La biblioteca digitale della letteratura italiana>>>Dal sito web www.letteraturaitaliana.net/

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giovedì 31 dicembre 2015

"Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?" Buon 2016

Originally posted on leggoerifletto

Ringraziamento fine anno - Don Tonino Bello

Eccoci, Signore, davanti a te
dopo aver tanto camminato lungo quest'anno.
Forse mai, come in questo crepuscolo dell'anno,
sentiamo nostre le parole di Pietro:
«Abbiamo faticato tutta la notte,
e non abbiamo preso nulla».
Ad ogni modo, vogliamo ringraziarti ugualmente.
Perché, facendoci contemplare la povertà del raccolto,
ci aiuti a capire che senza di te non possiamo far nulla.
Ci agitiamo soltanto.
Grazie, Signore, perché
se ci fai sperimentare la povertà della mietitura
e ci fai vivere con dolore il tempo delle vacche magre,
tu dimostri di volerci veramente bene,
poiché ci distogli dalle nostre presunzioni
corrose dal tarlo dell'efficientismo,
raffreni i nostri desideri di onnipotenza,
e non ci esponi al ridicolo di fronte alla storia:
anzi di fronte alla cronaca.


- Don Tonino Bello - 

Parole d'amore, ed. La Meridiana




"Non ricordate più le cose passate,
non pensate più alle cose antiche!
Ecco, faccio una cosa nuova:

proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?"


(Isaia 43, 18-19)



Le cose vecchie e la creatura nuova 

“Se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove” (2 Cor 5,17).

Le vecchie cose sono i criteri, i pensieri, le dottrine che regolavano il mondo. Ormai questi sono morti, e sono stati sostituiti dalle cose nuove, da modelli di pensiero e di vita che hanno quale punto dinamico di partenza il Cristo, il Dio che in Gesù è diventato uomo: l’umanità del Cristo è la stella polare che deve orientare l’esistenza del credente, conducendolo verso la creazione di un mondo progressivamente sempre più umano, dove la dignità, la libertà, la diversità di ogni creatura siano sacre e inviolabili.
Per cogliere questa novità Paolo invita i credenti a “rinnovarvi nello spirito della vostra mente e a rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità” (Ef 4,23-24)

 - padre Alberto Maggi - 


Vi auguro sogni
a non finire,
la voglia furiosa
di realizzarne qualcuno,
vi auguro di amare
ciò che si deve amare
e di dimenticare
ciò che si deve dimenticare,
vi auguro passioni,
vi auguro silenzi,
vi auguro il canto degli uccelli
al risveglio
e risate di bambini,
vi auguro di resistere
all’affondamento,
all’indifferenza,
alle virtù negative
della nostra epoca.
Vi auguro soprattutto
di essere voi stessi.



(Jacques Brel)



Preghiera per il nuovo anno

Un nuovo anno comincia 
e invano scruto l'orizzonte
per scorgere in anticipo quello che accadrà.
Davanti al tempo, Signore, 
lo devo ammettere,
avverto tutta la mia fragilità 
e il mio smarrimento.
Non posso sapere con certezza 
quello che accadrà di qui a poche ore
e come posso prevedere ciò che mi riserverà 
questa nuova carovana di giorni?
Non riesco neppure a intravedere le sorprese 
che mi attendono dietro l'angolo
e come posso riconoscere ciò che sta nel cuore di questi mesi?
E tuttavia, Signore, anche se televisioni e giornali
continuano a rovesciare su di me la loro valanga di sciagure,
di notizie sconfortanti, di previsioni nere,
io non voglio lasciarmi vincere dall'ansia
o dallo scoraggiamento dal pessimismo o dalla tensione.
No, Signore, vado incontro a questo nuovo anno 
con fiducia e con speranza.
E sai perché? Qualunque cosa accada, 
ne sono certo, tu sarai con me.

Lettera ai giovani - don Tonino Bello


"Vivete la vita che state vivendo con una forte passione!"

