La biblioteca digitale della letteratura italiana>>>Dal sito web www.letteraturaitaliana.net/

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domenica 26 novembre 2017

Annotazioni

Argüello: “Il mio libro, un testamento spirituale. Carmen, insostituibile…”

L’iniziatore del Cammino Neocatecumenale presenta il nuovo volume “Annotazioni” che raccoglie riflessioni, preghiere, poesie dal 1988 al 2014 e racconta della prossima missione di evangelizzazione in tutto il mondo 


Kiko Argüello Con Il Suo Libro "Annotazioni" (Ed. Cantagalli) - Foto: ZENIT - SC
“Nel mio petto, Signore, hai aperto una fessura. È un abisso oscuro, un universo che ti anela. In esso mi perdo e soffro”. “Concedimi di volerti bene, Signore”. “Arma del cristiano, la preghiera”. Sono solo alcune delle 506 preghiere, riflessioni, poesie, pensieri, che Kiko Argüello ha annotato su un piccolo taccuino per circa 25 anni e che ora vengono rese pubbliche in un libro.“Annotazioni” il titolo del volume dell’iniziatore del Cammino Neocatecumenale, il secondo dopo il best-seller del 2012 “Il Kerygma. Nelle baracche con i poveri”. Edito da Cantagalli, con la prefazione del cardinale Ricardo Blázquez, presidente della Conferenza Episcopale Spagnola, il libro viene presentato oggi, venerdì 25 novembre, al Teatro Olimpico di Roma, dallo stesso Argüello insieme al cardinale Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e a Graziano Delrio, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Prima dell’incontro, Kiko ha concesso un’intervista esclusiva a ZENIT.***Come definirebbe il suo libro? E perché la necessità di pubblicare queste riflessioni che risultano, a tratti, così intime?Sono state le sofferenze che ho avuto, momenti di “rigurgito” spirituale, di sfogo, durante i quali ho iniziato a fare un dialogo con me stesso scrivendo su un quaderno. Ho scritto, anno dopo anno, queste annotazioni… Mai avrei pensato di pubblicarle! Dal 1988 portavo queste carte nella borsa e dato che mi si stavano distruggendo ho chiesto ad un amico di trasferirle sul computer. Lui mi ha detto: “Kiko, questo è fortissimo, perché non lo pubblichi? Farebbe molto bene ai fratelli del Cammino, perché qui c’è la tua anima”. Ci ho pensato e, su incitazione anche della BAC (Biblioteca de Autores Cristianos), ho deciso di scrivere allora il libro che considero una sorta di “testamento spirituale”, un regalo per le mie comunità fondate a Madrid, a Roma, nel mondo, a cui voglio molto bene. Eccolo qui (mi mostra il volume), mi vergogno di leggerlo, perché è troppo intimo… Però a qualcuno magari farà del bene. In quel caso, benedetto sia il Signore!La morte di Carmen a luglio ha contribuito in qualche modo?Sicuramente ha accelerato la pubblicazione, perché mi ha fatto rendere conto che presto anche io morirò. Ho pensato allora che qualcuno avrebbe trovato questi fogli. Chi li avrebbe pubblicati? Chi li avrebbe presentati? Forse, ho riflettuto, è meglio che lo faccia io stesso prima di morire.A proposito di Carmen, sono tanti fuori e dentro il Cammino che si domandano se sarà sostituita…Ci abbiamo pensato e abbiamo valutato mille ipotesi. Però pensiamo di no: finché io e padre Mario (Pezzi, il sacerdote terzo responsabile dell’èquipe internazionale del Cammino Neocatecumenale, ndr) siamo in salute andiamo avanti come due apostoli. Alcuni fratelli ci aiutano nell’evangelizzazione e in altre cose pratiche di tutti i giorni. Ma non pensiamo di sostituire Carmen, anche perché lei è insostituibile.Le manca?Eh sì, non poco.Che ricordo ha di quella che è stata sua compagna di evangelizzazione per così tanto tempo?Carmen è stata meravigliosa. Un amore a Cristo impressionante. Dio ci ha unito e preparato per questa opera grande in mezzo ai poveri. Abbiamo portato l’iniziazione cristiana nelle parrocchie, almeno in quelle che lo hanno voluto, e la gente ha scoperto cosa vuol dire essere cristiani. Essere cristiani è la cosa più grande che possa esserci nella vita. È la partecipazione alla vita di Cristo, alla vita divina, all’amore