La biblioteca digitale della letteratura italiana>>>Dal sito web www.letteraturaitaliana.net/

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martedì 30 giugno 2015

Stasera Lang Lang chiuderà il suo tour al Teatro degli Arcimboldi.

Originally posted on Wanderer's Blog:

LANG LANG agli Arcimboldi: diretta tv su Rai 5





Stasera alle 20:00 su Rai 5 la diretta del recital di Lang Lang al Teatro degli Arcimboldi di Milano
Domenica sera era alla Waldbühne di Berlinostasera a Milano.
Il programma del recital è identico a quello di Torino dello scorso 4 novembre 2014.
Comprende quindi il Concerto Italiano BWV971 di J.S.BachLe Stagioni di Ciaikovskij, gli Scherzi di Chopin.


FONTE:musicofilia.wordpress.com

Lang-lang EXPO MILANO 2015

Ieri sul palco davanti all’Expo Centre di Milano

— Stasera alle 20 è in programma l’ultima tappa del tour del musicista al Teatro degli Arcimboldi, in cui eseguirà Le stagioni di Čajkovskij, il Concerto secondo lo stile italiano di Bach e Quattro scherzi di Chopin: il concerto sarà trasmesso in diretta da Rai5 e può essere seguito su Radio3 e in streaming audio-video sul portale www.classica.rai.it.
 www.rai5.rai.it/articoli/lang-lang-a-milano-30-giugno-2015/30065/default.aspx

LANG LANG E LA RAI: UN VIAGGIO NELLA GRANDE MUSICA DA TORINO A LAMPEDUSA

#LANGLANGINITALY


                                                                    www.rai.it/dl/portali/

“Il mondo che non vedo. Poesie ortonime”

Ti amai - Fernando Pessoa

Ti amai e amandoti
solo te non vedevo…
Eri il cielo e il mare,
eri la notte e il giorno…
Solo quando ti persi
io ti conobbi…
Quando ti avevo innanzi
al mio sguardo perduto
non eri la mia amante…
Eri l’Universo…
Or che non m’appartieni,
sei solo della tua grandezza.
Mi eri lontana nell’anima,
per questo non ti vedevo…
Presenza in me così quieta,
che non la sentivo.
Sol quando l’esser mio ti perse
vidi che non eri tu.
Non so cosa eri. Credo
il mio modo di guardare,
il mio sentire il mio ardore
il mio modo di pensare…
Eri l’anima mia, fuori
dal Luogo e dall’Ora…
Oggi ti cerco e piango
per poterti trovare
neppure ti rammento
in qual modo ti amai…
Né fosti un sogno mio…
Perché ti piango io?
Non so…Ti persi, e oggi sei
reale nel mondo reale…
Come l’ora che fugge,
fuggi e tutto è uguale
a se stesso e è cosi triste
ciò che vedo che esiste.
In quale spazio fittizio,
in quale tempo immoto
fosti il cilicio
che io, nella fede chiuso,
non sentivo e oggi sento
che mi desto e non mi mento…
E le tue mani, tuttavia,
sento nelle mie mani,
il nostro sguardo fisso e muto
quanti momenti vani
al di là di noi visse
né nostro, tuo o mio…
Quante volte sentimmo
con l’anima il nostro contatto
quante volte seguimmo
per il cammino astratto
che v’è tra anima e anima…
Ore di inquieta calma!
E oggi mi domando
chi fu che amai, baciai
con chi persi la fine
dei sogni che sognai…
Ti cerco e neanche vedo
il mio stesso desiderio…
Cosa fu reale in noi?
Cosa fu in noi sogno?
Di cosa, di che voce Noi fummo
la doppia eco ridente
Che unità avemmo?
Che cosa perdemmo?
Noi non sognammo. Eri
reale e reale ero io.
Le tue mani – così sincere…
I miei gesti – così leali…
Tu e io fianco a fianco…
Questo… e questo finito…
Come vi fu tra noi amore
e cessò di esservi?
So che oggi è vago dolore
ciò che allora era piacere…
Ma non so che passò
su noi e ci destò…
Ci amammo davvero?
Ci amiamo ancora?
Se ci penso vedo che eri
quale sei ora… E finisce
tutto ciò che fu l’amore;
così quasi senza dolore.
Senza dolore… Stupore vago
d’aver dovuto amare…
quasi mi ubriaco
al solo pensarlo…
Cosa mutò e dove?
Cosa in noi si nasconde?
Forse senti come me
e non sai sentirlo…
Essere è essere nostro velo
amare è coprirlo,
oggi che ti lasciai
so che ti amai…
Siamo la nostra bruma…
E all’interno vediamo…
Cadono una a una
le comprensioni che abbiamo
e restiamo nel freddo
dell’Universo vuoto…
Che importa? Se ciò che fu
tra noi fu amore,
Se per amarti mi duole
non amarti più, e il dolore
ha un senso intimo,
niente sarà perduto…
E oltre noi, nell’Adesso
in cui non siamo veli
vivremo l’Ora
voltati verso Dio
e nel silenzio
comprenderemo tutto.