Ricordo i miei anni del ginnasio: un mare di dubbi.
Dubitavo perfino della mia capacità di affrontare la vita. Che età difficile! Hai paura di non essere accettato dagli altri, dubiti del tuo charme, della tua capacità d'impatto con gli altri e non ti fai avanti. E poi problemi di crescita, problemi di cuore...

Ma voi non abbiate paura, non preoccupatevi! Se voi lo volete, se avete un briciolo di speranza e una grande passione per gli anni che avete...cambierete il mondo e non lo lascerete cambiare agli altri.

Vivete la vita che state vivendo con una forte passione. Non recintatevi dentro di voi circoscrivendo la vostra vita in piccoli ambiti egoistici, invidiosi, incapaci di aprirsi agli altri. Appassionatevi alla vita perché è dolcissima.

Mordete la vita!
Non accantonate i vostri giorni, le vostre ore, le vostre tristezze con quegli affidi malinconici ai diari. Non coltivate pensieri di afflizione, di chiusura, di precauzioni. Mandate indietro la tentazione di sentirvi incompresi.
Non chiudetevi in voi stessi, ma sprizzate gioia da tutti i pori.

Bruciate...perché quando sarete grandi potrete scaldarvi ai carboni divampati nella vostra giovinezza.
Incendiate...non immalinconitevi. Perché se voi non avete fiducia, gli adulti che vi vedono saranno più infelici di voi.

Coltivate le amicizie, incontrate  la gente.
Voi crescete quanto più numerosi sono gli incontri con la gente, quante più sono le persone a cui stringete la mano.
Coltivate gli interessi della pace, della giustizia, della solidarietà, della salvaguardia dell'ambiente

Il mondo ha bisogno di giovani critici.
Vedete! Gesù Cristo ha disarmato per sempre gli eserciti quando ha detto: "rimetti la spada nel fodero, perché chi di spada ferisce, di spada perisce". Ma noi cristiani non siamo stati capaci di fare entrare nelle coscienze questo insegnamento di Gesù.

Diventate voi la coscienza critica del mondo. Diventate sovversivi. Non fidatevi dei cristiani "autentici" che non incidono la crosta della civiltà. Fidatevi dei cristiani "autentici sovversivi" come San Francesco d'Assisi che ai soldati schierati per le crociate sconsigliava di partire.
Il cristiano autentico è sempre un sovversivo; uno che va contro corrente non per posa ma perché sa che il Vangelo non è omologabile alla mentalità corrente.

E verranno i tempi in cui non ci saranno più né spade e né lance, né tornado e né aviogetti, né missili e né missili-antimissili. Verranno questi tempi. E non saremo più allucinati da questi spettacoli di morte!

Non so se li ricordate, se li avete letti in qualche vostra antologia quei versi di Neruda in cui egli si chiede cosa sia la vita. Tunnel oscuro,- dice - tra due vaghe chiarità o nastro d'argento su due abissi d'oscurità? Quando ero parroco li citai durante una messa con i giovani. Poi chiesi: perché la vita non può essere un nastro d'argento tra due vaghe chiarità, tra due splendori?
Non potrebbe essere così la vostra vita?
 


Vi auguro davvero che voi la vita possiate interpretarla in questo modo bellissimo.

