La biblioteca digitale della letteratura italiana>>>Dal sito web www.letteraturaitaliana.net/

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venerdì 5 giugno 2015

Alcune poesie di Ines Scarparolo en dialeto ...vicentino.












INES SCARPAROLO Da sempre appassionata alle Lettere ed alle Arti, ama dire che «la poesia è per me il respiro stesso della vita, il profumo dei giorni, l'estasi dinnanzi alla musicalità e alla profondità di un verso, condividere con gli altri le mie gioie e i miei dolori.»
Fa parte del Cenacolo Poeti Dialettali Vicentini e di numerose altre associazioni culturali locali, regionali e nazionali.
Da diversi anni partecipa ai concorsi di poesia e narrativa conseguendo anche nell'ambito della letteratura per l'infanzia, numerosi e lusinghieri riconoscimenti. La lista dei premi vinti è lunghissima, con primi, secondi, terzi posti, diplomi, premi e menzioni speciali.
Ha pubblicato raccolte di poesie sia in dialetto sia in italiano e una raccolta di filastrocche e poesie per l'infanzia.
Collabora a riviste locali e regionali; sue liriche e suoi racconti si trovano in vari periodici culturali e su numerose antologie. Alcuni suoi lavori poetici sono stati tradotti nelle principali lingue europee dagli editori Bookj di Castel Maggiore (BO) e Carello di Catanzaro. Due sue poesie, tratte dalla silloge inedita per la preadolescenza «Ragazzi» (Fatmata e Ahmed), sono state musicate dal Maestro Bepi De Marzi di Arzignano per il coro «Piccola rosa di marzo» di Piovene Rocchette (VI) nel 2001.
Con Carta e Penna ha pubblicato il libro
IL DIALETTO E LA POESIA DIALETTALE:
CONSIDERAZIONI
Mantenere vivo il nostro dialetto è cosa essenziale per noi stessi e la cultura che ci appartiene. “Il dialetto” - come ha scritto il caro amico prof. Carlo Tognarelli di Arcade (TV), in un saggio sulla “Cultura dei Dialetti” – “è il modo più immediato ed esplicito per riconoscersi e dichiararsi appartenenti ad una medesima comunità, ad una stessa cultura, ad un'identica storia”.

Ovviamente, il mutamento delle condizioni socio-economiche, l'instaurarsi di nuovi rapporti fra individui di diversa matrice culturale, l'aumento delle necessità e delle possibilità di spostamento e di comunicazione, influiscono producendo modificazioni sia sul piano economico-sociale che su quello più eminentemente linguistico. Ecco l'importanza del “lasciar memoria” di ciò che, in un dato momento storico-sociale, è la “vera” lingua della nostra gente. 

Affermava il grande Federico Fellini: “In tutti i miei film il dialetto… è il linguaggio verbale più diffuso non soltanto per motivo di credibilità, di coerenza, di folklore o di suggestione, ma perché il dialetto riesce ad esprimere con una forza, una violenza addirittura visive, folgoranti connotazioni di tipo storico, psicologico, sociologico, emotivo”.

Dialetto come efficace mezzo espressivo, dunque, che può trovare un rilevante aspetto di recupero, in un momento in cui esso è in crisi come lingua parlata, nell'uso che se ne fa come lingua letteraria.

La poesia dialettale ci permette di divenire noi stessi “memoria viva” della lingua delle “radici”, “lingua del latte”, “linguaggio petèl” (detto alla maniera di Zanzotto) perché il dialetto sembra fatto apposta per la poesia: crea un mondo di immagini “vive”, le “dipinge” con immediatezza e le trasmette con la musicalità del suo ritmo. Eugenio Montale affermava che: “In due modi, quando si è uomini di qualche cultura, si può essere dialettali: o traducendo dalla lingua, giocando sull'effetto di novità che il trasporto può imprimere anche a un luogo comune, o ricorrendo al dialetto come a una lingua vera e propria, quando la lingua sia considerata insufficiente o impropria a un'ispirazione”.
P. P. Pasolini vedeva nel dialetto l'ultima sopravvivenza di ciò che è ancora puro e incontaminato, e affermava che la poesia dialettale è somma e pura espressione dell'intimo mentre per Coleridge era: “… un paesaggio notturno colpito a un tratto dalla luce. … che pone sempre di fronte a un fatto compiuto, con tutta la fisicità di una nuvola o di un geranio”.