di Dio che ama in maniera sorprendente fino a morire crocifisso come l’ultimo della terra. Sulla scia dei ricordi, il Cammino Neocatecumenale tra qualche anno celebra il suo 50° anniversario. Qual è la prima cosa che le viene in mente ripercorrendo questo mezzo secolo?Penso soprattutto al fatto che insieme a Carmen abbiamo viaggiato per il mondo intero: tutta l’America, tutta l’Asia, tutta l’Europa, predicando il Vangelo nelle Chiese, nelle piazze, negli Stadi. Quanti giovani abbiamo incontrato, migliaia! Quante vocazioni al sacerdozio, alla vita consacrata, alla missione, il Signore ha suscitato! Davvero Dio non ci ha voluto tenere fermi un istante… Ha fatto tutto Lui con il suo zelo di salvare l’umanità, e noi siamo stati solo strumenti. Si sente soddisfatto?Sì sono contento, ma sempre sofferente! Mi considero un peccatore, un poveraccio, non so perché Dio mi dà questi sentimenti…. Sinceramente, quale crede che sia stato il contributo che il Cammino ha dato alla Chiesa?Sono stati i Papi stessi a riconoscere sempre il grande contributo del Cammino Neocatecumenale alla Chiesa, non ultimo Papa Francesco che ci vuole molto bene e che lo ha definito “un dono”. Credo che il Cammino sia servito anche ad uscire dai limiti del clericalismo che, come dice spesso il Santo Padre, è uno dei “cancri” della Chiesa. A 50 anni dal Concilio, sono tanti ancora nella Chiesa che non sopportano che un laico dica certe cose, è un’anomalia, o che il Signore possa dare un carisma a un laico, perché questo significa avere “potere”. Questo ancora oggi ci fa un po’ soffrire, ma Cristo ha sofferto molto più di noi.Si prevede qualche novità per il futuro?Il futuro? Il futuro è nelle mani di Dio! Proseguiamo con l’evangelizzazione nelle parrocchie: sono tante quelle nuove nel mondo che hanno aperto le porte a questa realtà di iniziazione cristiana. E poi le missio ad gentes, che sono un aiuto soprattutto per le famiglie a farle rimanere unite. Prosegue, invece, l’evangelizzazione in Asia? Assolutamente! Il Papa ha già inviato circa 400 famiglie in Asia: si sta aprendo la Mongolia, il Laos, il Vietnam e anche, poco a poco, la Cina. Parlavo giorni fa con l’arcivescovo di Pechino che mi ha detto: “Abbiamo bisogno di voi, perché abbiamo urgente bisogno di un nuovo catecumenato”. Hanno aperto tantissime Chiese ma ci sono cinesi che non sanno niente di Cristo, del cristianesimo, non si sa come educarli, come avvicinarli alla Chiesa…. Io ho detto: “Stiamo preparando 20mila sacerdoti per la Chiesa in Cina, ma siamo ancora troppo pochi, come fare?”. D’altro canto, cosa sono 20mila sacerdoti per oltre 300mila Chiese? Niente. La Cina è immensa, ma adesso è in un momento di kayròs, ha bisogno di apostoli. E noi, nella misura del possibile, proviamo a favorire l’evangelizzazione. Nei seminari Redemptoris Mater dico di preparare un gruppo per la Cina, per portare Gesù Cristo. In Cina, infatti, ora ci sono solo i soldi… Soldi, soldi, soldi… E, come dice sempre il Papa, i soldi sono l’anti-Dio.Invece in Europa, ha detto in diverse occasioni, si rischia l’apostasia…No, no, non si rischia l’apostasia, l’Europa è già nell’apostasia. E questo è un fatto serio, è la preparazione dell’Anticristo. San Paolo dice nella seconda Lettera ai Tessalonicesi che: “Prima verrà l’apostasia e si rivelerà l’uomo dell’iniquità”, ma “il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca”. Noi pensiamo che questo soffio sia l’annuncio del kerygma. Per questo stiamo preparando per i prossimi mesi una missione in tutto il mondo di migliaia di apostoli che, a due a due, “senza borsa né denaro”, annuncino l’amore di Dio per la strada.
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Promemoria

sabato 18 novembre 2017

Cina, la biblioteca futuristica di Tianjin.

FOTO | Sky TG24

Cina, la biblioteca futuristica di Tianjin. FOTO •Getti Images

Con il suo aspetto da film di fantascienza, la creazione dello studio di architettura olandese MVRDV si estende per 33mila metri quadrati e contiene 1,2 milioni di libri. 

