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lunedì 4 gennaio 2016

CAMMINERANNO I POPOLI ALLA TUA LUCE, I Re ALLO SPLENDORE DEL TUO SORGERE.

Originally posted on leggoerifletto

I Re Magi dimenticati - don Bruno Ferrero

I ragazzi dell'oratorio di Santa Maria avevano preparato una recita sul mistero del Natale. Avevano scritto le battute degli angeli, dei pastori, di Maria e di Giuseppe. C'era una particina perfino per il bue e l'asino.
Avevano distribuito le parti. Tutti volevano fare Giuseppe e Maria. 
Nessuno voleva fare la parte dell'asino. Avevano così deciso di travestire da asino il cane di Lucia. Era abbastanza grosso e pacifico: con le orecchie posticce faceva un asinello passabile. Purché non sì fosse messo ad abbaiare in piena scena...
Ma quando suor Renata vide le prove dello spettacolo sbottò:
"Avete dimenticato i Re Magi!"
Enzo, il regista, si mise le mani nei capelli. 

Mancava solo un giorno alla rappresentazione. 
Dove trovare tre Re Magi così su due piedi?
Fu don Pasquale, il vice parroco, a trovare una soluzione , disse :
"Cerchiamo tre persone della parrocchia, spieghiamo loro che devono fare i Re Magi moderni, vengano con i loro abiti di tutti i giorni e portino un dono a Gesù Bambino. Un dono a loro scelta. Tutto quello che devono fare è spiegare con franchezza il motivo che li ha spinti a scegliere proprio quel particolare dono."
La squadra dei ragazzi si mise in moto. Nel giro di due ore, erano stati trovati i tre Re Magi sostituti.
La sera di Natale, il teatrino parrocchiale era affollato.
I ragazzi ce la misero tutta e lo spettacolo filò via liscio e applaudito. 

Il cane-asino si addormentò e la barba di san Giuseppe non si staccò. 
Senza che nessuno lo potesse prevedere, però, l'entrata in scena dei tre Re Magi divenne il momento più commovente della serata.
Il primo Re era un uomo di cinquant'anni, padre di cinque figli, impiegato del municipio.
Portava in mano una stampella. La posò accanto alla culla del Bambino Gesù e disse: " Tre anni fa ho avuto un brutto incidente d'auto. Uno scontro frontale. Fui ricoverato all'ospedale con parecchie fratture. I medici erano pessimisti sul mio recupero. Nessuno azzardava un pronostico. Da quel momento incominciai ad essere felice e riconoscente per ogni più piccolo progresso: poter muovere la testa o un dito, alzarmi seduto da solo e così via. Quei mesi in ospedale mi cambiarono. Sono diventato un umile scopritore di quanto sia bello ciò che possiedo. Sono riconoscente e felice per le cose piccole e quotidiane di cui prima non mi accorgevo. Porto questa stampella a Gesù Bambino in segno di riconoscenza."
Il secondo Re era una Regina, madre di due figli. Portava un catechismo. 

Lo posò accanto alla culla del Bambino e disse: "Finché i miei bambini erano piccoli e avevano bisogno di me, mi sentivo realizzata. Poi i ragazzi sono cresciuti e ho incominciato a sentirmi inutile. Ma ho capito che era inutile commiserarmi. Chiesi al parroco di fare catechismo ai bambini. Così ritrovai un senso a tutta la mia vita. Mi sento come un apostolo, un profeta: aprire ai nostri bambini le frontiere dello spirito è un'attività che mi appassiona. Sento di nuovo di essere importante."
Il terzo Re era un giovane. Portava un foglio bianco. Lo pose accanto alla culla del Bambino e disse: "Mi chiedevo se era il caso di accettare questa parte. Non sapevo proprio che cosa dire, né che cosa portare. Le mie mani sono vuote. Il mio cuore è colmo di desideri, di felicità e di significato per la mia vita. Dentro di me si ammucchiano inquietudini, domande, attese, errori, dubbi. Non ho niente da presentare. 

Il mio futuro mi sembra così vago. Ti offro questo foglio bianco, Bambino Gesù. Io so che sei venuto per portarci speranze nuove. Vedi, io sono interiormente vuoto, ma il mio cuore è aperto e pronto ad accogliere le parole che vuoi scrivere sul foglio bianco della mia vita. 
Ora che ci sei tu, tutto cambierà..."

- don Bruno Ferrero - 
da: "Storie di Natale, d'Avvento e d'Epifania", ed. Elledici



Le lampade che noi accendiamo nelle notti buie di questa stagione invernale diventano così a un tempo una consolazione e un richiamo: la consolante certezza che la « luce del mondo » si è già accesa nell’oscurità della notte di Betlemme; e che essa ha trasformato la notte sventurata del peccato dell’uomo nella Notte Santa del perdono, in cui Dio ha accolto e sanato quello stesso peccato.

