La biblioteca digitale della letteratura italiana>>>Dal sito web www.letteraturaitaliana.net/

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giovedì 29 settembre 2016

...


I ricordi e altre poesie - Giuseppe Ungaretti

I ricordi, un inutile infinito,
ma soli e uniti contro il mare, intatto
in mezzo a rantoli infiniti...

Il mare,
voce d'una grandezza libera,
ma innocenza nemica nei ricordi,
rapido a cancellare le orme dolci
d'un pensiero fedele...

Il mare, le sue blandizie accidiose
quanto feroci e quanto, quanto attese,
e nella loro agonia,
presente sempre, rinnovata sempre,
nel vigile pensiero l'agonia...

I ricordi,
il riversarsi vano
di sabbia che si muove
senza pesare sulla sabbia,
echi brevi protratti,
senza voci echi degli addii
a minuti che parvero felici...

- Giuseppe Ungaretti -


Il ricordo del piacere non è più piacere.
Il ricordo del dolore è ancora dolore.

- George Byron - 



In me il tuo ricordo - Vittorio Sereni

In me il tuo ricordo è un fruscio
solo di velocipedi che vanno
quietamente là dove l'altezza
del meriggio discende
al più fiammante vespero
tra cancelli e case
e sospirosi declivi
di finestre riaperte sull'estate.
Solo, di me, distante
dura un lamento di treni,
d'anime che se ne vanno.
E là leggera te ne vai sul vento,
ti perdi nella sera.

- Vittorio Sereni - 


Nel fumo - Eugenio Montale

Quante volte t’ho atteso alla stazione
nel freddo, nella nebbia. Passeggiavo
tossicchiando, comprando giornali innominabili,
fumando Giuba poi soppresse dal ministro
dei tabacchi, il balordo!
Forse un treno sbagliato, un doppione oppure una
sottrazione. Scrutavo le carriole
dei facchini se mai ci fosse dentro
il tuo bagaglio, e tu dietro, in ritardo.
poi apparivi, ultima. E’ un ricordo
tra tanti altri. Nel sogno mi perseguita.


- Eugenio Montale - 



A che serve passare dei giorni
se non si ricordano?

- Cesare Pavese -



Chi non ricorda, non vive

- Giorgio Pasquali - 


Buona giornata a tutti. :-)

mercoledì 28 settembre 2016

La dimensione erotica dell’amore

Amoris Laetitia
1. La gioia dell’amore che si vive nelle famiglie è anche il giubilo della Chiesa. Come hanno indicato i Padri sinodali, malgrado i numerosi segni di crisi del matrimonio, «il desiderio di famiglia resta vivo, in specie fra i giovani, e motiva la Chiesa».[1] Come risposta a questa aspirazione «l’annuncio cristiano che riguarda la famiglia è davvero una buona notizia».[2]
 Amoris Laetitia
La dimensione erotica dell’amore
150. Tutto questo ci porta a parlare della vita sessuale dei coniugi. Dio stesso ha creato la sessualità, che è un regalo meraviglioso per le sue creature. Quando la si coltiva e si evita che manchi di controllo, è per impedire che si verifichi «l’impoverimento di un valore autentico».[146] San Giovanni Paolo II ha respinto l’idea che l’insegnamento della Chiesa porti a «una negazione del valore del sesso umano» o che semplicemente lo tolleri «per la necessità stessa della procreazione».[147] Il bisogno sessuale degli sposi non è oggetto di disprezzo e «non si tratta in alcun modo di mettere in questione quel bisogno».[148]151. A coloro che temono che con l’educazione delle passioni e della sessualità si pregiudichi la spontaneità dell’amore sessuato, san Giovanni Paolo II rispondeva che l’essere umano è «chiamato alla piena e matura spontaneità dei rapporti», che «è il graduale frutto del discernimento degli impulsi del proprio cuore».[149] È qualcosa che si conquista, dal momento che ogni essere umano «deve con perseveranza e coerenza imparare che cosa è il significato del corpo».[150] La sessualità non è una risorsa per gratificare o intrattenere, dal momento che è un linguaggio interpersonale dove l’altro è preso sul serio, con il suo sacro e inviolabile valore. In tal modo «il cuore umano diviene partecipe, per così dire, di un’altra spontaneità».[151] In questo contesto, l’erotismo appare come manifestazione specificamente umana della sessualità. In esso si può ritrovare «il significato sponsale del corpo e l’autentica dignità del dono».[152] Nelle sue catechesi sulla teologia del corpo umano, san Giovanni Paolo II ha insegnato che la corporeità sessuata «è non soltanto sorgente di fecondità e di procreazione», ma possiede «la capacità di esprimere l’amore: quell’amore appunto nel quale l’uomo-persona diventa dono».[153] L’erotismo più sano, sebbene sia unito a una ricerca di piacere, presuppone lo stupore, e perciò può umanizzare gli impulsi.152. Pertanto, in nessun modo possiamo intendere la dimensione erotica dell’amore come un male permesso o come un peso da sopportare per il bene della famiglia, bensì come dono di Dio che abbellisce l’incontro tra gli sposi. Trattandosi di una passione sublimata dall’amore che ammira la dignità dell’altro, diventa una «piena e limpidissima affermazione d’amore» che ci mostra di quali meraviglie è capace il cuore umano, e così per un momento «si percepisce che l’esistenza umana è stata un successo».[154]