- Fernando Pessoa - 

Da “Il mondo che non vedo. Poesie ortonime”



Il valore delle cose non sta nel tempo in cui esse durano ma nell’intensità con cui vengono vissute; per questo esistono momenti indimenticabili, cose inspiegabili e persone incomparabili.

- Fernando Pessoa - 




I sogni hanno questo di volgare: che tutti sognano.


- Pessoa -




Buona giornata a tutti. :-)

www.leggoerifletto.itleggoerifletto

Sera d'estate...

di Rainer Maria Rilke



Sera d'estate



S’è sciolto in spruzzaglia il gran sole.
La sera d'estate, divampa;
riarde di febbre nel volto. ...
Sospira di schianto: « Vorrei.... »;
ma quindi ripete - « Son stanca... » 


Sussurran preghiere i cespugli.
Nel folto, una lucciola splende
(eterna fiammella) a mezz'aria.
Recinge ogni candida rosa,
vermiglia raggiera - il tramonto. 




Rainer Maria Rilke
Web sul blog.

venerdì 26 giugno 2015

"Tutto il bello che c'è"

da: "Tutto il bello che c'è" - Alan Cohen

Premessa

Presto o tardi arriva sempre il momento in cui vivere la verità diventa più importante che cercarla. 
Nozioni, tecniche ed esperienze impallidiscono di fronte ai tesori del cuore. L’apprendimento deve lasciare spazio all’essere.
Recentemente, durante una conferenza, ho invitato il pubblico a dichiarare la cifra in denaro che aveva speso per risolvere le proprie questioni interiori. Domandai ai partecipanti di valutare quanti soldi avessero investito in manuali di autoaiuto, seminari di automiglioramento, corsi di consapevolezza, ecc...
Le risposte coprivano un arco di possibilità che andava da “ogni centesimo guadagnato” a “più di quanto mio marito possa permettersi”, a “più di centomila dollari”.
Da anni molti di noi accumulano informazioni, tecniche e corsi di crescita personale. Alcuni si sono talmente assuefatti a questo processo di ricerca che non saprebbero cosa fare se effettivamente scoprissero quello che stavano cercando. 
Nel film "La storia fantastica", c’è un personaggio di nome Inigo Montoya che passa gran parte della sua vita a cercare l’uomo che uccise suo padre. 
Quando finalmente lo trova e lo elimina, un amico gli domanda: “Bene, e ora che ti sei vendicato dell’assassino di tuo padre, cosa farai?”. Inigo lì per lì si ferma, uno sguardo candido gli compare sul volto, e ammette: “Non lo so. Per tutto questo tempo non ho pensato ad altro che a vendicarmi e ora non so proprio cosa farò!”.
Al pari di Inigo, molti di noi si sono costruiti un’identità incentrata sulla ricerca della verità. Ci siamo trasformati in pazienti, clienti, allievi, ricercatori e discepoli professionisti.
Due guru contemporanei, Calvin e Hobbes, riassumono così la nostra situazione:

Hobbes: “Che fai?”.
Calvin: “Sto diventando ricco.”
Hobbes: “Davvero?”.
Calvin: “Sì. Sto scrivendo un manuale di autoaiuto! C’è un mercato vastissimo per questa roba. 
Prima convinci le persone che c’è qualcosa in loro che non va. 
Il che è facile dal momento che la pubblicità ha già condizionato la gente a sentirsi insicura del proprio peso, aspetto, status sociale, fascino e così via. 
Poi li convinci che non sono loro a essere responsabili del problema ma che sono vittime di forze che li sovrastano. E anche questo è facile perché comunque è quello che la gente vuole credere. 
Nessuno vuole essere responsabile della propria situazione. 
Infine li convinci che con i tuoi consigli e i tuoi incoraggiamenti potranno averla vinta sul loro problema ed essere felici!”. 
Hobbes: “Ingegnoso. Qual è il problema che tu aiuterai la gente a risolvere?”.
Calvin: “La loro assuefazione ai manuali di autoaiuto! Il titolo del mio libro è Smettila di parlare e di lamentarti: come fare qualcosa della propria vita oltre a rimuginare su di sé.”
Hobbes: “Probabilmente faresti bene ad attendere l’anticipo sulle vendite del libro prima di fare acquisti.”
Calvin: “Il guaio è che se il mio progetto funziona, non sarò in grado di scrivere un seguito.”