- Papa Benedetto XVI – 




I tre Santi

I tre santi Re Magi d’Oriente
chiedevano fermandosi in ogni città:
‘O donne, o fanciulle, sapreste dirci
la strada per Betlemme dove va?’
Né giovani né vecchi lo sapevano
e essi riprendevano il tragitto,
ma una cometa dalla chioma d’oro
or li guidava come una lanterna.
La stella sulla capanna di Giuseppe
alfine si fermò e i santi tre re Magi
alla soglia si poterono affacciar;
muggiva il bue, piangeva il bambinello,
e i Re Magi cominciarono a cantar.

Heinrich Heine (1797-1856)



Arrivarono solo in tre

Non tutti sanno che, un tempo, quando non esistevano i computer, tutto il sapere era concentrato nella mente di sette persone sparse nel mondo: i famosi Sette Savi, i sette sapienti che conoscevano ogni cosa che accadeva. Dalla gente erano considerati dei re, anche se non lo erano; erano chiamati Re Magi. Nell'anno 0, studiando le loro pergamene segrete, i sette Magi giunsero ad una conclusione: in una notte di quell'anno, sarebbe apparsa una straordinaria stella che li avrebbe guidati alla culla del Re dei re. Passarono ogni successiva notte a scrutare il cielo e a fare preparativi, finché davvero, nel cielo, apparve una stella luminosissima; i Sette Savi partirono dai sette angoli del mondo e seguirono la stella che indicava loro la strada. Tutto quello che dovevano fare, era di non perderla mai di vista. Ognuno dei sette Magi, tenendo gli occhi fissi sulla stella, cavalcava per raggiungere il Monte delle Vittorie, dove era stabilito che dovevano incontrarsi per formare una sola carovana. Olaf, il re Mago della Terra dei Fiordi, attraversò le catene dei monti di ghiaccio e arrivò in una valle verde, dove gli alberi erano carichi di frutti squisiti e il clima dolce e riposante; decise di costruirvi un castello. Ben presto, si scordò della stella. Igor, il re Mago del Paese dei Fiumi, era un giovane forte e coraggioso, abile con la spada e molto generoso. Attraversando il regno del re Rosso, un sovrano crudele e malvagio, decise di riportarvi la pace e la giustizia; divenne il difensore dei poveri e degli oppressi e non cercò più la stella. Yen Hui era il re Mago del Celeste Impero, scienziato e filosofo, appassionato di scacchi. Arrivò in una splendida città, dove uno studioso teneva una conferenza sulle origini dell'universo; Yen Hui, lo sfidò a un dibattito pubblico, si confrontarono su tutti i campi del sapere e iniziarono una memorabile partita a scacchi che durò una settimana. Quando si ricordò della stella fu troppo tardi: non riuscì più a trovarla. Lionel era il re Mago poeta e musicista, che veniva dalle terre dell'Ovest e viaggiava con strumenti musicali. Una sera, fu ospitato per la notte da un ricco signore di un pacifico villaggio. Durante il banchetto in suo onore, la figlia del signore danzò per gli invitati e Lionel se ne innamorò; finì per pensare solo a lei e nel suo cielo la stella miracolosa scomparve piano piano. Solo Melchior, re dei Persiani, Balthasar, re degli Arabi e Gaspar, re degli Indi, abituati alla fatica e ai sacrifici, non diedero mai riposo ai loro occhi, per non rischiare di perdere la stella che segnava il cammino, certi che essa li avrebbe guidati alla culla del Bambino, venuto sulla Terra a portare pace e amore. Ognuno di loro arrivò puntuale all'appuntamento al Monte delle Vittorie, si unì ai compagni e insieme ripresero la marcia verso Betlemme, guidati dalla stella cometa, più luminosa che mai. Soltanto i Magi che hanno davvero vigilato non hanno perso l'appuntamento più importante della loro vita. Ogni cristiano, come una sentinella, deve stare all'erta e non lasciarsi prendere dalla pigrizia o dal torpore, perché il Signore ci aspetta alla Sua culla.


Molti pensano che in questa notte passi per i camini delle case, la befana per portare doni ai bambini buoni e carbone a quelli cattivi. Per noi cristiani non è cosi. Nel passaggio notturno che si apre al giorno dell'Epifania, i credenti ricordano la visita adorante dei magi a Gesù bambino, il quale viene riconosciuto come il Messia atteso non solo dal popolo d'Israele, ma da tutti gli uomini di buona volontà.
Il Signore si manifesta come il Re delle genti a cui tutti rivolgono lo sguardo. A Lui i popoli del mondo si inginocchiano con Amore. I magi, simbolicamente rappresentano ciascuno di noi orientati verso Dio. Tutti possiamo trovare Gesù, perché Lui per primo si è fatto trovare. Andiamo verso il Signore, contempliamo la sua bellezza, seguiamo la stella , che ci guiderà verso il regno di Dio. 

Don Salvatore Lazzara




"Il danaro, il potere, la reputazione, l'opinione pubblica, il sesso non sono diventati dei poteri di fronte ai quali gli uomini si piegano, ai quali rendono un servizio idolatrico?" 

- Card. Joseph Ratzinger -




Buona giornata a tutti. :-)   leggoerifletto:


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