>>>>   noncerosasenzaspine.wordpress.com



>>> girobloggando.blogspot.it

domenica 25 settembre 2016

Anziché pensare a come ricevere amore, inizia a darlo. Se lo dai, lo riceverai. Non esiste altra via.


Risultati immagini per Siamo magneti viventi. Attiriamo esperienze persone e situazioni, secondo le vibrazioni che emaniamo.
Legge dell’Attrazione immagine crescereleggendo.wordpress.com

leggoerifletto:

La gelosia, l’espediente sociale per dividere e governare - Osho

Che cos’è l’invidia?
La nostra invidia dimostra che siamo molto lontani dalla solitudine?
La società ha strumentalizzato l’individuo in così tanti modi che è praticamente impossibile averne un’idea. Ha creato artifici così ingegnosi e sottili che è praticamente impossibile riconoscere che si tratta di artifici tesi a manipolare l’individuo, a distruggere la sua integrità, con l’intento di privarlo di tutto ciò che possiede, senza destare in lui alcun sospetto né alcun dubbio su ciò che gli si sta facendo.
L’invidia è uno di questi incredibilmente potenti artifici.
Sin dalla prima infanzia tutte le società, tutte le culture, tutte le religioni insegnano a tutti il confronto. E il bambino è costretto a impararlo. Il bambino è una tabula rasa, un foglio bianco senza alcuna scritta; quindi, qualsiasi cosa i genitori, gli insegnanti, i preti scrivano su di lui, lui inizia a credere che quello sia il suo destino, la sua sorte.
L’uomo viene al mondo con tutte le porte aperte, tutte le direzioni disponibili; ha tutte le dimensioni possibili tra cui scegliere.
Ma prima che possa scegliere, prima che possa essere, prima che possa anche solo percepire il suo essere, viene devastato.
L’invidia è uno dei più grandi artifici.
Guardala a fondo: che cosa significa?
Invidia significa vivere nel confronto.
Qualcuno è più in alto di te, qualcuno è più in basso di te.
Tu sei sempre da qualche parte a metà della scala. Forse la scala è un cerchio, poiché nessuno riesce a trovarne la fine. Tutti sono bloccati da qualche parte nel mezzo, tutti sono nel mezzo: la scala sembra una ruota.
Qualcuno è sopra di te, e la cosa ferisce. Questo ti porta a lottare, a combattere, ad agire con qualsiasi mezzo; infatti, se hai successo a nessuno interessa se lo hai avuto correttamente o scorrettamente.
Il successo dimostra che hai ragione; il fallimento dimostra che hai torto.
Tutto quello che conta è il successo, quindi qualsiasi mezzo va bene.
Il fine giustifica i mezzi! Pertanto, non devi preoccuparti dei mezzi, e nessuno se ne preoccupa.
Il punto è come salire più in alto sulla scala. Ma non arrivi mai in cima. E chi si trova sopra di te crea invidia in te, perché lui ha avuto successo e tu hai fallito.
Si potrebbe pensare di trascorrere la vita passando da un gradino all’altro, per poi trovare sempre qualcuno un gradino più in alto.
Non puoi semplicemente saltare giù dalla scala? No, non puoi. La società è molto astuta, molto furba.
Ha perfezionato, ha raffinato i suoi metodi in migliaia di anni.
Come mai non riesci a uscire da quel cerchio?
Perché qualcuno è più in basso di te, e questo ti dà un’enorme soddisfazione.
Naturalmente, se vai avanti così, invidioso e competitivo verso tutti intorno a te, come puoi arrivare a te stesso? Il mondo è troppo grande, e ci sono molte persone e tu sei in competizione con tutti… e tu lo sei!
Qualcuno ha un bel viso, qualcuno ha bei capelli, qualcuno ha un corpo bello e proporzionato, qualcuno ha un grande intelletto, qualcuno è un pittore, qualcuno è un poeta…
Come puoi farcela? Tutto questo… e tu da solo a competere?
Diventerai soltanto matto e questo è ciò che l’intera umanità ha fatto.
Abbandona la competizione, abbandona l’invidia. È assolutamente inutile.
È davvero un artificio molto astuto creato in modo che tu non possa mai essere te stesso, perché questa è la sola cosa che tutte le vecchie religioni temono.
Se tu sei te stesso hai trovato soddisfazione, appagamento, estasi.

