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giovedì 7 giugno 2018

LeggiAmo SI E' TRASFERITO


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Informazioni in breve: La Fraternità di Romena ha sede in un’antica pieve lungo una via di pellegrinaggio verso Roma, sulle colline del Casentino, in Toscana. Oltre che dalla chiesa romanica, il complesso è costituito dalla canonica (che ospita corsi, attività e ha alcune camere); dalla casa colonica (che accoglie gli ospiti ed è dotata di cappella); da un punto di ristoro con prodotti tipici e bio­logici, spazi esterni e una passeggiata meditativa nei boschi.
«La Fraternità di Romena è un luogo aperto a tutti coloro che abbiano il desiderio di entra­re», spiega il responsabile, don Luigi Ver­di. «Sin dall’inizio del nostro cammino, ci siamo lasciati ispirare da una poesia del mistico Rumi, che dice: “Vieni, vieni, chiunque tu sia, sognato­re, devoto, vagabondo, poco importa. Vieni, an­che se hai infranto i tuoi voti mille volte. Vieni, vieni, nonostante tutto, vieni”. Quindi, il desti­natario delle nostre proposte è chiunque senta il bisogno di avvicinarsi alla nostra pieve, qualun­que sia il suo percorso di vita».
La pieve di Romena è millenaria e sorge lungo l’antica via di pellegrinaggio per Roma, tra le colline del Casentino. Ed è proprio a tutti gli uomini e le donne che la Fraternità di Ro­mena si rivolge. «All’inizio, la nostra Fraternità attraeva soprattutto i giovani e le persone che si erano allontanate da un percorso di fede», spie­ga don Verdi. «Oggi giungono persone di ogni tipo, viandanti in cammino sulla strada della vita che qui cercano uno spazio di incontro, di rifles­sione, di autenticità. A loro affidiamo semplice­mente una porta aperta, il calore di un abbraccio e la possibilità di esprimere se stessi nel modo che sentono proprio. Oggi, in seno alla famiglia, lasciare spazio alla riflessione e al confronto con la parola di Dio riveste sempre più importanza. In questo tempo, in cui la vita sembra raggiun­gerci solamente attraverso degli schermi, è fon­damentale ritrovare l’importanza della parola: sempre più spesso in famiglia si parla troppo poco e soprattutto si parla poco delle proprie emozioni, dei propri sentimenti, degli stati d’a­nimo. Imparare a comunicare è il presupposto per imparare a riconoscere se stessi e gli altri e quindi Dio. Il confronto con la parola di Dio può avvenire solo se, nel frattempo, non abbiamo trascurato di parlare tra noi, in famiglia, di quel che desideriamo, di quel che ci angoscia oppure ci preoccupa, insomma di tutto ciò che riempie e fa battere il nostro cuore come la meraviglia, il dolore, oppure l’amore. Dio sta proprio là».
Le porte della Fraternità si aprono pertanto anche alle esigenze delle famiglie: sono propo­ste attività specifiche rivolte alle coppie, a quelle che si vogliono sposare e a quelle che attraver­sano momenti di crisi. Appuntamento fisso a Romena è quello della domenica e, una volta al mese le famiglie si possono riunire: la proposta è rivolta ai genitori e, parallelamente, ai bambini, affinché la famiglia nel suo insieme possa vivere un clima di comunione.
La Fraternità di Romena è anche a disposi­zione delle coppie che ne facciano richiesta e promuove altre attività di approfondimento, di lavoro, di condivisione.

La scheda è tratta dal volume di Barbara GaravagliaLuoghi dello spirito. Guida pratica ai centri di spiritualità per famiglie. Introduzione di Luciano Moia, Collana «Lapislazzuli», EDB, Bologna 2017, pp. 72, € 9,50. 9788


Barbara Garavaglia, laureata in Architettura al Politecnico di Milano, è giornalista professionista e collabora con alcune testate giornalistiche (CredereIl Segno nel mondoNoi famiglia&vita). È catechista nel percorso di iniziazione cristiana della parrocchia di San Niccolò a Lecco di cui è anche membro del Consiglio pastorale. Tra le sue pubblicazioni: Malato d’infinito. Don Gnocchi e le virtù (Centro Ambrosiano, 2013) e 80 anni di impegno. L’Unitalsi di Lecco (Lecco, 2008).
Luciano Moia, è caporedattore del quotidiano Avvenire.
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