CAREZZA BIANCA


Pare sperduto l'orto
ricoperto da un manto
leggero di neve.
Soltanto qualche orma
sulla bianca coltre e
un alto pino,
muto personaggio
che svetta
sulla nudità del cielo.
Accolgo, come carezza
lo stormire delle fronde
generose,
a terra adagiano
farfalle di candore.
L'albero,
nel lungo sonno attende
nuova forza
dal sole di domani.
E anch'io, come albero
di neve, allargo le mie
braccia, quale dono.
Attendo
che una Luce in cielo
fenda l'oscurità
e al cuore sussurri:
“Risorgi, il Bimbo
è nato”.


FONTE: www.cartaepenna.it

Buti de Poesia
 
Se ga descoverto 'l tenpo
par ti, dona
che te rancùri sogni.
Le to rajse fonde
incricà 'te na tera
che paréa inaridìa
ga butà...
Atimi caldi
de tenaresse sconte
ga sbregà la note
de 'a malinconia.
Te ghé capìo, dona
che ogni làgrema, ogni soriso
xe on s' ciantìso de l'ànema
e vale par so conto.
La vita intiera xe on buto
... de Poesia.

Traduzione dal dialetto vicentino:

Gemme di Poesia
Si è realizzato il tempo/ per te, donna/ che raccogli sogni./ Le tue profonde radici/ infisse in una terra/ che sembrava arida/ hanno germogliato.../ Caldi attimi/ di tenerezze nascoste/ hanno strappato la notte/ della malinconia./ Hai capito, donna/ che ogni lacrima, ogni sorriso/ è una scintilla dell'anima/ e vale di per sé./ La vita intera è una gemma/ ...di Poesia.
  Poesie di Ines Scarparolo





Buti de Poesia
 
Se ga descoverto 'l tenpo
par ti, dona
che te rancùri sogni.
Le to rajse fonde
incricà 'te na tera
che paréa inaridìa
ga butà...
Atimi caldi
de tenaresse sconte
ga sbregà la note
de 'a malinconia.
Te ghé capìo, dona
che ogni làgrema, ogni soriso
xe on s' ciantìso de l'ànema
e vale par so conto.
La vita intiera xe on buto
... de Poesia.
 
Traduzione dal dialetto vicentino:

Gemme di Poesia
Si è realizzato il tempo/ per te, donna/ che raccogli sogni./ Le tue profonde radici/ infisse in una terra/ che sembrava arida/ hanno germogliato.../ Caldi attimi/ di tenerezze nascoste/ hanno strappato la notte/ della malinconia./ Hai capito, donna/ che ogni lacrima, ogni sorriso/ è una scintilla dell'anima/ e vale di per sé./ La vita intera è una gemma/ ...di Poesia.


Dona
 
Ti, dona
forsa de Dio
belessa de la Madona
amore del Cristo
làgreme de mama.
A te si' par l'omo
co fa el s'ciòco de on bazo
el s'ciantìso de na ridàda
el molesin de na caressa
el gnarèto de do brassi
el morbìn de na strucàda.
Ti, dona
a te ghè drento l'ànema
el mistero del mondo.
Traduzione letterale dal dialetto vicentino urbano:
Donna

Tu, donna/ forza di Dio/ bellezza della Madonna/ amore di Cristo/ lacrime di mamma.// Sei per l'uomo/ come lo schiocco di un bacio/ il lampo di una risata/ il morbido di una carezza/ il piccolo rifugio di due braccia/ l'esaltazione che dà una forte stretta.// Tu, donna/ hai nell'anima/ il mistero del mondo



El to pozolo, mama
 
Cò passo par Santa Lussia, mama
no vedo più i gerani e l'oleandro rosa
'tel pozoleto de fero de casa tua.
 
No ghe xe fiori e gnanca strasse
picà via sugàre,
i balconi de legno no i sbate più
pa' l vento che sùpia
a primavera.
 
A te me vien inamene, seto
cò vedo i buti che s' ciòpa
cò vien zo 'n scravassòn
cò sento torno sta aria stranba
de primavera.
 
Te te metevi fòra
'tel pozoleto coverto de giornài
e te piantavi fiori novi
smovendo la tera, lustrandote le man
'tel traverson da cusina.
 