LA FOTOGALLERY >>>tg24.sky.it/mondo/photogallery/2017/11/18/cina-libreria-tianjin.html

venerdì 17 novembre 2017

Puoi , leggere,leggere,leggere, che è la cosa più bella che si possa fare in gioventù:e piano piano ti sentirai arricchire dentro, sentirai formarsi dentro di te quell’esperienza speciale che è la cultura.

Alla mia nazione

Pier Paolo Pasolini (Bologna5 marzo 1922 – Roma2 novembre 1975


By leggoerifletto

La meglio gioventù - Pier Paolo Pasolini

Un poco ubriachi cantano, alla mattina presto,
coi fazzoletti rossi stretti intorno alla gola,
poi comandano rauchi quattro litri di vino
e caffè per le ragazze, che ormai tacciono piangendo.
Venite, treni, caricate questi giovani che cantano
coi loro blusoni inglesi e le magliette bianche.
Venite, treni, portate lontano la gioventù
a cercare per il mondo ciò che qui è perduto.
Portate, treni, per il mondo, a non ridere mai più,
questi allegri ragazzi scacciati dal paese.




Che cos'è che ha trasformato i proletari e i sottoproletari italiani, sostanzialmente, in piccolo borghesi, divorati, per di più, dall'ansia economica di esserlo? 
Che cos'è che ha trasformato le "masse" dei giovani in "masse" di criminaloidi? L'ho detto e ripetuto ormai decine di volte: una "seconda" rivoluzione industriale che in realtà in Italia è la "prima": il consumismo che ha distrutto cinicamente un mondo "reale", trasformandolo in una totale irrealtà, dove non c'è più scelta possibile tra male e bene. Donde l'ambiguità che caratterizza i criminali e la loro ferocia, prodotta dall'assoluta mancanza di ogni tradizionale conflitto interiore. Non c'è stata in loro scelta tra male e bene: ma una scelta tuttavia c'è stata: la scelta dell'impietrimento, della mancanza di ogni pietà.



 Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico
ma nazione vivente, ma nazione europea:
e cosa sei? Terra di infanti, affamati, corrotti,
governanti impiegati di agrari, prefetti codini,
avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi,
funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,
una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino!
Milioni di piccoli borghesi come milioni di porci
pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti,
tra case coloniali scrostate ormai come chiese.
Proprio perché tu sei esistita, ora non esisti,
proprio perché fosti cosciente, sei incosciente.
E solo perché sei cattolica, non puoi pensare
che il tuo male è tutto male: colpa di ogni male.
Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo.



Alla mia nazione


Poesie mondane - Pier Paolo Pasolini

Ci vediamo in proiezione, ed ecco
la città, in una sua povera ora nuda,
terrificante come ogni nudità.
Terra incendiata il cui incendio
spento stasera o da millenni,
è una cerchia infinita di ruderi rosa,
carboni e ossa biancheggianti, impalcature
dilavate dall'acqua e poi bruciate
da nuovo sole. La radiosa Appia
che formicola di migliaia di insetti
- gli uomini d'oggi - i neorealistici
ossessi delle Cronache in volgare.
Poi compare Testaccio, in quella luce
di miele proiettata sulla terra
dall'oltretomba. Forse è scoppiata,
la Bomba, fuori dalla mia coscienza.
Anzi, è così certamente. E la fine
del Mondo è già accaduta: una cosa
muta, calata nel controluce del crepuscolo.
Ombra, chi opera in questa èra.
Ah, sacro Novecento, regione dell'anima
in cui l'Apocalisse è un vecchio evento!
Il Pontormo con un operatore
meticoloso, ha disposto cantoni
di case giallastre, a tagliare
questa luce friabile e molle,
che dal cielo giallo si fa marrone
impolverato d'oro sul mondo cittadino...
e come piante senza radice, case e uomini,
creano solo muti monumenti di luce
e d'ombra, in movimento: perché
la loro morte è nel loro moto.
Vanno, come senza alcuna colonna sonora,
automobili e camion, sotto gli archi,
sull 'asfalto, contro il gasometro,
nell'ora, d'oro, di Hiroscima,
dopo vent'anni, sempre più dentro
in quella loro morte gesticolante: e io
ritardatario sulla morte, in anticipo
sulla vita vera, bevo l'incubo
della luce come un vino smagliante.
Nazione senza speranze! L'Apocalisse
esploso fuori dalle coscienze
nella malinconia dell'Italia dei Manieristi,
ha ucciso tutti: guardateli - ombre
grondanti d'oro nell'oro dell'agonia.