Come il lettore per il quale Calvin intende scrivere, molti di noi cercano da tempo di risolvere le proprie questioni interiori. 
A ogni nuova stagione fa la sua apparizione un testo inedito o un metodo rivoluzionario che promette di andare veramente al cuore del perché siamo così nevrotici. Ma quanti di questi libri penetrano fino al centro della nostra totalità?

- Alan Cohen - Tutto il bello che c'è



Alla fin fine, non sono le conquiste per cui i nostri amici ci ricordano, o le approvazioni ottenute, che rendono la nostra vita degna di essere vissuta. 
Ciò che apprezzeremo è la qualità della nostra esistenza mentre siamo sulla Terra. 
Non aspettare di ammalarti o di morire per scoprire che avresti preferito giocare di più mentre avevi vita e salute. 
Prenditi adesso il tempo per fare ciò che ami davvero e avrai più tempo per farlo.

- Alan Cohen - Tutto il bello che c’è




Non sei un buco nero che ha bisogno di essere riempito, sei una luce che ha bisogno di risplendere. 
I giorni dell’automiglioramento sono finiti e l’era dell’autoaffermazione si è già affacciata all’orizzonte. 
È giunto il momento di smettere di migliorare se stessi e di cominciare a vivere. 

- Alan Cohen -Tutto il bello che c’è



Colui che ti ha creato si è ricordato del tuo destino anche quando tu l’avevi dimenticato. Ora che lo sai, non vivrai nel mondo da prigioniero, ma da artista. 
La tela è davanti a te, e per mano della grazia è stata resa nuova e pura. Dipingi i veri colori del tuo cuore. 

Alan Cohen, Tutto il bello che c'è




Buona giornata a tutti. :-) leggoerifletto

giovedì 25 giugno 2015

MATTUTINO - QUOTIDIANITÀ...... per Ogni Giorno



Fraternità di Romena



QUOTIDIANITÀ

“Se la vostra quotidianità vi sembrerà povera, non date ad essa la colpa.
Accusate invece voi stessi di non essere abbastanza poeti per scoprire tutte le sue ricchezze.
Per il Creatore, infatti, niente è povero”.
Rainer Maria Rilke



Copertina anteriore

Le parole del mattino

 Di Gianfranco Ravasi
Per molti di noi le prime parole del mattino sono quelle dei giornali, importanti perché, come diceva Hegel, permettono all'uomo moderno di situarsi quotidianamente nel mondo. D'altra parte, dai mezzi d'informazione apprendiamo per lo più cattive notizie: guerre, delitti, crisi economica e politica sono i tratti che più sembrano caratterizzare la nostra società. Gianfranco Ravasi ci propone di distaccarci per un attimo da questa atmosfera malsana per respirare invece l'aria cristallina del mattino generata da quelle parole, antiche o recenti, che ci permettono di iniziare la giornata con anima purificata e limpidezza interiore. E, nello spirito del precedente Le parole e i giorni , seleziona 366 citazioni letterarie, poetiche, filosofiche, musicali da cui prende spunto per brevi e illuminanti commenti, uno per ogni giorno dell'anno, uno per ogni mattino. Goethe, Molière, Maria Montessori, Enzo Biagi, Oscar Wilde, Gianni Rodari, Pascal, Don Milani. Uomini e donne intelligenti ma soprattutto «sapienti», ci spiega il cardinal Ravasi, a cui accostarsi con umiltà: «Non saprò dare soluzioni o risposte decisive; non potrò incidere nell'esistenza di chi mi leggerà; non riuscirò ad asciugare lacrime e a riportare sorrisi. Potrò essere solo - per i pochi minuti di lettura di queste righe - un compagno di viaggio che condivide le stesse domande, che partecipa alle stesse esperienze di dolore e di gioia, che dubita, teme, spera e talora forse dispera». Con questo spirito, Ravasi ci accompagna in un percorso intessuto dei fondamenti del cristianesimo, capace però di parlare in maniera laica e universale, di provocare un fremito nell'anima, un sussulto nella coscienza, spezzando o almeno increspando la calma piatta dei luoghi comuni e delle banalità che ci circondano. Per imparare a isolarci in una piccola riserva, anche se solo per pochi minuti, godendo di una preziosa opportunità di riflessione intima prima di affrontare gli innumerevoli impegni quotidiani.


