La biblioteca digitale della letteratura italiana>>>Dal sito web www.letteraturaitaliana.net/

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domenica 31 maggio 2015

Com’è difficile essere padri ..."...e che ti vedano lieto e forte davanti alla realtà è l’unico modo che hai di educarli."

Com’è difficile essere padri - Franco Nembrini

1)"La nostra gioventù ama il lusso, è maleducata, 
si burla dell'autorità e non ha alcun rispetto degli anziani.
I bambini di oggi sono dei tiranni, non si alzano 
quando un vecchio entra in una stanza, 
rispondono male ai genitori, in una parola; sono cattivi."

2)"Non c'è più alcuna speranza 
per l'avvenire del nostro paese 
se la gioventù di oggi prenderà il potere domani, 
poiché questa gioventù è insopportabile, 
senza ritegno, terribile."

3)"Il nostro mondo ha raggiunto uno stadio critico, 
i ragazzi non ascoltano più i loro genitori:
la fine del mondo non può essere lontana."

4)"Questa gioventù è marcia nel profondo del cuore.
I giovani sono maligni e pigri,
non saranno mai come la gioventù di una volta;
quelli di oggi non saranno capaci 
di mantenere la nostra cultura."

La prima è di Socrate (470 a.C.),
la seconda è di Esiodo (720 a.C.), 
la terza è di un sacerdote dell’antico Egitto (2000 a.C.) 
e l’ultima è un’incisione su un vaso di argilla 
dell’antica Babilonia (3000 a.C.). 
_____________________________________
È solo per dire: piantiamola di farci del male; 
l’educazione è in questa situazione da mò!!!


- Franco Nembrini -
in “Com’è difficile essere padri” 
Centro culturale di Milano 

Franco Nembrini





"...e che ti vedano lieto e forte davanti alla realtà è l’unico modo che hai di educarli."
"Il problema coi figli o con gli alunni non può essere farli diventare cristiani, farli pregare, farli andare in Chiesa. Se ti poni così sentiranno questo come una pretesa da cui difendersi e da cui prendere le distanze.
Tutto il segreto dell’educazione mi pare che sia questo: i tuoi figli ti guardano: quando giocano non giocano mai soltanto, qualsiasi cosa facciano in realtà con la coda dell’occhio ti guardano sempre, e che ti vedano lieto e forte davanti alla realtà è l’unico modo che hai di educarli.
Lieto e forte non perché sei perfetto (tanto non lo crederanno mai, e come è patetico e triste il genitore che cerca di nascondere ai figli il proprio male) ma perché sei tu il primo a chiedere e ad ottenere ogni giorno di essere perdonato.
Così tra l’altro con loro sei libero, anche di sbagliare, libero dall’angoscia di dover far vedere una coerenza impossibile, perché il tuo compito di padre è semplicemente quello di guardare un ideale grande, sempre, e loro ti tentano, loro tendono l’elastico, ti mettono alla prova sempre: sono tutti figliol prodighi."


- Franco Nembrini - 
da: "Di padre in figlio. Conversazioni sul rischio di educare"






A un concorso di 10 posti di impiegato si presentano a volte in 200.000. Quanto studio! Quanto impegno e fatica! Per il corso matrimoniale, niente o quasi: ci si sposa senza aver letto, neppure per mezz’ora, un libro sull’educazione o aver discusso su di essa. Per costruire un ponte si richiedono titoli e onestà professionale. E per impiantare un uomo? E’ incredibile la leggerezza con cui vengono affrontate la maternità e la paternità ai nostri giorni! Si è fatto tanto per il controllo delle nascite, e per il controllo dei genitori? 