L'occhio guarda, per questo è fondamentale. 
È l’unico che può accorgersi della bellezza. La visione può essere simmetrica lineare o parallela in perfetto affiancamento con l’orizzonte. Ma può essere anche asimmetrica, sghemba, capricciosa, non importa, perché la bellezza può passare per le più strane vie, anche quelle non codificate dal senso comune. E dunque la bellezza si vede perché è viva e quindi reale. Diciamo meglio che può capitare di vederla. Dipende da dove si svela. Ma che certe volte si sveli non c’è dubbio […]. Il problema è avere occhi e non saper vedere, non guardare le cose che accadono, nemmeno l’ordito minimo della realtà. Occhi chiusi. Occhi che non vedono più. Che non sono più curiosi. Che non si aspettano che accada più niente. Forse perché non credono che la bellezza esista. Ma sul deserto delle nostre strade Lei passa, rompendo il finito limite e riempiendo i nostri occhi di infinito desiderio.





Puoi leggere, leggere, leggere, che è la cosa più bella che si possa fare in gioventù: e piano piano ti sentirai arricchire dentro, sentirai formarsi dentro di te quell'esperienza speciale che è la cultura.







Buona giornata a tutti. :-)



giovedì 16 novembre 2017

SI SALVI CHI VUOLE – Manuale di imperfezione spirituale

Avete letto di tutto, dalle regole giapponesi al metodo danese, avete ascoltato guru improbabili, dal Grande Cocomero ai maestri orientali. Perché non provare allora a riscoprire una tradizione che, almeno, ha duemila anni di storia e miliardi di clienti molto soddisfatti e indubbiamente rimborsati? Recintare uno spazio per l’incontro con Dio, il totalmente Altro, e cercare di difenderlo a ogni costo è decisivo per la nostra felicità, eppure molti di noi procedono improvvisando, a tratti, con le energie residue, quando si ricordano. Ma come si fa a organizzare una vita spirituale nelle nostre giornate troppo connesse, compresse, piene di urgenze che altri hanno deciso per noi? Costanza Miriano – moglie carente, madre limitata, lavoratrice in ritardo – prova a proporre una regola di vita fondata su cinque pilastri:
preghiera, parola di Dio, confessione, Eucaristia, digiuno.
Tante persone questa regola già cercano…
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Italia da record per patrimonio Unesco


Palmanova UNESCO
www.famigliacristiana.it/articolo/record-dell-italia-di-siti-unesco-e-adesso

Un Italia da record, è il Paese con il più alto numero al mondo di bellezze riconosciute patrimonio dell’Unesco.

Ecco tutti i 53 siti  wired


L'Arena di Verona. La città scaligera è stata dichiarata patrimonio Unesco nel 2000
 (foto: La Presse) 
tg24.sky.it/ambiente/2017/11/16/siti-unesco-italiaNel nostro Paese ce ne sono 53: nessun altro al mondo ne possiede altrettanti. Solo la Cina tiene il passo con 52. Domina la Lombardia con 9 riconoscimenti, seguono Veneto, Toscana e Sicilia con sette L'Italia è il Paese … 
 CONTINUA A LEGGERE

“immergermi in me stessa”


"un’ora di pace non è semplice da conquistare.
Bisogna costruirla cancellando nel nostro intimo tutti i guazzabugli e le meschinità”

 


un’ora di pace non è semplice da conquistare.
“Credo che tutte le mattine, prima di mettermi al lavoro, dovrò rivolgermi al mio interno e rimanere una mezzora ad ascoltare quello che c’è in me: dovrò “immergermi in me stessa”, potrei anche dire meditare, ma ho ancora qualche difficoltà con questa parola. E perchè dovrei farlo?. 
Una mezzora di pace in se stessi.Muovo le braccia e le gambe e gli altri muscoli al mattino in bagno.Ma questo non è sufficiente.L’uomo è fatto di corpo e di spirito.Una mezzora di ginnastica e una mezzora di meditazione posso costituire un’ampia riserva di pace e di concentrazione, bastevole per tutta la giornata.Ma un’ora di pace non è semplice da conquistare.Bisogna costruirla cancellando nel nostro intimo tutti i guazzabugli e le meschinità”
 Etty Hillesum

mercoledì 15 novembre 2017

Carmen Hernández Barrera “Diarios 1979-1981”

il blog di Costanza Miriano

Presentazione del libro di Carmen Hernandez con Kiko Arguelo, il cardinal Christoph Schönborn e Costanza Miriano.