NB: 
Siamo nel 1992, mia figlia Giulia non aveva ancora iniziato l'asilo!
Il mattutino era la prima cosa che leggevo, quasi un rito ...  

Giuliano



Il mattutino del  11/02/2011

A cura di Gianfranco Ravasi 


QUOTIDIANITÀ
"Se la vostra quotidianità vi sembrerà povera, non date ad essa la colpa. Accusate invece voi stessi di non essere abbastanza poeti per scoprire tutte le sue ricchezze. Per il Creatore, infatti, niente è povero". 
Il poeta austriaco Rainer Maria Rilke è uno degli autori a me molto cari, anche se sono consapevole che non lo si può consigliare come lettura riposante e lieve, essendo ogni suo verso denso, allusivo, persino gravoso. Oggi, però, propongo una sua osservazione più immediata e trasparente: è "prosa" non solo per il genere con cui è scritta, ma anche nel senso più feriale e quotidiano del termine. Ed effettivamente il tema che propone è appunto quello della quotidianità, un vocabolo che deriva dal latino quotidie che significa «ogni giorno». L'impressione immediata che si associa a questa esperienza è quella dell'abitudine, dello scontato, della routine oppure del trantran, per usare un termine onomatopeico, destinato a illustrare una ripetizione monotona. Certo, alzarsi ogni mattina con la consapevolezza che tutto sarà più o meno uguale al giorno prima, per approdare a sera a un sonno che riporterà la ruota della vita l'indomani al punto di partenza, non è per nulla esaltante. Eppure Rilke ci ricorda che il poeta, cioè chi ha uno sguardo capace di perforare il grigiore della superficie, riesce a intravedere iridescenze colorate anche nell'esistenza più uniforme. Tra le crepe di un muro sbrecciato può sbocciare un fiore; in ogni azione si annida una scintilla che può brillare. Ma lo scrittore aggiunge una nota ulteriore religiosa: per Dio nulla è povero o misero. Anche il semplice gesto quotidiano fatto con amore, pur nella sua umiltà materiale, può custodire un seme di eternità. Non è forse vero che Cristo ha segnalato che in atti così modesti come curare un malato, saziare un affamato, visitare un carcerato si cela già la ricompensa piena ed eterna?

FONTE: www.avvenire.it

 Il seme della parola. Mattutino
 Gianfranco Ravasi

Il seme della parola. Mattutino

 "Mattutino"
"È una parola forse dimenticata, relegata nella memoria dei cristiani un po' attempati: "Mattutino" evoca, infatti, le comunità oranti di monaci o monache che si levano quando ancora si stende sulla terra il sudario della notte e iniziano il loro canto di lode che conduce verso l'alba. È quel "mattinar lo Sposo" da parte della "Sposa di Dio", la Chiesa, a cui fa cenno anche Dante nel Paradiso, nel cielo del Sole (X, 141). Quel vocabolo denomina anche una rubrica che appare ogni giorno accanto al titolo del quotidiano "Avvenire", a partire dal 2 gennaio 1992. Dodici annate, dunque, per un totale di 3.630 articoli, per buona parte raccolti in nove volumi, compreso questo che il lettore ha tra le mani." 
(Gianfranco Ravasi)


Ravasi, Gianfranco
Mattutino 





MATTUTINO TEMPO DEL SILENZIO - RAVASI - PIEMME 1994

Il segreto della luce. Mattutino


Il segreto della luce. Mattutino

RAVASI



Copertina di 'Mattutino'

Gianfranco Ravasi

MATTUTINO


Gianfranco Ravasi - 
IL SIGNORE DELL'ALBA MATTUTINO - PIEMME


Fremito di luce. Mattutino


Fremito di luce. Mattutino



di Gianfranco Ravasi




Dettagli prodotto

Dalla terra al cielo, Mattutino
RAVASI


martedì 23 giugno 2015

Amo in te ...

Poesie D'Amore di: Nazim Hikmet 




FONTE:  donna.nanopress.it




Amo in te

"l’avventura della nave che va verso il polo
amo in te
l’audacia dei giocatori delle grandi scoperte
amo in te le cose lontane
amo in te l’impossibile
entro nei tuoi occhi come in un bosco
pieno di sole

... "

Il più bello dei mari

"Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto."