- Osho - 



Quando sei solo, non è che sei solo, è che ti senti isolato – ed esiste un’incredibile differenza tra l’essere soli e il sentirsi isolati.

Quando ti senti isolato, pensi all’altro, ne senti la mancanza: si tratta di una condizione negativa.
Hai la sensazione che le cose andrebbero meglio, se l’altro fosse presente – un amico, la moglie, la madre, la persona amata, il marito.
Sarebbe meglio se l’altro fosse presente, ma l’altro non c’è.
Sentirsi isolati è frutto dell’assenza dell’altro.
La solitudine è la presenza di se stessi: è un fenomeno estremamente positivo.
È una presenza, una presenza che straripa.
Sei così carico di presenza che puoi colmarne l’intero universo, e quindi non hai bisogno di nessuno.

- Osho Rajneesh -
La disciplina della trascendenza





Anziché pensare a come ricevere amore, inizia a darlo.
Se lo dai, lo riceverai.
Non esiste altra via.

- Osho Rajneesh -
Innamorarsi dell’amore





Buona giornata a tutti. :-)

mercoledì 21 settembre 2016

Annotazioni nn. 505 e 506.



Kiko Arguello: Annotazioni nn. 505 e 506.
Settimo Sigillo

C'è un dopo? La morte e la speranza (Andrea Galli) «Se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli uomini». Queste parole di san Paolo, scrive il cardinale Camillo Ruini nel suo libro C'è un dopo? La morte e la speranza (Mondadori, pagine 200, euro 19), «esprimono l' acuta consapevolezza che un cristianesimo puramente intramondano ha ben poco valore, anzi è privo di senso». È, quella delle «cose ultime», la verità su cui il messaggio cristiano sta in piedi o cade. Ormai da alcuni anni Ruini, dopo l' abbandono degli incarichi istituzionali, è tornato alla sua prima passione: a battere quelle erano state le sue piste di ricerca durante la docenza presso lo studio teologico interdiocesano di Reggio Emilia, negli anni 70 e 80. Tra queste, gli argomenti a sostegno dell' esistenza di Dio e l' escatologia, nel dialogo tra fede e ragione: i due poli estremi, l' alfa e l' omega della teologia. Nel suo ultimo lavoro (di cui qui a fianco pubblichiamo un estratto, preso dall' introduzione), nel corso di tredici capitoli pensati per un pubblico non solo di addetti ai lavori, Ruini si sofferma dapprima sul tema della morte: come viene interpretata dalle grandi religioni, come è stata affrontata nell' antichità e nel corso della cultura occidentale, fino all' attualità. Fino a quella posizione verso cui oggi sembrano convergere, paradossalmente, le neuroscienze nella loro declinazione più accreditata e una certa sapienza pop (l' autore si confronta a tal proposito con due figure: Tiziano Terzani e di Steve Jobs): l'«alternativa naturalistica», ovvero l' idea che l' uomo destinato sia semplicemente a dissolversi nel grembo di una natura madre o matrigna. La seconda parte del testo è invece dedicata alla risposta cristiana allo scandalo della morte, a come si è chiarita nei secoli la dottrina della Chiesa sulla risurrezione, sul giudizio particolare e quello universale, sulla visione beatifica di Dio, sul purgatorio e l' inferno, fino al mistero della salvezza dei bambini morti senza battesimo. L' odierno silenzio della predicazione sui "novissimi", a cui Ruini fa cenno nell' introduzione, è l' esito di diversi fattori, tra cui un particolare travaglio teologico. Alla fine degli anni 50 del