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mercoledì 17 aprile 2013

Benedetto XVI° di Michael Triegel




L’arcivescovo Müller inaugura un dipinto dedicato a Benedetto XVI. 


«Che cosa di Benedetto XVI affascina un artista con il talento di Michael Triegel e quali intuizioni desidera trasmettere a chi osserva l’opera con i mezzi d’espressione di cui dispone?» si è chiesto l’arcivescovo Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e curatore delle sue Gesammelte Schriften, inaugurando nel pomeriggio del 16 aprile — in occasione dell’ottantaseiesimo compleanno di Joseph Ratzinger all’ambasciata di Germania presso la Santa Sede un ritratto di Benedetto XVI realizzato dall’artista tedesco.
«Se guardiamo a questa immagine disegnata da mano umana — ha proseguito il presule descrivendo il dipinto — allora sulla cattedra di Pietro vediamo l’uomo Joseph Ratzinger: non in una posa da regnante, bensì come uomo del suo tempo, limitato a un breve tratto della storia del mondo e della salvezza, che nessun altro, se non lo Spirito Santo, il 19 aprile 2005 ha scelto sommo pastore della Chiesa attraverso l’elezione da parte del collegio cardinalizio. La curvatura del bracciolo molto allungata appare come una chiave e ci ricorda le chiavi, che un giorno presso Cesarea di Filippo il Signore ha promesso all’apostolo Pietro».
Michael Triegel — ha continuato il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede — «riconosce che l’uomo della roccia Benedetto XVIguarda anche con disincanto tra le stesse fila dei credenti. Sulla cattedra di Pietro non siede un superuomo, bensì una persona che, con tutta la sua grande cultura, porta in sé l’incertezza e l’azzardo del finito, che partecipa alla sofferenza per il “dilemma della fede nel mondo attuale, tra il dubbio e la speranza in Dio”, come ha scritto già nel 1968 nella suaIntroduzione al cristianesimo. Triegel e Ratzinger sono uniti, per quanto riguarda la loro vita (anche se con qualche generazione di differenza) dall’esperienza di due dittature che disprezzavano l’uomo e dalle quali è stata caratterizzata la loro infanzia e la loro gioventù, a cui si aggiunge la sfida della nuova dittatura del consumismo, che considera tutto, anche la verità, l’amore e l’uomo stesso, solo come merce e come mezzo. Dopo il discorso di Benedetto nella Konzerthaus di Friburgo si è cercato con meticolosità i precedenti del programma della demondanizzazione della Chiesa, e nessuno si è accorto che era proprio il Figlio di Dio fattosi uomo che ha testimoniato di fronte a Pilato: “Il mio regno non è di questo mondo”. I servitori di Gesù non combattono secondo i metodi del mondo e per gli obiettivi del mondo. Il cammino della Chiesa non può essere l’adeguamento al mondo».
«L’incontro tra Benedetto XVI, testimone e collaboratore della verità, e il suo ritrattista, l’uomo che cerca, l’abile artista Michael Triegel — ha concluso l’arcivescovo Müller — ha prodotto questo quadro, che oggi consegniamo al pubblico. Permette di ammirare le capacità del pittore, e allo stesso tempo è motivo per rendere grazie a Dio per Joseph Ratzinger come uomo e cristiano, come teologo e studioso di fama mondiale, come arcivescovo di Monaco e Frisinga, come sommo pastore della Chiesa dal 2005 al 2013 e ora come semplice pellegrino nell’ultimo tratto del suo cammino terreno verso la patria eterna, umile operaio nella vigna del Signore».




L'Osservatore Romano 17 aprile 2013

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