(don Tonino Bello)
                                                       Fonte:  "Senza misura" di don Tonino Bello, ed. La Meridiana
Don Tonino
La Chiesa non cessa mai di proclamare la verità che la pace nel mondo affonda le sue radici nel cuore degli uomini, nella coscienza di ogni uomo e di ogni donna. La pace può essere soltanto il frutto di un cambiamento spirituale, che inizia nel cuore di ogni essere umano e che si diffonde attraverso le comunità. La prima di queste comunità è la famiglia. È la famiglia la prima comunità ad essere chiamata alla pace, e la prima comunità a ricercare la pace – pace e amicizia fra gli individui e i popoli. (Beato Giovanni Paolo II)
L'ultimo giorno del 2011.
Con  quale cuore facciamo gli auguri di Buon 2012? Un altro anno è passato su una Terra piena di guerre, morti, violenze inaudite su popoli inermi, guerre civili, guerre per imporre il proprio credo, fame, distruzione? Un altro anno passato con popoli che si stanno armando per preparare altre guerre. Scienziati pazzi , che al posto di essere rinchiusi in manicomio, hanno ricevuto  i finanziamenti (da chi?) e sono riusciti a costruire in laboratorio il virus perfetto, indistruttibile....che ci distruggerà tutti. Affidiamo tutte le nostre preoccupazioni nelle mani del Signore; a Lui affidiamo i nostri familiari, i nostri amici, le persone che conosciamo e anche quelle che non conosciamo.  Sono le 6 del mattino, prima dello scoccare della mezzanotte entriamo in una chiesa e preghiamo per la pace e secondo le intenzioni del Santo Padre. Pace! Buon 2016. Stefania



L'augurio per  un anno di serenità ....  per ognuno di voi !  :-)



Meditazione di fine anno ...Buon 2016.

Originally posted on leggoerifletto

Meditazione di fine anno - don Tonino Bello

Eccoci, Signore, alla fine di questo lungo anno davanti a te.
Col fiato grosso, dopo aver tanto camminato.
Ma se ci sentiamo sfiniti, non è perché abbiamo percorso un lungo tragitto, o abbiamo coperto chissà quali interminabili rettilinei.
È perché, purtroppo, molti passi, li abbiamo consumati sulle viottole nostre, e non sulle tue: seguendo i tracciati involuti della nostra caparbietà faccendiera, e non le indicazioni della tua Parola; confidando sulla riuscita delle nostre estenuanti manovre, e non sui moduli semplici dell'abbandono fiducioso in te.
Forse mai, come in questo crepuscolo dell'anno, sentiamo nostre le parole di Pietro: "Abbiamo faticato tutta la notte, e non abbiamo preso nulla".
Ad ogni modo, vogliamo ringraziarti ugualmente. Perché, facendoci contemplare la povertà del raccolto, ci aiuti a capire che senza di te non possiamo far nulla. Ci agitiamo soltanto.
Grazie, perché obbligandoci a prendere atto dei nostri bilanci deficitari, ci fai comprendere che, se non sei Tu che costruisci la casa, invano vi faticano i costruttori.
E che, se Tu non custodisci la città, invano veglia il custode.
E che alzarsi di buon mattino, come facciamo noi, o andare tardi a riposare per assolvere ai mille impegni giornalieri, o mangiare pane di sudore, come ci succede ormai spesso, non è un investimento redditizio se ci manchi Tu.
Il Salmo 127, avvertendoci che, il pane, Tu ai tuoi amici lo dai nel sonno, ci rivela la più incredibile legge economica, che lega il minimo sforzo al massimo rendimento. Ma bisogna esserti amici. Bisogna godere della tua comunione.
Bisogna vivere una vita interiore profonda. Se no, il nostro è solo un tragico sussulto di smanie operative, forse anche intelligenti, ma assolutamente sterili sul piano spirituale.
Grazie, Signore, perché, se ci fai sperimentare la povertà della mietitura e ci fai vivere con dolore il tempo delle vacche magre, tu dimostri di volerci veramente bene, poiché ci distogli dalle nostre presunzioni corrose dal tarlo dell'efficientismo, raffreni i nostri desideri di onnipotenza, e non ci esponi al ridicolo di fronte alla storia: anzi, di fronte alla cronaca.
Ma ci sono altri motivi, Signore, che, al termine dell'anno, esigono il nostro rendimento di grazie.
Grazie, perché ci conservi nel tuo amore.
Perché ancora non ti è venuto il voltastomaco per i nostri peccati.
Perché continui ad aver fiducia in noi, pur vedendo che tantissime altre persone ti darebbero forse ben diverse soddisfazioni.
Grazie, perché non solo ci sopporti, ma ci dai ad intendere che non sai fare a meno di noi.
Perché ci infondi il coraggio di celebrare i santi misteri, anche quando la coscienza della nostra miseria ci fa sentire delle nullità e ci fa sprofondare nella vergogna.
Grazie, perché ci sai mettere sulla bocca le parole giuste, anche quando il nostro cuore è lontano da te.
Perché adoperi infinite tenerezze, preservandoci da impietosi rossori, e non facendoci mancare il rispetto dei fedeli, la comprensione dei collaboratori, la fiducia dei poveri.
Grazie, perché continui a custodirci gelosamente, anzi, a nasconderci, come fa la madre con i figli più discoli.
Perché sei un amico veramente unico, e ti sei lasciato così sedurre dall'amore che ci porti, che non ti regge l'animo di smascherarci dinanzi alla gente, e non fai venir meno agli occhi degli uomini i motivi per i quali, nonostante tutto, continuiamo a essere reverendi.
Grazie, Signore, perché non finisci di scommettere su di noi.
Perché non ci avvilisci per le nostre inettitudini.
Perché, al tuo sguardo, non c'è bancarotta che tenga.
Perché, a dispetto delle letture deficitarie delle nostre contabilità, non ci fai disperare. Anzi, ci metti nell'anima un così vivo desiderio di ricupero, che già vediamo il nuovo anno come spazio della Speranza e tempo propizio per sanare i nostri dissesti.
Spogliaci, Signore, d'ogni ombra di arroganza.
Rivestici dei panni della misericordia e della dolcezza.
Donaci un futuro gravido di grazia e di luce e di incontenibile amore per la vita.
Aiutaci a spendere per te Tutto quello che abbiamo e che siamo. E la Vergine tua madre ci intenerisca il cuore. Fino alle lacrime. Amen