- Pino Pellegrino - 






"Ma pensiamo che le prime vittime, le vittime più importanti, le vittime che soffrono di più in una separazione sono i figli. Se sperimenti fin da piccolo che il matrimonio è un legame “a tempo determinato”, inconsciamente per te sarà così. In effetti, molti giovani sono portati a rinunciare al progetto stesso di un legame irrevocabile e di una famiglia duratura. Credo che dobbiamo riflettere con grande serietà sul perché tanti giovani “non se la sentono” di sposarsi. C’è questa cultura del provvisorio … tutto è provvisorio, sembra che non c’è qualcosa di definitivo”.



Papa Francesco, Udienza Generale, mercoledì 29 aprile 2015


Buona giornata a tutti. :-) leggoerifletto

La gioia della Carità.

Originally posted on il blog di Costanza Miriano:
Più forte di ogni male
DI COSTANZA MIRIANO
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di Costanza Miriano
Quando ho fatto la cresima (devo usare il passato remoto? Avevo 19 anni, 25 anni fa, e questa è una notizia che mi coglie un po’ alla sprovvista) alla fine della cerimonia ci regalarono una rosa, e un versetto della Bibbia. Quella che mi è capitata – bisognava pescare da un cestino, e dichiaro solennemente di non avere sbirciato, o più precisamente di non esserci riuscita – è stata: questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi, e la vostra gioia sia piena, dal Vangelo di Giovanni. Vorrei poter dire che è diventata il mio manifesto. Le cose che Gesù mi dice mi interessano perché c’è una profonda convenienza. E cioè perché danno gioia. Gioia piena. Lo abbiamo scelto anche come Vangelo per le nozze.
Quando si entra, si cerca di entrare nella logica del Signore, ogni atto è segnato dalla gioia, anche quello che momentaneamente sembra contenere un seme di morte. È questa la linea che percorre tutti gli interventi del Cardinal Bassetti, raccolti nel suo libro La gioia della carità, Marcianum Press. Lettura che consiglio anche perché i proventi del libro saranno devoluti al Fondo di solidarietà delle Chiese umbre per le famiglie in difficoltà. Ma non solo per questo. Leggerlo è stato fare un tuffo nella ricchezza della Chiesa umbra, nel carisma di un uomo di Dio nato in anni e condizioni difficili che gli hanno lasciato il cuore spalancato alle esigenze dei poveri. Alla luce di queste esigenze il Cardinale rilegge tutte le situazioni nelle quali è chiamato a dire una parola. Una fra tutte, la beatificazione di Madre Speranza Gesù.Scelgo di parlare di lei perché è nel suo santuario che ho fatto tutti i ritiri fino alla cresima, ed è nel suo santuario che, in confessionale, ho ricevuto le parole di misericordia più struggenti, materne, grondanti amore pazzo che mi sia mai capitato di sentirmi rivolgere. I sacerdoti formati nel santuario dell’Amore misericordioso di Colvalenza (vicino Todi, Perugia) vengono formati alla misericordia acrobatica, estrema, sfacciata. È stato questo l’annuncio che Madre Speranza, suora spagnola catapultata nel centro dell’Umbria, Gesù ha incaricato di portare al mondo. I suoi scritti, come ricorda il cardinal Bassetti, iniziano spesso con “Gesù mi ha detto…”, e le sue esperienze mistiche sono un tesoro che attende ancora di essere svelato. Il suo messaggio è che il Padre è un Padre buono che ama con un amore sconvolgente tutti i suoi figli; un Padre sempre pronto ad accogliere, a braccia aperte, quelli che a lui si rivolgono.Prima di accordarmi questa misericordia, però, Padre Arsenio, che è stato il mio padre spirituale da piccolina, ascoltava con estrema serietà le mie confessioni, e aggrottava la fornte con un’espressione addolorata al sentire i miei peccati ma con un dolore vero e profondo, anche se oggi stento a immaginare cosa potesse addolorarlo così tanto quando avevo, che so dieci, dodici anni. Ma più si pulisce, a quell’epoca penso di poter dire che ero abbastanza decente, più si vede lo sporco… Questo per dire che la misericordia parte sempre dal vedere la miseria. Certi che l’amore è più forte di ogni male.

giovedì 28 maggio 2015

Pericoloso e tenero è il volto dell'amore.