secolo scorso Hans Urs von Balthasar definiva l' escatologia un «focolaio di disordini» in seno alla teologia contemporanea. Di fatto, dopo alcuni secoli di relativa tranquillità, l' escatologia era oggetto di una riscoperta che si sarebbe rivelata tumultuosa e problematica: dall' accusa alla Chiesa di aver contraffatto l' attesa della salvezza imminente e dell' uomo e del mondo, il maranatha, il "Vieni Signore" degli inizi, trasformandola in salvezza dell' anima; alla ripresa del tema della speranza e della liberazione cristiane ma in senso politico; agli effetti della «svolta antropologica», con la sottolineatura della libertà dell' uomo a discapito però della libertà di Dio. Di fronte a ciò Ruini cerca di ricomporre un quadro di insieme, con una scrittura precisa, mostrando come la verità sulla vita eterna che la Chiesa offre all' uomo non solo si è affinata nel tempo e nelle controversie, non solo oggi non teme «un esame attento e onesto delle sue ragioni», ma soprattutto è un abisso di luce che rappresenta la più grande delle consolazioni. 

Kairos: Kiko Arguello

Autunno...🍃🍂🍁






                     Luca Mauceri - Secrets



Autumn in the New Zealand town of Tokoroa


Autunno e altre poesie - Salvatore Quasimodo

Autunno mansueto, io mi posseggo

e piego alle tue acque a bermi il cielo,

fuga soave d’alberi e d’abissi.

Aspra pena del nascere

mi trova a te congiunto;

e in te mi schianto e risano:
povera cosa caduta
che la terra raccoglie.

- Salvatore Quasimodo -




S' ode ancora il mare



Già da più notti s'ode ancora il mare,

lieve, su e giù, lungo le sabbie lisce.

Eco d'una voce chiusa nella mente

che risale dal tempo; ed anche questo
lamento assiduo di gabbiani: forse
d'uccelli delle torri, che l'aprile
sospinge verso la pianura. Già
m'eri vicina tu con quella voce;
ed io vorrei che pure a te venisse,
ora, di me un'eco di memoria,
come quel buio murmure di mare.

- Salvatore Quasimodo -




Ti cammino sul cuore, 

ed è un trovarsi d’astri 

in arcipelaghi insonni.



- Salvatore Quasimodo -




In alto c'è un pino distorto;

sta intento ed ascolta l'abisso

col fusto piegato a balestra.



Rifugio d'uccelli notturni,

nell'ora più alta risuona
d'un battere d'ali veloce.

Ha pure un suo nido il mio cuore
Sospeso nel buio, una voce;
sta pure in ascolto, la notte.



- Salvatore Quasimodo -






Se mi desti t'ascolto, 

e ogni pausa è cielo in cui mi perdo,

serenità d'alberi a chiaro della notte. 



- Salvatore Quasimodo -




Buona giornata a tutti. :-)


Vivaldi  Autumn



Blaga Dimitrova – Amore


Fiori di Poems

Blaga Dimitrova


am-po
Ho perso l’andatura trascurata,
ho perso la mia risata presuntuosa
e il silenzio mite dell’anima,
e la freschezza nello sguardo distratto,
e di notte il sonno

Ho perso i sentieri che mi attiravano,
la ribellione, e la libertà,
l’imprevisto, e il suono dei canti –
ho perso tutto, ma sono la più ricca
la più prodiga del mondo♡
Blaga Dimitrova – Amore


venerdì 16 settembre 2016

Cappella degli Scrovegni


Passaggio a Nord Ovest Cappella degli Scrovegni



"Night and Day" by Cole Porter arranged by Mike Lewis. Performed by the Clear Lake Symphony , Sept. 18, 2015 at Gloria Dei Lutheran Church, Nassau Bay, TX. On the podium: Associate Conductor Robert F. Wall. Annual Fall "Pops" Concert