don Tonino Bello


«Al termine di un altro anno, la Chiesa, “casa” nella quale il Verbo fatto uomo si compiace di abitare, famiglia di Dio che cammina nel timore del Signore verso il compimento del tempo, desidera riconoscere di essere stata “benedetta” da Dio, con ogni benedizione spirituale in Cristo Gesù (cf. Ef 1,2). 

Contemporaneamente, essa sente il bisogno di benedire e ringraziare colui dal quale proviene ogni dono perfetto e in cui non c’è variazione né ombra di cambiamento (cf. Gc 1,16). 

Carissimi fratelli e sorelle, siamo qui, stasera, proprio per rispondere a questo intimo bisogno dell’animo: per cantare il nostro “Te Deum” e celebrare l’Eucaristia, che è appunto rendimento di grazie, per gli innumerevoli benefici a noi concessi dalla bontà divina anche nell’anno appena trascorso.»

- san Giovanni Paolo II, papa -
omelia per la Messa di fine anno e “Te Deum” di ringraziamento al Signore - 31 dicembre 1989



...Un altro anno si avvia a conclusione mentre ne attendiamo uno nuovo: con la trepidazione, i desideri e le attese di sempre. Se si pensa all'esperienza della vita, si rimane stupiti di quanto in fondo essa sia breve e fugace...
Come è suggestivo, in questo tramonto di un anno, riascoltare l'annuncio gioioso che l'apostolo Paolo rivolgeva ai cristiani della Galazia: "Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessero l'adozione a figli". (Gal 4,4-5). 
Queste parole raggiungono il cuore della storia di tutti e la illuminano, anzi la salvano, perché dal giorno del Natale del Signore è venuta a noi la pienezza del tempo. 
Non c'è, dunque, più spazio per l'angoscia di fronte al tempo che scorre e non ritorna; c'è adesso lo spazio per una illimitata fiducia in Dio, da cui sappiamo di essere amati, per il quale viviamo e al quale la nostra vita è orientata in attesa del suo definitivo ritorno. 
Da quando il Salvatore è disceso dal cielo, l'uomo non è più schiavo di un tempo che passa senza un perché, o che è segnato dalla fatica, dalla tristezza, dal dolore. 
L'uomo è figlio di un Dio che è entrato nel tempo per riscattare il tempo dal non senso o dalla negatività e che ha riscattato l'umanità intera, donandole come nuova prospettiva di vita l'amore, che è eterno...
-Papa Benedetto XVI - 
dalla "Omelia per i Vespri e Te Deum" - 31 dicembre 2011 -