PRÉVERT, Jacques - Pour toi mon amour.

Jacques Prévert

Pericoloso e tenero è il volto dell'amore 


Pericoloso e tenero
il volto dell'amore
m'è apparso la sera
d'un lunghissimo giorno
Forse era un arciere
con l'arco
o un musicante
con l'arpa
Non so più
Non so niente
La sola cosa che so
è che mi ha ferita
forse con una freccia
forse con una canzone
La sola cosa che so
è che mi ha ferita
ferita al cuore
ferita per la vita
E brucia come brucia
la ferita dell'amore.

(Jacques Prévert)




Le panchine custodiscono migliaia di storie 

meravigliose....

ricordi di mani che si cercano...

promesse mai mantenute.....

baci improvvisi.

Tutti ne abbiamo una sulla quale il cuore è 

ancora seduto ......





Un essere umano che vive per il bene e la giustizia, che vive per fare il bene così da diventare bene, che vive per la giustizia così da diventare giusto, è una persona degna di stima.


Io penso che una vera storia d'amore tra due esseri umani si distingua da tutte le altre avventure o relazioni occasionali per la presenza di questo preciso elemento, la stima.


A una grande storia d'amore non basta la passione del corpo e del sentimento, occorre sempre anche la passione dello spirito o dell'intelligenza che è la stima. La stima è la devozione dell'intelligenza.


E non ci può essere integrale devozione del corpo, se prima, e durante, non c'è devozione dell'intelligenza.


- Vito Mancuso -

Da: “Io amo. Piccola filosofia dell’amore”. Garzanti Editore

L'amore non muore mai di morte naturale.

Muore perché noi non sappiamo come rifornire la sua sorgente.
Muore di cecità e di errori e tradimenti.

Muore di malattia e di ferite,

muore di stanchezza, per logorio o per opacità.



Buona giornata a tutti. :-) leggoerifletto

martedì 26 maggio 2015

"ognuno di noi corre da solo all’amore, da solo alla fede e alla morte".

 

Originally posted on Il mio vivere in poesia:

 

Lasciami venire con te

Lo so che ognuno di noi corre da solo all’amore,

da solo alla fede e alla morte.

Io lo so. Io l’ho provato. Questo non aiuta.

Lasciami venire con te.

 

da Sonata al chiaro di luna - Ghiannis Ritsos


Malinconiconicamente vero…


Originally posted on ANOTHERSEA:


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Prende in mano oggetti scompagnati – una pietra,
una tegola rotta, due fiammiferi bruciati,
il chiodo arrugginito del muro di fronte,
la foglia entrata dalla finestra, le gocce
che cadono dai vasi annaffiati, quel filo di paglia
che ieri il vento portò sui tuoi capelli, – li prende
e là nel suo cortile costruisce pressappoco un albero.
In questo “pressappoco” sta la poesia. La vedi?

₪ Ghiannis Ritsos

I treni che cambiano la vita esistono, ma non si aspettano. Si guidano!