La Cappela degli Scrovegni - Giotto


La Cappella degli Scrovegni di Giotto. E' un capolavoro della pittura del Trecento italiano ed europeo, considerato il ciclo più completo di affreschi realizzato dal grande maestro toscano nella sua maturità. Giotto termina gli affreschi della Cappella entro i primi mesi del 1306. Il restauro e' iniziato 12 giugno 2001.

da ASSOLO DI POESIA


Luna di Leopardi un po’ malinconica,
Ultima luna d’estate
sospesa a ragnatele di fili d’argento,
inviti a pensieri freddi d’inverno.


Luna di Chagall dal volto giocoso,
ultima luna d’estate chiamata
ad un ballo d’amore e di gioia,
nel tuo nome danziamo anche noi.




MARC CHAGALL, “SAINT JEAN CAP FERRAT”
2016

sabato 10 settembre 2016

Pensa positivo

Signora… lei è ricca? - Jack Canfield & Mark Victor Hansen

Si rannicchiarono dietro la porta doppia: due bambini con i cappotti a brandelli troppo piccoli per loro.
“Ha giornali vecchi, signora?”
Ero indaffarata, volevo rispondere di no…finchè guardai i loro piedi: sandaletti leggeri, inzuppati dal nevischio.
“Entrate e vi farò una tazza di cioccolata calda.”
Non vi fu conversazione. I sandali fradici lasciarono impronte sulla piastra del caminetto.
Servii loro cioccolata e pane tostato con marmellata per fortificarli contro il freddo esterno.
Quindi tornai in cucina e ripresi il mio bilancio familiare…
Il silenzio nel soggiorno mi sorprese. Guardai dentro, la bambina teneva in mano la tazza vuota e la osservava.
Il maschietto mi disse con voce incerta: “Signora… lei è ricca?”
“Se sono ricca? Misericordia, no!” Guardai le consunte foderine del divano.
La bambina rimise la tazza sul suo piattino con cura.
“Le sue tazze sono intonate ai piattini.” Aveva osservato la bambina, con una voce vecchia, con una fame che non veniva dallo stomaco.
Quindi se ne andarono, tenendo i pacchi dei giornali contro il vento, non avevano detto grazie, non ne avevano bisogno. Avevano fatto molto di più.
Tazze e piattini di ceramica azzurra di poco valore. Ma erano intonati.
Diedi un’occhiata alle patate e mescolai il sugo.
Patate e sugo di carne, un tetto sopra alla testa, mio marito con un lavoro sicuro… umile ma sicuro. Anche queste cose erano intonate.
Allontanai le sedie dal fuoco e misi in ordine il soggiorno. 
Le impronte fangose dei sandaletti erano ancora umide sul caminetto. 
Le lasciai lì: voglio che restino lì caso mai mi dimenticassi di nuovo quanto sono ricca.

- Jack Canfield & Mark Victor Hansen -
Brodo caldo per l'anima – Pensa positivo



Moltissime persone vivono una vita vuota e priva di un'anima perché si nutrono di popolarità, apprezzamento, lode, di «io sono O.Κ, tu sei O.Κ», guardami, stammi vicino, sostienimi, apprezzami; si nutrono di potere, di vittorie. 
Voi vi nutrite di questo? Se è così siete morti. 
Avete perso l'anima. 
Nutritevi di materiali diversi, più sostanziosi. Allora assisterete alla trasformazione.

- Anthony de Mello -  


Avevo un nemico che i miei passi seguiva, e per quanto sembri strano non sapevo chi fosse. 
I miei progetti e i miei fini, tutto mi rovinava! 
A causa sua, le mie migliori idee non attuavo. Un giorno lo affrontai e protestai per il suo cinismo: Gli strappai la maschera, ed ero io stesso. 
Da quel giorno tutto è cambiato, perché quel nemico si trasformò in amico.

- Cristina Pelaia -


Buona giornata a tutti. :-)