Preghiera per l'ultimo giorno dell'anno 

O Dio onnipotente, Signore del tempo e dell'eternità, 
io ti ringrazio perchè lungo tutto il corso di quest'anno
mi hai accompagnato con la tua grazia
e mi hai ricolmato dei tuoi doni e del tuo amore.
Voglio esprimerti la mia adorazione,
la mia lode e il mio ringraziamento.
Ti chiedo umilmente perdono, o Signore,
dei peccati commessi, di tante debolezze e di tante miserie.
Accogli il mio desiderio di amarti di più
e di compiere fedelmente la tua volontà
per tutto il tempo di vita che ancora mi concederai.
Ti offro tutte le mie sofferenze e le buone opere che,
con la tua grazia, ho compiuto.
Fa che siano utili, o Signore, per la salvezza
mia e di tutti i miei cari. Amen.




- Dedicato a tutti quelli che vogliono guardarsi dentro per tornare a guardare fuori. L'ultimo giorno del 2015. -


Non è stato facile sorridere mentre tutto crollava, non è stato facile ricominciare mentre tutto finiva, non è stato facile sperare mentre le persone più care ci lasciavano, non è stato facile continuare ad amare mentre vedevamo attorno a noi così tanto odio. 
Eppure è stato possibile. 
In mezzo al fango, in mezzo alle tragedie di tutti i giorni, in mezzo alla grigia noia, tutto questo è stato possibile. 
Magari ci è costato qualche lacrima non vista da nessuno, qualche silenzio pieno di sofferenza, qualche finta allegria che potesse far capire al mondo che "andava tutto bene". 
Eppure è successo ed è per questo, non per le foto di facebook o per gli auguri in bacheca, che possiamo dire che il nostro è stato un anno meraviglioso. 
Pieno di quella vita che non è applauso e successo, ma respiro e dedizione.
Buon anno!  Sono le 5 del mattino, prima dello scoccare della mezzanotte entriamo in una chiesa e preghiamo per la pace e secondo le intenzioni del Santo Padre. 
Pace! Buon 2016. 
Stefania   leggoerifletto

mercoledì 30 dicembre 2015

Che cos’è il PM10? Il Particolato

Che cos’è il PM10?



Articolo da Scientificast.it


Sono giorni di grande preoccupazione per l’ambiente e la nostra salute. L’insistenza dell’alta pressione sul bacino del Mediterraneo sta determinando un lungo periodo privo di precipitazioni (ormai più di 90 giorni) e una persistente cappa di smog che opprime in particolare le regioni del nord e la Pianura Padana.

Tra tutti gli indici dell’inquinamento atmosferico, in questi giorni sta facendo molto parlare di sé il PM10. Ma di cosa si tratta nello specifico e perché dovremmo preoccuparcene?

PM10 è un acronimo che significa Particulate Matter ≤ 10 µm, ovvero materiale particolato con dimensione inferiore o uguale a 10 micrometri; con la stessa origine ma dimensione ancora inferiore, viene considerato un potente inquinante anche il PM2,5. Si tratta in entrambi i casi di materiale allo stato solido o liquido, disperso finemente nella bassa atmosfera e particolarmente stanziale in condizioni meteorologiche simili a quelle attuali.