E in pochi giorni, a Santa Lussia
rivava primavera, mama.
Traduzione dal dialetto vicentino urbano: "
Il tuo poggiolo, mamma
Quando passo per Santa Lucia, mamma/ non scorgo più i gerani e l'oleandro rosa/ nel piccolo poggiolo in ferro di casa tua./ Non ci sono fiori e neppure panni/ stesi ad asciugare,/ le imposte in legno non sbattono più/ per il vento che soffia/ a primavera./ Mi vieni a mente, sai/ quando vedo le gemme scoppiare/ quando scende un acquazzone/ quando sento attorno questa aria strana/ di primavera./ Ti mettevi fuori/ nel piccolo poggiolo ricoperto di giornali/ e piantavi nuovi fiori/ smuovendo la terra, pulendoti le mani/ nel grembiule da cucina./ E in pochi giorni, a Santa Lucia/ giungeva primavera, mamma.


Fiori de bròsema
 
A gavarìa vossudo, popà
èssare bastansa forte
par solevarte almanco on pòco
te' a to morte tribolà.
 
Dirte del ben che te voévo
starte rente fin la fine
inbrassarte e parar via
la paura pa' a to sorte.
 
E gavarìa vossudo, popà
'assarme 'ndare al pianto
'fa na picinina, cò te ne ghè lassà.
Ma no so' sta bona, popà.
 
Zenaro intanto, co fiori de bròsema
te ricamava maravéje su pa' i veri...
Traduzione letterale dal dialetto vicentino urbano:
Fiori di brina

Avrei voluto, papà/ essere abbastanza forte/ da alleviarti almeno un poco/ al momento della tua morte tormentata.// Dirti del bene che ti volevo/ rimanerti accanto sino alla fine/ abbracciarti e scacciare/ la paura per la tua sorte.// E avrei voluto, papà/ lasciarmi andare al pianto/ come una bimba, quando ci hai lasciato./ Ma non ce l'ho fatta, papà.// Gennaio intanto, con fiori di brina: ricamava per te meraviglie sui vetri...




Al primo amore
 
L'àrfio del vento
la to boca su la mia
le nostre man
che sercava... la vita.
 
Persa 'te i oci tui
mi me inmagavo,
catàndo el Paradiso.
 
'Te l'erba alta
ingramegnà de fiori,
tra i grij che saltava
e i pissacani
a ghémo inparà presto
a far l'amore
lassando drìo de l'àrzene
ricordi
che 'ncora ga profumo.
Traduzione dal dialetto vicentino urbano:
Al primo amore
Il soffio del vento/ la tua bocca sulla mia/ le nostre mani/ che cercavano... la vita./ Persa nei tuoi occhi/ io mi incantavo/ trovando il Paradiso./ Nell'erba alta/ tra i grovigli dei fiori,/ i grilli che saltavano/ e il tarassaco/ abbiamo imparato presto/ a far l'amore/ lasciando lungo l'argine/ ricordi/ che ancora hanno profumo.
 


On cantosèo de sièlo
 
A te tegnevo in gàja
e te ninàvo chièta
basàndote 'a testina.
 
Fòra, drìo la mureta
i fiori se vestiva
del ciaro de' a matina.
 
Quanto ca gavarìa
vossudo èssare fiore
e rovejàrme al sole
brincàndoghe la luse...
 
Ti te ghè verto i oci
e te me ghè vardà.
On cantosèo de sièlo
de pàca go catà
e là, amore
go incolorìo i me sogni.
 
7 aprile 2002
Traduzione letterale dal dialetto vicentino urbano:
Un angolino di cielo

Io ti tenevo in grembo/ e ti cullavo piano/ baciandoti il capino.// Fuori, al di là del muricciolo/ i fiori si vestivano/ del chiarore del mattino.// Quanto avrei/ voluto essere fiore/ e avvolgermi di sole/ catturandone la luce...// Tu hai aperto gli occhi/ e mi hai guardato./ Un angolino di cielo/ ho subito trovato/ e là, amore/ ho intinto di colore i miei sogni.




Giosse
 
Giosse de lago
me sbiànsa,
sguaràta on putèo
'te l'aqua pì bassa,
el sole me scalda.
 