        ♫ Il Più Bello dei Mari (Poesia di Nazim Hikmet) - Letta da Arnoldo Foà - "DoveHeart190"
                                                           Nazim Hikmet 



Poesie d'amore (Nazim Hikmet) - Interpretazione Alba Plano

lunedì 22 giugno 2015

Non preoccupatevi - " Non abbiate paura del fututo perchè il futuro siete voi ".

Non preoccupatevi - Omraam Mikhaël Aïvanhov

Non preoccupatevi che qualcuno possa
prendere il vostro posto. 
Nessun essere può prendere il posto di un altro. 
Ognuno ha il proprio posto nell’Universo, perché Dio ha fatto di ciascuno un
essere unico, dotato di una vibrazione particolare. 
Sul piano fisico, certo, le
persone ingiuste e disoneste possono riuscire a soppiantarne altre, ma sul
piano spirituale questo è impossibile. Il posto che Dio assegna a ognuno
di noi è assolutamente quello che ciascuno merita. 
In questo campo vi è una
giustizia assoluta. 
Nessuna creatura ha la possibilità di prendere il posto di
un’altra, ma ciascuna deve svilupparsi sino a raggiungere la perfezione che Dio
a previsto per lei. 
Anche se altri hanno un ruolo più importante da svolgere,
ogni creatura regna esattamente là dove si trova, perché è Dio che le ha
assegnato quel posto. 
Con la sua vita, ogni creatura secerne una
quintessenza di sé, e tale quintessenza le è propria. 
Nessun’altra creatura può
sostituirsi a lei: essa resta unica e insostituibile per l’eternità.”


- Omraam Mikhaël Aïvanhov -


 In ogni istante, potreste essere presi dallo
scoraggiamento. 
Allora, ditevi immediatamente: «La cosa non durerà». 
Rifugiatevi da qualche parte in voi stessi, come se andaste in letargo, e
restate là finché non ritroverete il soffio della vita. 
Lo scoraggiamento
è come l’inverno, ma dopo l’inverno ritorna la primavera; a seconda delle
annate, essa viene più o meno presto: talvolta viene molto tardi, ma finisce
sempre per arrivare. 
Ecco perché non bisogna mai perdere completamente la
speranza. 
Prima o poi, lo slancio e l’energia ritorneranno. 
Quanti hanno
abbandonato la presa appena qualche istante prima che le forze della primavera
risorgessero in loro! 
Ed è un peccato… Stavano finalmente per essere salvati,
ma non hanno avvertito nulla di quel rinnovamento e si sono arresi. 
Dunque,
quali che siano i vostri tormenti, non lasciate mai che il vostro cielo
interiore si oscuri completamente. 
Ditevi: «Può darsi che non tutto sia
perduto, aspettiamo ancora un po’». E a poco a poco l’oscurità incomincerà a
dissiparsi e il freddo se ne andrà.


- Omraam Mikhael Aivanhov – 
da: "Pensieri Quotidiani"


La Forza della Gratitudine
Ecco qualcuno che si considera molto infelice e viene a
spiegarmi perché.

Gli chiedo: “Ha ringraziato oggi?

– Ringraziato…? Ma chi? E perché?

– Può camminare? Può respirare? – Sì.

– Ha fatto colazione? – Sì.

– E può aprire la bocca per parlare? – Sì.

– Ebbene, ringrazia. Ci sono persone che non possono né camminare né mangiare
né aprire la bocca. Lei è infelice perché non ha mai pensato a ringraziare. Per
cambiare il suo stato, dovrebbe anzitutto riconoscere che nulla è più
meraviglioso del fatto di essere vivi, di poter camminare, guardare, parlare”.
Gli esseri umani avrebbero migliaia di ragioni per ringraziare, ma non le
vedono. Sono ingrati. Ecco perché il Cielo li fa passare attraverso varie
prove: semplicemente per insegnare loro ad essere finalmente
riconoscenti. 
- Omraam Mikhael Aivanhov -


L’amore non è l’incontro di due corpi, ma la fusione di
due quintessenze.
Può accadere che due esseri non si siano mai sfiorati
nemmeno con un dito, eppure possano sentire tra loro un legame potente,
indistruttibile.
Altri, invece, pur dormendo da anni nello stesso letto
si sentono soli, estranei l’uno all’altro.
Quando due esseri si amano veramente, niente e nessuno
può separarli. Anche se ci fossero migliaia di chilometri tra loro, in realtà
essi sono sempre insieme.
Nonostante i muri, nonostante le montagne e gli oceani,
essi sono insieme, perché ciò che vivono si trova così in alto, da sfuggire
alle limitazioni del piano fisico.


-Omraam Mikhaël Aïvanhov-


Buona giornata a tutti. :-) leggoerifletto