La lettura della scrittura nei padri siriaci
Sabino Chialà
La perla dai molti riflessi
Sabino ChialàLa Scrittura irriga la preghiera Punto importante nell’insegnamento di Isacco di Ninive riguardo alla Scrittura è il suo rapporto con la preghiera, da intendersi in senso duplice. Innanzitutto la preghiera è il necessario alveo in cui la lettura spirituale della Bibbia deve inscriversi: “Non accostarti alle parole misteriose delle Scritture senza prima aver pregato e aver chiesto aiuto a Dio, dicendo: ‘Signore, fa’ che io sperimenti la potenza che è in esse’. Considera che la preghiera è la chiave per discernere la verità nelle Scritture”.Ma, reciprocamente, la Scrittura è per Isacco anche ciò che alimenta la preghiera del solitario; è materia per la preghiera, che dunque è fondamentalmente esercizio all’ascolto: “La lettura delle Scritture rafforza l’intelletto e soprattutto irriga la preghiera; è aiuto nella veglia ed è compagna; è luce per l’intelligenza, guida nel cammino, seminatrice di abbondanti contemplazioni nella preghiera; impedisce di vagare e di andare a pascersi di cose vane; semina nell’anima la memoria continua di Dio e delle vie dei santi che piacquero a lui, e ottiene all’intelletto sapienza e finezza”.Altrove, egli afferma che la lettura è ciò che appresta un’anima alla preghiera; che la illumina, perché non si risolva in un’esperienza solo fisica ed esteriore: “Ciò che la forza della preghiera è per le condotte ascetiche, lo è la lettura per la preghiera. Ogni preghiera, infatti, che non è nutrita dalla luce delle Scritture, è pregata secondo una conoscenza corporale. E anche se implorasse cose buone, e da essa scaturissero moti nobili, resta vero che una tale preghiera è più debole di quella conoscenza che viene dalla lettura. Ciò perché, mentre medita realtà gloriose e sembra che si intrattenga in realtà stupefacenti, un tale orante è in realtà lontano da Dio. E così neppure riesce a conseguire quelle realtà belle in cui spera, ma cammina davanti al proprio volto e riflette sulla propria volontà: l’ammonizione, infatti, che viene dalla retta conoscenza della luce delle Scritture non lo tocca”.Quando la preghiera è nutrita dalla Scrittura, allora diventa anche esperienza di crescita nella conoscenza e dunque ciò che chiede non obbedisce più a una comprensione corporale, com’è quella di chi, piegato su se stesso, non segue che la propria volontà. La preghiera cristiana, essendo innanzitutto ascolto della Parola contenuta nelle Scritture, è esercizio alla conversione, nella misura in cui, conoscendo sempre più in profondità quale sia la volontà di Dio, cerca di farla propria.
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