Diretta streaming

15 NOVEMBRE 2017 DA ADMIN @COSTANZAMBLOG
Auditorium del Centro Congressi della CEI in via Aurelia 796.
 Ingresso libero fino a esaurimento posti. Inizio ore 18

Presentazione del Libro "Diari 1979 - 1981"

*****
SALVATORE CERNUZIO per La Stampa
Ogni notte, in ogni luogo del mondo in cui si trovasse insieme a Kiko Argüello per portare il Vangelo, Carmen Hernández appuntava su un quaderno o su fogli di carta sparsi i suoi pensieri e i suoi ricordi, le sue inquietudini e le angosce, gli attimi di felicità. Non solo “annotazioni” ma un dialogo incessante e confidenziale con Gesù Cristo, il suo «amico», la sua «speranza», il suo «amore di gioventù» come lo definiva, durato per decenni.
 Confessioni, queste della co-iniziatrice del Cammino neocatecumenale, realtà ecclesiale tra le più diffuse nel mo
ndo a partire dal Concilio Vaticano II, che ora compongono il libro “Diarios 1979-1981”, edito dalla casa editrice spagnola Bac (Biblioteca de Autores Cristianos) pubblicato ad un anno dalla morte di Carmen avvenuta il 19 luglio scorso, a 86 anni, e presentato lo scorso 30 giugno a Madrid.
Trecentoquaranta pagine, quasi 800 note, che coprono solo il primo triennio in cui Carmen e Kiko davano forma a questo «itinerario di formazione cristiana» nato nelle baracche di Palomeras Altas, tra i poveri più poveri di Madrid, e, che a quasi cinquant’anni, si è concretizzato in 25mila comunità in seimila parrocchie di quasi 130 Paesi, centinaia di missio ad gentes, 113 seminari Redemptoris Mater che ogni anno sfornano sacerdoti pronti a servire le diocesi di tutto il globo.
Numeri grandi che non sono mai interessati a Carmen, sempre lontana da trionfalismi e glorie mondane, o da riconoscimenti pubblici come il dottorato in teologia honoris causa che la Catholic University of America di Washington le aveva concesso insieme ad Argüello il 16 maggio 2015. Per lei, che sin da giovanissima desiderava diventare suora o missionaria come i tanti che da bambina vedeva passare a Tudela, sulla riva dell’Ebro, dove era cresciuta insieme alla sua numerosa e facoltosa famiglia, ciò che veramente contava è che la gente aderente al Cammino fosse toccata dall’annuncio del kerygma, la morte e resurrezione di Cristo. Tutto il resto passava in secondo piano.
«L’assenza di Gesù rende impossibile l’allegria», scriveva infatti in uno degli appunti nel gennaio dell’81. E continuava: «Tutto il giorno triste, triste, triste, abbattuta, senza orizzonte e senza energia, senza forza, in niente. Che cosa
potrei desiderare? Solo la tua presenza, Signore». Seguono nel libro altre rivelazioni intime su quella «notte oscura» attraversata da santi come Teresa d’Avila, Madre Teresa di Calcutta, Giovanni della Croce citati nei suoi scritti. «Tu non ci sei Gesù mio. Cammino controcorrente. Questa psiche tenebrosa, lamentosa, che amarezza. Non so vivere. Abbi compassione di me. Mi affatico in una tragedia esistenziale», si legge. O ancora: «Gesù mio, ti amo, non mi abbandonare: vieni ad aiutarmi… Vieni, vieni, amore della mia gioventù e mia speranza. Infondimi energia, che sto crollando nel nulla». «Gesù mio, quando arrivi non ho bisogno di scrivere lamenti, vagiti». «Forza mia… grazie, mi conforti nel profondo. Sento la libertà».A volte queste annotazioni erano solo brevi racconti della giornata o stringati «buonanotte, Signore». Non mancano “critiche”, animate da quella schiettezza che l’ha sempre contraddistinta, verso il suo compagno di evangelizzazione per mezzo secolo, Kiko. Critiche che Carmen non risparmiava in pubblico durante gli affollati incontri vocazionali per i giovani in giro per l’Europa, l’Africa, il Sud America. «Io dico sempre che l’inferno è pieno di predicatori come Kiko Argüello» era l’esordio ormai standard dei suoi interventi sul palco, dove era attesa soprattutto dalle donne alle quali ricordava l’importanza del loro ruolo di «fabbriche della vita» nella famiglia, nella Chiesa, nella società.