L’origine di tale particolato può essere naturale: ne fanno parte, per esempio, il particolato espulso durante le eruzioni di vulcani, oppure i prodotti della combustione del legno sviluppati durante gli incendi, oppure ancora i pollini vegetali dispersi nell’aria in primavera. Non sono queste cause naturali, però, a destare preoccupazione in questi giorni invernali: la preoccupazione deve infatti provocarla il nostro forte legame con i combustibili fossili per l’autotrazione e il riscaldamento.
Nonostante si inizino a muovere passi decisi verso una maggiore sostenibilità ambientale, i combustibili fossili hanno ancora un ruolo innegabile nella nostra economia e per il nostro sistema energetico, benché il loro consumo sia in calo nei paesi occidentali. Proprio alla combustione di gasolio, kerosene e benzine dobbiamo la maggior parte del particolato in sospensione nell’aria.


Continua la lettura su Scientificast.it 


Fonte: Scientificast.it



Autore: Paolo Bianchi



Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.



Articolo tratto interamente da 
Scientificast.it






Pubblicato da Web sul blog



Il Particolato pdf

La Morte del Tempo"...La morte degli innamorati...'O lente lente currite noctis equi'

Originally posted on leggoerifletto

da: "La Morte del Tempo" - Giancarlo Petrella

Ed ecco Lucifero dalle ali stupendamente blu; occhi finissimi, zigomi accentati, pelle bianchissima più de le nuvole del suo infinito oppositore, labbra carnose di odio, naso perfetto come 'l suono perpetuo dei suoi fiumi infernali allattati dal pianto dei dannati. Capelli color dell'oro ove punte di sangue innocente trovano luogo e denti bianchi ribelli alle tenebre. 
I demoni, affogati dalla saliva dell'odio, lo venerano, Padre lo chiamano, ed in questa valle sconsolata, il punto più in basso dell'universo, lo adorano; ma lui è per sé solo. 
Non meno angosciato è il Dio dei cieli che diletta i secoli con l'indifferenza; e di indifferenza governa la terra. Queste anime dannate, l'una verso l'altra di amore si cibavano, imperano questo regno del pianto; per orgoglio rimangono eretti nei propri troni, credendo di essere l'un più in alto dell'altro; perché a seconda del punto di vista si vede in profondità l'altro. 
Così Lucifero, volgendo li occhi al cielo, che per lui è sotto di lui, ricorda il suo amato e così, con non minore amore, il Dio volge li occhi stupendi alla sua anima ritrovando Lucifero venerato. 
Il Dio possiede un trono bellissimo, con oro che disgusterebbe persino il più avaro fra li uomini, il celeste regna come nelle sue pupille, giacinto giunto dal regno dell'azzurro; il suo volto eternamente fanciullo ha fatto innamorare Venere e l'intero creato si muove come atto di preghiera; la sua magnificenza è tale che giustamente gli scarafaggi umani lo venerano. 
Entrambi per amore tollerano l'esistenza dell'altro. Egli venera l'amato Lucifero; nel silenzio della sua anima. Ecco! parliamo di quell'anima che gli eserciti degli angeli da secoli hanno tentato di penetrare con i loro sguardi capaci di comprendere gli universi; i suoi capelli neri hanno saziato la notte, mentre il dorato trova nella sua pelle luogo e tempo. 
Tutte le sofferenze di tutti i secoli e di tutte le lande del pianto degli umani sono un nulla di fronte alle lacrime di Lucifero: di lui il popolo dei morti, tormentato dal castigo eterno della fine del desiderio, ne ha compassione e non solo per se stesso piange, ma soprattutto per il suo imperatore; splendono di più le lacrime che le stelle. Oh Lucifero, maladetta aurora, dimentica le cose del giorno; abbracciati, poiché nessuno questa notte ti abbraccerà.

