ne consegue il coma etilico e, se il fegato non si riprende o non ne viene trapiantato uno nuovo entro poche ore, l'esito è mortale. L'uno, due per cento dei miei pazienti più giovani sono finiti sul mio tavolo operatorio proprio per queste bravate etiliche».
Anche se non si arriva a questi eccessi, l'alcol provoca danni al fegato subdoli e progressivi. «La più straordinaria qualità del fegato è di potersi rigenerare: se ne trapiantiamo metà, in pochi mesi l'organo torna intero. Ma, quando le sue cellule vengono distrutte dall'etanolo, una parte viene sostituita da tessuto fibroso, e, se si continua a bere, alla fine il fegato diventa cirrotico, incapace di svolgere i suoi compiti, il sangue si carica di tossine e tutti gli altri organi subiscono danni crescenti. Ogni anno in Italia 20 mila persone muoiono per questa ragione, come dire sei, sette volte quelle uccise dagli incidenti stradali, ma l'attenzione è infinitamente minore».
La resistenza del fegato purtroppo è anche la causa dell'inconsapevolezza degli effetti tossici dell'alcol. «Se questo attaccasse, che so, il cuore, i giovani si accorgerebbero subito dei suoi effetti, il fegato, invece, non provoca sintomi fino a che non è seriamente danneggiato, così i giovani bevitori sembrano perfettamente sani. Fino a che, in genere dopo i 30 anni, cominciano ad apparire i sintomi dell'insufficienza epatica, e allora, se non sono già troppo estesi, si può solo impedire che si aggravino, smettendo di bere, altrimenti l'unica strada per sopravvivere è un trapianto. Ammesso, però, che il paziente dimostri di aver completamente rinunciato all'alcol, altrimenti nessun Centro Trapianti concederà un organo sano da distruggere... Queste sono nozioni banali, per un medico. Ma ho scoperto che sono spesso ignote ai ragazzi: né la famiglia né la scuola né i media li hanno avvertiti della pericolosità del bere».
Del resto, perché dovrebbero sospettare che l'alcol sia un veleno, visto che ogni anno migliaia di ore di pubblicità in tv lo glorificano, associandolo a immagini di bellezza e successo? E visto che il mercato, impunemente, sforna prodotti alcolici «light» al gusto di frutta, pensati proprio per abituare gradualmente i più giovani al bere pesante? 
«È uno scandalo che non si mettano sulle bottiglie e sui bicchieri dei pub almeno gli stessi avvisi sui danni alla salute impiegati sui pacchetti di sigarette» dice Fassati. «Un'esagerazione? No, nel 2010 una ricerca dello psichiatra inglese David Nutt, pubblicata sulla rivista medica Lancet, ha indicato da zero a cento la pericolosità sociale complessiva delle varie droghe. La marijuana ha avuto 20 punti, il tabacco 26, la cocaina 27, l'ecstasy 33, il crack 54, l'eroina 55. L'alcol? Primo con 72 punti: i genitori, più che preoccuparsi se i loro figli si fanno uno spinello ogni tanto, dovrebbero chiedersi che cosa e quanto bevano con gli amici...».
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intermezzo musicale


David Garrett 


David Garrett (Hannover 2013)






Lindsey Stirling




Radioactive - Lindsey Stirling and Pentatonix (Imagine Dragons Cover)





Shadows - Lindsey Stirling (Original Song)




                                              2CELLOS - 




2CELLOS - "Mombasa" from INCEPTION [OFFICIAL VIDEO]



2CELLOS - With Or Without You [LIVE at Arena Pula]

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