Kiko sorrideva poggiandosi una mano sulla testa, e ringraziava questa donna conosciuta quasi casualmente a Madrid che lo voleva ingaggiare per una missione in Bolivia, perché «quando salgo su, su, mi prende dai piedi e mi fa tornare a terra». Due personalità diametralmente opposte ma unite da una missione comune: l’ex pittore impetuoso e carismatico, e la teologa per anni impegnata a Madrid, a Roma, in Israele, a «masticare» e approfondire le indicazioni del Vaticano II per incanalarle in questa realtà che non voleva che si definisse un «movimento», come puntualizzò in un incontro in Sistina con Giovanni Paolo II al quale era legata da una forte amicizia. Tanto che il Papa le concedeva pure di fumare nel suo Refettorio: «Neanche il presidente Pertini l’aveva fatto con la sua pipa…», diceva Wojtyla.
Nella prefazione del volume, Argüello scrive: «Dopo 50 anni insieme in ogni istante, penso di aver diritto a conoscere il cuore di Carmen… Eroico che sia stata con me cinquant’anni, sempre soffrendo in silenzio, senza mostrarlo a nessuno». E nella presentazione dei Diarios in Spagna, alla presenza dei cardinali Paul Josef Cordes e Ricardo Blàsquez Pérez, presidente della Conferenza episcopale, ha confessato: «Tante volte Carmen diceva che ero insopportabile, ma al tempo stesso era sempre accanto a me. Ora comprendo la libertà che aveva nei miei confronti, in quelli della Chiesa e del Cammino, nei confronti di tutti. Una libertà che veniva da una relazione profondissima con Gesù Cristo».
Ad un anno dalla morte Carmen non è stata sostituita nella équipe internazionale che guida il Cammino neocatecumenale nei cinque continenti. «È insostituibile», diceva Kiko in una recente intervista, «finché io e padre Mario Pezzi siamo in salute andiamo avanti come due apostoli».
Dei suoi quaderni, ritrovati nella sua casa natale e custoditi, dopo la scomparsa, nel seminario Redemptoris Mater di Madrid, verranno pubblicati altri volumi a formare una sorta di collana che attraversa gli ultimi decenni spesi per l’evangelizzazione, e terminati con una malattia che ha costretto Carmen a restare immobile e a riposo, come mai nella sua vita era stata. È possibile che saranno pubblicati anche cinque o sei libri. Questa prima edizione edita dalla Bac – la stessa casa che ha distribuito lo scorso anno “Annotazioni” di Kiko Arguello – nel primo mese ha venduto 10mila copie in tutta la Spagna.
In Italia dovrebbe uscire a metà settembre con Cantagalli; oltre al lavoro di traduzione si attende un prologo di Papa Francesco che stimava Carmen, «una donna – scriveva nel messaggio per i funerali del 21 luglio 2016 nella Cattedrale dell’Almudena – animata da sincero amore per la Chiesa che ha speso la sua vita nell’annuncio della Buona Novella in ogni ambiente, anche quelli più renitenti, non dimenticando le persone più emarginate».
costanzamiriano.com/2017/11/15/presentazione-del-libro-di-carmen-hernandez

PRESENTAZIONE LIBRO " DIARI 1979-1981 "

martedì 14 novembre 2017

Crisi, dal greco krisis

κρίσις s. f. gr. CRISI

approfondimento

>PAROLA / CRISI – Accenni etimologici


Risultati immagini per “Non pretendiamo che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi può essere una grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura..."
www.wordshelter.it/la-crisi-e-albert-einstein

“Non pretendiamo che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.
La crisi può essere una grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura.
                                                           La Crisi Albert Einstein
E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie.
Chi supera la crisi supera se stesso.
Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e disagi, inibisce il proprio talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni.
La vera crisi è l’incompetenza.
Il più grande inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita ai propri problemi.
Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia.
Senza crisi non c’è merito.
E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze.
Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo.
Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla.”
Albert Einstein
Crisi = pericolo + momento critico. 

How a misunderstanding about Chinese characters has led many astray

http://www.pinyin.info/chinese/crisis.html

Dio non ha creato il male - Albert Einstein


il freddo esiste ?il freddo non esiste, secondo le leggi della fisica ciò che consideriamo freddo è in realtà assenza di calore.l'oscurità esiste ?l'oscurità non esiste, il buio è in realtà assenza di luce.La luce si può studiare ma non l'oscurità.il male non esiste è come l'oscurità ed il freddo.Dio non ha creato il male, il male è il risultato di ciò che accade quando l'uomo non ha l'amore di Dio presente nel suo cuore.