La Stazione - Robert J. Hastings

Nascosta da qualche parte nel vostro inconscio vi è una visione idilliaca. 
Ci vediamo in un lungo viaggio su tutto il continente. 
Viaggiamo in treno. 
Fuori del finestrino ammiriamo il passaggio a livello, bestiame al pascolo su una collina lontana, fumo che fuoriesce da una centrale termica, file su file di grano e di mais, pianure e valli, montagne e dolci colline, profili di città e ville nei paesini. Ma dominante nella nostra mente è la destinazione finale. 
In un certo giorno a una certa ora entreremo nella stazione. 
Ci saranno bande musicali e sventolio di bandiere. 
Una volta arrivati lì, tanti sogni meravigliosi si avvereranno e i pezzi della nostra vita si completeranno a vicenda come un rompicapo portato a termine. Con quale irrequietezza percorriamo i corridoi, maledicendo i minuti d'ozio, aspettando, aspettando, aspettando la stazione. 
"Quando arriveremo in stazione, sarà fatta!" gridiamo. 
"Quando avrò diciotto anni." 
"Quando mi comprerò una Mercedes Benz nuova!" 
"Quando l'ultimo figlio avrà terminato l'Università." 
"Quando avrò finito di pagare il mutuo!" 
"Quando avrò la promozione." 
"Quando raggiungerò l'età della pensione, vivrò felice e contento!"
Prima o poi dobbiamo renderci conto che non vi è nessuna stazione, nessun luogo a cui arrivare una volta per tutte. 
La vera gioia della vita è il viaggio. La stazione è soltanto un sogno. 
Ci distanzia sempre. 
"Assapora l'attimo fuggente." 
Non sono i fardelli di oggi a fare impazzire gli uomini. 
Sono i rimpianti di ieri e le paure di domani. 
Rimpianti e paure sono ladri che ci derubano dell'oggi. 
Allora smettete di percorrere i corridoi e di contare i chilometri. 
Invece scalate più montagne, mangiate più gelato, camminate più spesso a piedi nudi, nuotate in più fiumi, ammirate più tramonti, ridete di più, piangete di meno. 
La vita deve essere vissuta a mano a mano che si procede. 
La stazione arriverà fin troppo presto." 

- Robert J. Hastings - 
Fonte: “Brodo caldo per l'anima” di  Jack Canfìeid e  Mark Victor Hansen,  Armenia Edizioni, 2004


Quel che abbiamo alle spalle e quel che abbiamo davanti sono piccole cose se paragonate a ciò che abbiamo dentro.

- Ralph Waldo Emerson - 


L'autentico «eroe» è l'uomo qualunque che ha pazienza, è l'umile che accetta il mistero della vita, il mistero della fede,il mistero dell'eternità. Eroe è l'operaio flagellato dalla vita; è la madre ricca di paura per l'avvenire e di lacrime; è il prete solitario e amato solo da Dio, dimenticato da tutti, tormentato dalla sua solitudine e assetato di bellezza; è il giovane che si apre alla vita e la trova amara e malinconica... Eroe è colui che crede fino allo spasimo all'amore di Dio, al progetto infallibile della provvidenza, al mistero dell'infinito e dell'onnipotente; eroe è colui che ogni giorno accetta con pazienza e con sorriso la vita e aspetta l'incontro con Cristo. 

- Nicolino Sarale -



Veramente padrone di sè e veramente felice è chi ogni giorno può dire: "Ho vissuto".

- Orazio - 




Buona giornata a tutti. :-) leggoerifletto

lunedì 25 maggio 2015

Un cuore nuovo. Dal male di vivere alla gioia della fede.



Catecumena Rinnovata

fazi

“Scritto con cristallina semplicità, in un italiano piano e pulito, è il racconto senza pretese di una vita ordinaria, e proprio perché ordinaria capace di costringere il lettore ad un paragone serrato con la propria vita, così che leggendo mi sono ritrovato a commuovermi, ad avere paura, a piangere e a ridere, tanto per la sua storia quanto per la mia. E questo, l’ho imparato negli anni, accade solo davanti a parole che dicono la verità, parole che ti leggono mentre le incontri, parole che ti fanno sobbalzare perché avresti voluto scriverle tu.
Ma ciò che mi ha conquistato è che fin dalle prime pagine, quasi ad intermittenza ma sempre più insistente e più chiara, una luce appare tra le righe, un brillìo di fondo impedisce di disperare, un presentimento di bene è già dentro le ferite e le lacrime della vita di Beatrice adolescente e giovane.
E piano piano ciò che sembrava ordinario si rivela straordinario. Ecco, forse è il segreto di questo racconto: svelare lo straordinario in ciò che viviamo ordinariamente, svelare la Bellezza in ciò che abbiamo davanti agli occhi ogni giorno.”