E mi, speto
che ste giosse
de Imenso
me neta
cavando la grosta
pì dura dal còre.
Traduzione dal dialetto vicentino urbano: "
Gocce
 
Gocce di lago/ mi bagnano,/ sguazza un bambino/ nell'acqua più bassa,/ il sole mi scalda./ E io, aspetto/ che queste gocce/ di Immenso/ mi lavino/ togliendo la crosta/ più dura dal cuore.
 
 


El me istà
 
Inboressà
canta l'amore,
spigàssa mondi nòvi
'a fantasia,
ride 'l pensiero
spacàndo 'e so cadéne.
 
Fra spenelàde
de colore
l'erba se inmàga
a catàr sù s' ciantìsi
da on sòe zugatolòn.
 
E strosi spersi
de ranpegòn su la montagna
conpagna el me silensio.
 
Rancùro armonia
descatéjo emossion
e... vivo!
Vivo sto istà
fato de gnìnte
spùre siòro.
Traduzione dal dialetto vicentino urbano: "
La mia estate
Colto da lieta frenesia/ l'amore canta,/ scarabocchia mondi nuovi/ la fantasia,/ il pensiero ride/ spaccando le sue catene./ Tra pennellate/ di colore/ l'erba si incanta/ a raccogliere scintille/ di un sole giocherellone./ E sentieri spersi/ inerpicati sulla montagna/ accompagnano il mio silenzio./ Colgo armonia/ libero emozioni/ e... vivo!/ Vivo quest'estate/ fatta di niente/ eppure ricca.



Fra mi e 'l Creatore
 
Na caressa de sole la sbusa
on s' ciàpo de nuvole grise.
Par de sòto, na strica de fogo
la descànta le frasche inlunà.
 
Inmagà da chél àrfio de celo
me inbriàgo de vita e de pase.

Traduzione dal dialetto vicentino urbano: "
Tra me e il Creatore
Una carezza di sole penetra/ una schiera di nubi grige./ Da sotto, una striscia di fuoco/ risveglia le rame imbronciate./ Incantata da quel respiro di cielo/ mi inebrio di vita e di pace.


A son solo na formiga
 
A son solo na formiga
on sasseto, na supiàda
na pajéta de sto gnaro
na giosseta cascà lì
 
'te sto mondo cussì belo
'ndove l'àrfio del Signore
ga inbastìo, dal dito al fato
ste montagne e ste aque ciare.
 
A son 'pena on puntesèlo
na sginséta del to pan
Dio del celo e de sti boschi
ma par ti, rento sto mondo
son bastansa pa' l to amor.
Traduzione dal dialetto vicentino urbano: "
Sono soltanto una formica
Sono soltanto una formica/ un sassolino, un soffio/ una pagliuzza di questo nido/ una gocciolina caduta lì/ in questo mondo così bello/ dove il respiro del Signore/ ha predisposto, in un attimo/ queste montagne e queste acque limpide./ Non sono che un punticino/ un pezzettino del tuo pane/ Dio del cielo e di questi boschi/ ma per te, in questo mondo/ sono abbastanza per il Tuo amore.



Stasera
 
Case
svirgolà par la colina
e, insima
na ciesa, fra i monti
in soàsa.
 
Profumo de rasa...
Co canto de anguàne
el vento me cuna.
 
Me incantarà la luna
stasera, ligàndo le ore
co'l filo de i sogni.
 
4 lujio 2001
Traduzione letterale dal dialetto vicentino urbano: "
Stasera

Case/ sghembe sulla collina/ e, sopra/ una chiesa, tra i monti/ incorniciata.// Profumo di resina.../ Con canto di anguane/ il vento mi culla.// Mi incanterà la luna/ stasera, avviluppando le ore/ con il filo dei sogni.
 
Anguane= donne bellissime e dai lunghi capelli che si riuniscono la notte per lavare i panni nelle acque del Brenta; con il loro canto, ammaliano chi ha la ventura di vederle ed ascoltarle.



Canpagna de ancò
 
Verde marso, mùs' cio
e smeraldo,
ocra, tera de siena
naturale e brusà.
 
Sparpajà soto el monte
fassoleti de tera
de tanti colori
i se slonga e i caressa
on gropo de case
co i copi rosso maton.
 
La chiète se ronpe:
na fabrica
fis' cia le sìe
e fuma i motori.
 