Luogo è dall'albe remoto; nel centro dell'universo l'oscurità sogna e l'incubo vien tradito da lucciole che sono le lacrime dei dannati. Si intravede, attraverso un blu nervosamente, un colle ove sopra regna, nero come un livido, come un capezzolo di un'arpia, un maestoso castello relitto di tempi eterni; mura malefiche, come peccati taciuti o promesse rinnegate, si alzano al cielo come bestemmie; piante malefiche, di un verde cinereo, si strusciano come lingue di peccatrici alzandosi fra le mura come urla; di lontano, sull'orizzonte, si intravedono le crudeli cupole del globo che fan da cappello alla lordura delle basiliche. A nessuno, neppure ai demoni più fedeli, neppure ai segugi infernali che allietano il male che non dorme mai, è concesso di entrare: nella sala più vasta, nel trono imperiale, rosso di sangue, impossibile che la mente guardi altro che, in qualche modo, lì è reso perfetto e rassicura dell'oscurità che lo circonda, lo 'mperator del doloroso regno si erge. 
Ghigna il sudore, estraneo così a qualunque minatore di inferni artificiali; come quando un treno passaci così velocemente accanto che l'aria regola e qualità non possiede, così il naso non detiene argomenti; la lingua sente il peso di una gravità nuova che la inchioda, nessuna favella, incatenate nell'animo come un mastino infernale che ha poteri sovrumani ma la sua frenesia ammutolita dal greve suono delle catene; pur li occhi tradiscono un desiderio infinito. Come i fulmini nascono dall'incontro della crosta terrestre con le reliquie del cosmo; così la paura è tale che false ombre crea. Ah come lacrimano gli occhi; esistono enti indefinibili, eppure, nominandoli, li distinguiamo (mirate un'ondulazione sopra un suolo bollente, intuirete) così lo sguardo non si possiede, eppur sa di vedere. Nel trono dell'imperatore, tali parole si possono leggere:

È giusto; dimenticano i viventi

le parole retro le quali torme

indistinte dell'esistenza vivono;

eppur il mio popolo ancora sogna,

e non può fa' altro che 'l sognare il sempre.

Nervosamente, senz'alcun movimento umano, Lucifero muove i capelli, e sì facendo un suono stridulo ne esce; che le orecchie si dilaniano ed in un mare di sangue trovano l'agognato silenzio. Appare l'ultima volta, accanto a Lucifero, Maldoror, che rappresenta la perpetuità, che simboleggia il sempre, ci guardiamo ne li occhi e ci giuriamo un amore dilaniante. Qui termina il podere dello spazio esteso: uno Shinigami dalle ali nere come il tradimento e dai denti sporchi come la falsità dei cieli, con le unghie carche di secoli di angoscia, scrive questo nome sul suo braccio e ghigna per la fiera preda che ottiene; ma non smette di vaneggiar la valle d'abisso nel mio desiderio.
  
da:  La Morte del Tempo di Giancarlo Petrella, ed. Feltrinelli



Ah, Faust,
Adesso non hai che un'ora da vivere,
E poi sarai dannato in eterno.
Sfere celesti in moto perpetuo, fermatevi,
Che il tempo possa cessare e mezzanotte mai giungere.
Occhio lieto della Natura, sorgi, sorgi ancora e fai
Un giorno eterno: o lascia quest'ora essere
Un anno, un mese, una settimana, un giorno,
Che Faust possa pentirsi, e l'anima salvare.
'O lente lente currite noctis equi'

C. Marlowe - 
da: Il Dottor Faust





La morte degli innamorati

Lui sapeva della morte solo
quello che tutti sanno: che ci prende
e nella muta dimora ci spinge.
Ma quando lei da lui, no, non strappata,

ma lievemente sciolta dai suoi occhi,
scivolò ad ombre ignote, e lui sentì
che laggiù il suo sorriso di fanciulla
era come una luna a far del bene;

Allora i morti a lui furono noti,
quasi per lei di loro con ognuno
fosse parente: e lasciò parlare gli altri,

Senza prestarvi fede, e quella terra
Dolcissima  chiamò, ed ameno luogo.
E  la tastò per giungere ai suoi piedi.

- Rainer Maria Rilke -



Buona giornata a tutti. :-)

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