Franco Nembrini
***
Con una sincerità che sorprende, Beatrice Fazi – la Melina di Un medico in famiglia – racconta il suo incontro con Gesù e la conversione religiosa che l’ha salvata da un profondo stato di disordine emotivo e alimentare, anche a seguito di un aborto praticato a vent’anni.
Beatrice racconta del suo cuore diventato di pietra, incapace di provare sentimenti, e di quel pozzo senza fondo in cui era caduta, tormentata da una fame inestinguibile, fisica e psichica, che non riusciva a saziare in alcun modo.
Dopo un periodo difficile in cui aveva persino iniziato a fare uso di stupefacenti, l’incontro casuale con una compagna di università la riavvicina a Dio.
La catechesi sui Dieci Comandamenti, l’inserimento in una comunità del Cammino Neocatecumenale, un pellegrinaggio a Medjugorje e l’incontro con Pierpaolo, poi diventato suo marito, l’aiuteranno a recuperare un ritmo di vita regolare e un ordine nella quotidianità scandito dalla preghiera.
In questi anni ha stretto legami con gli amici del Rinnovamento nello Spirito Santo, e si ritrova spesso nelle diocesi di tutta Italia per celebrazioni liturgiche e testimonianze. Il Presidente del Rinnovamento, Salvatore Martinez, l’ha soprannominata Catecumena Rinnovata, con il compito di annunciare quella misericordia di Dio che abbraccia tutti coloro che tornano a Lui con cuore sincero.


fonte: Kairos

venerdì 22 maggio 2015

Essere una persona sensibile...- Susanna Casciani.

Quando ci siamo conosciuti io non cercavo niente .... - Susanna Casciani

Quando ci siamo conosciuti io non cercavo niente, avevo già perso troppo.Quando mi sei arrivato davanti con quei tuoi modi semplici, con quei tuoi occhi grandi, con quelle gambe troppo magre, io non cercavo amore, avevo già perso troppo.Quando mi hai chiesto come mi chiamavo, quando mi hai fatto ridere, quando mi hai fatto arrabbiare dopo soli cinque minuti di conversazione, io non cercavo carezze, sesso, attenzioni.Tu mi avevi già scelta, mentre io avevo scelto la solitudine.Io non volevo baci, non volevo cene fuori, non volevo regali a Natale, non volevo anniversari, non volevo promesse, non volevo storie, non volevo bugie, non volevo giochi, non volevo le lenzuola sopra le nostre teste, non volevo che tu mi togliessi la nutella ai lati della bocca, non volevo che tu mi prendessi in giro per la mia voce al telefono.Non volevo affezionarmi, e ti rifuggevo come se fossi stato il Diavolo, o la Morte, o la mia paura più grande.Non volevo passare del tempo con te, non volevo vederti mangiare, vederti correre, vederti dormire, vederti arrabbiato, triste, confuso, o peggio, felice, o peggio, eccitato, o peggio, dolce.Non ero pronta. Non di nuovo. Non ancora.Ma tu insistevi.Io scappavo e tu mi rincorrevi.Io ti dicevo cento no, e tu facevi di tutto per strapparmi un solo sì.“Io sono diverso” dicevi, e lo dicevi con quell'aria sincera, così sincera che a volte ti credevo quasi.Facevi tutto quello che nessuno aveva mai fatto per me: c'eri.Stavi con me.Stavi con me a tempo perso, e io ti dicevo che dovevo andare e tu mi volevi accompagnare.Non ricordo nemmeno il giorno in cui non sono più riuscita a mandarti via.All'inizio era semplice.“Ma guarda questo, ma chi si crede di essere?”Poi, lentamente, come i mali peggiori, sei andato ad adagiarti sui miei pensieri, tra i miei desideri, e dirti di no era più doloroso di farti restare.Come ogni sciocca che si rispetti, ci sono ricascata.Io.Io che non ti avevo chiesto niente.Tu che mi davi così tanto.Avevi ragione, avevi ragione ad insistere.Insieme eravamo perfetti, davvero. Un amore di quelli che spezza il fiato, che toglie la fame, che trasforma i volti di chi lo vive, uno di quegli amori che forse si incontra una volta, se si è fortunati.Non volevo affezionarmi e mi sono innamorata.E tu?Tu che mi volevi così tanto, ma così tanto, un giorno, dopo aver avuto più di tanto, dopo aver avuto tutto, mi hai detto che non lo sapevi se era ancora il caso, che forse era meglio stare un po’ da soli, che ti sentivi strano, diverso, distante.Io ancora oggi non so che dire.Ancora oggi ho solo una domanda, solo una.Ma perché?Perché non mi hai lasciato stare?”