Soto el celo
blu de cobalto,
na capa de smog
griso fumo.
 
Traduzione dal dialetto vicentino urbano: "
Campagna d'oggi
Verde marcio, muschio/ e smeraldo,/ ocra, terra di siena/ naturale e bruciata./ Sparsi sotto il monte/ fazzoletti di terra/ di tanti colori/ si allungano ed accarezzano/ un nodo di case/ con le tegole rosso mattone./ La tranquillità si spezza:/ una fabbrica/ fischia le sei/ ed i motori fumano./ Sotto il cielo/ blu di cobalto/ una cappa di smog/ grigio fumo.
 


On Cristo de sti ani
 
Go visto
on porocristo, ancò
passare par la strada:
facia da desperà
corpo patìo.
El 'ndava vanti curvo
e a testa bassa
come se on gran peso
el se tirasse drìo.
A védarlo, chél toso
no' l gavéa trent' ani
ma za scominsiava, par elo
la stimana de Passion.
Onto patòco
e coverto de strasse
come on fabiòco
el ghe parlava al vento
ma sicome nissun
se savariava
la so via Crucis, da solo
el continuava.
Traduzione dal dialetto vicentino urbano: "
Un Cristo d'oggi
Ho visto/ un derelitto, oggi/ passare per la strada:/ volto da disperato/ corpo patito. Proseguiva curvo/ e a capo chino/ come se un gran peso/ si tirasse dietro./ Al vederlo, quel ragazzo/ non avrà avuto trent'anni/ ma già iniziava, per lui/ la settimana di Passione./ Completamente sporco/ e coperto di stracci/ come un povero balordo/ egli parlava al vento/ ma poiché nessuno/ si preoccupava/ la sua Via Crucis, da solo/ continuava.

LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
  Poesie di Ines Scarparolo

www.club.it/


Scheda autore

Nome: Ines
Cognome: Scarparolo
Email: nininscarpeta@katamail.com
Sito:
Biografia: Ines Scarparolo è nata a Vicenza il 20 Agosto 1946 e risiede in via Nicolò Vicentino 102, 36100 Vicenza - tel. 0444 504784 - e-mail: nininscarpeta@katamail.com. Ha pubblicato le drguenti opere: • S’ciantise 1997 A.L.I., Torino, 14x21, pp. 36, non in commercio • Quando fiorisce il pesco 2000 Montedit, Milano, 17x24, pp. 48, 23 illustrazioni, L. 18.000 • Tra nubi erranti 2001 Helicon, Arezzo, 13x21, pp. 48, L. 12.000 NOTE PERSONALI: fa parte del Cenacolo Poeti Dialettali Vicentini. Ama i bambini, l’arte e il mondo in dimensioni extra-large. Ines Scarparolo E’ nata e vive a Vicenza; da sempre appassionata alle Lettere e alle Arti, fa parte del Cenacolo dei Poeti Dialettali Vicentini e di numerose altre Associazioni Culturali. Da qualche anno partecipa, sia in lingua che in dialetto, a concorsi di poesia e narrativa conseguendo numerosi e lusinghieri riconoscimenti, anche nell’ambito della letteratura per l’infanzia. Ha pubblicato: 1997 “S’ciantìse”, raccolta di poesie in dialetto curata dall’A.L.I. Penna d’Autore di Torino (f.c.), 2000 “Quando fiorisce il pesco”, filastrocche e poesie per l’infanzia, in lingua e dialetto, edizioni Montedit di Melegnano (MI); 2001 “Tra nubi erranti”, raccolta poetica in lingua a cura delle edizioni Helicon di Arezzo; 2002 “Giochi di colore”, poesie in lingua, A.L.I. Penna d’Autore di Torino (f.c.) Alcuni suoi lavori poetici sono stati tradotti nelle principali lingue europee dagli Editori Book di Castel Maggiore (Bo) e Carello di Catanzaro; sue poesie, racconti e scritti, sono stati pubblicati su antologie varie, periodici culturali e riviste.

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TITOLOISBN
Il respiro dei fioriISBN: 88-8449-171-1
Il canto della vitaISBN; 978-88-8449-356-9
Sei stotie piccine piccine piccio'ISBN: 978-88-8449-471-9
FONTE: http://www.editriceveneta.com/autore_libro/index.php?authID=142

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