- Susanna Casciani -






"Forse un giorno scoprirò che anche io ti facevo del male, con tutto quel mio amore, con tutta quella voglia di perdere la testa, con tutta quella dolcezza, con tutto quel voler sentire la vita continuamente.
Forse tu volevi solo startene tranquillo, e con me non potevi. Con me non si può. "
- Susanna Casciani -




Inizio a provare dell’astio verso quelli che dicono che...

“devi sorridere”“devi continuare a vivere”
“devi andare avanti”“nella vita non c’è solo l’amore”“devi cambiare prospettiva”“la vita è bella”“i prati sono in fiore”“gli unicorni esistono”.


Provateci voi a sorridere con un dito nel culo, perché certi amori sono così, e magari non sono fine, ma insomma…ci siamo capiti.


- Susanna Casciani -






Sarebbe bello se tu mi amassi

Se tu mi chiamassi tra tre minuti esatti.Se ti arrabbiassi a vedermi parlare con un altro.Se ti preoccupassi quando fuori è buio e io non sono ancora tornata a casa.Se ti sfogassi con me.Se mi regalassi un libro.Se mi scrivessi una lettera.Se tu volessi andare a fare l’amore in macchina, stasera.Se mi aspettassi sotto casa ogni domenica.
Se tu mi amassi.Se ti piacessero i miei capelli.Se mi prendessi in giro per la mia voce da bambina.Se piangendo mi confessassi cosa non smetterà mai di farti male.Se fossi l’unica di cui ti fidi davvero.Se potessimo mangiare un gelato insieme sul letto.Se potessimo ubriacarci insieme.
Se tu mi amassi.Se i miei occhi ti incantassero.Se la voglia del mio corpo ti tenesse sveglio.Se tu volessi baciarmi ORA.Se tu volessi cenare con me.Se tu volessi svegliarti con me.Se tu volessi prendere un aereo con me, un treno con me.
Se tu volessi camminare accanto a me.

- Susanna Casciani -

Oggi consentitemi una piccolo pensiero personale





Tanti auguri di buon compleanno Laura, splendida, meravigliosa e carissima figlia. Mille di questi giorni e che siano tutti felici.Lo so... lo so... è banale... ma altro non mi è venuto in mente... però questa benedizione di don Tonino Bello ti piacerà

La strada vi venga sempre dinanzie il vento vi soffi alle spallee la rugiada bagni sempre l’erbasu cui poggiate i passi.E il sorriso brilli sempresul vostro volto.E il pianto che spuntasui vostri occhisia solo pianto di felicità.E qualora dovesse trattarsidi lacrime di amarezza e di dolore,ci sia sempre qualcunopronto ad asciugarvele.Il sole entri a brillareprepotentemente nella vostra casa,a portare tanta luce,tanta speranza e tanto calore.


e buona giornata a tutti quanti voi :-) 
leggoerifletto.blogspot.it
                                   @####@
Essere una persona sensibile...Susanna Casciani -



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