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domenica 26 gennaio 2014

POESIE _ In ogni nuovo giorno.

               IN OGNI NUOVO GIORNO
© 1999 Edizioni Qiqajon

Poesie di Dietrich Bonhoeffer


Dietrich Bonhoeffer, pastore e teologo luterano,

è considerato uno dei pensatori più fecondi del XX secolo. Interessante nella sua opera è la ricerca del senso della fede cristiana in cui testimonianza e autenticità s’incontrano sempre per edificare un profondo messaggio di umanità. Il teologo fu arrestato dai nazisti mente lavora alle note della sua Etica con l’accusa di aver fato fuoriuscire ebrei. Bonhoeffer trascorre in carcere due anni, dal 5 aprile del 1943 al 9 aprile 1945, giorno della sua impiccagione. Fu accusato inoltre di aver appoggiato e sostenuto i cospiratori contro Hitler.
Risalgono a questo doloroso periodo di prigionia le poche poesie che il teologo ha scritto. Grazie all’interessamento e alla traduzione di Alberto Melloni è possibile conoscere anche il Bonhoeffer poeta.
{link_prodotto:id=410} (Edizioni Qiqajon, pagine 85, 9 euro) raccoglie la breve e fulminante esperienza poetica del teologo, che nello spazio angusto della cella scopre la poesia come la forma più immediata per comunicare l’esperienza della privazione della libertà con lo strumento interiore della fede.
«Dieci poesie» scrive Melloni nella prefazione: «poche pagine di versi di un uomo che ha invece dedicato un grande impegno ad una scrittura diversa e corposa, di un uomo che – al di là di qualche tentativo giovanile – non aveva una familiarità con la forma poetica, e verso la quale possono averlo attirato qualche ricordo o qualche lettura».
In cella Bonhoeffer legge Memeoria da una casa di morti di Dostoevskij e Rilke. Questi due autori influenzeranno notevolmente la scrittura dei suoi testi poetici. Il teologo è diventato nell’ultimo periodo della sua vita poeta per un forte bisogno interiore. La poesia, nella solitudine della sua cella, diventa preghiera attraverso la quale si rivolge a Dio e agli uomini per rinsaldare l’importanza dei valori fondamentali senza i quali nessuna vita può essere possibile.
Nella disperazione della fine imminente, l’uomo che soffre si fa poeta per cantare l’amore, la fratellanza, la consolazione della fede, l’amicizia, la libertà.
Bonhoeffer aspetta la calma della notte per accendere la fiamma intima dell’anima e intingere la penna nell’assoluto della poesia: 
«Quando su noi discende il silenzio profondo / oh, lascia che udiamo quel timbro pieno / del mondo, che invisibile s’estende intorno a noi / di tutti i figli tuoi canto alto di lode. / Da forze buone, miracolosamente accolti / qualunque cosa accada, attendiamo confidenti. / Dio è con noi alla sera e al mattino / e stanne certa, in ogni nuovo giorno».
In questi versi che spedisce alla fidanzata, la fede del credente che veglia si unisce alla solitudine di un’anima che, nel silenzio notturno della prigionia, avverte i legami con l’universo e sviluppa una grammatica dei sensi che nella vita quotidiana ordinaria non si conosce.
I versi bonhoefferiani proprio per questo sanno essere epifanie e dono, estasi che racconta allo stesso tempo il dramma e la liberazione di un’anima.
«Nulla va perduto; in Cristo tutto è recuperato, preservato, ma sotto un aspetto mutato, tutto è trasparente, chiaro, libero dal tormento del desiderio egoista». Così Dietrich Bonhoeffer scrive in una lettera del 18 dicembre 1943. L’essenzialità della sua poesia ancora oggi sta a testimoniare che soltanto il coraggio di credere può trasformare la vita in un miracolo da lasciare in eredità alle generazioni future.
NICOLA VACCA 

FONTE: www.monasterodibose.it/preghiera

27 gennaio: giornata della memoria




Bonhoeffer compare davanti alla corte marziale per un processo farsa nel quale viene condannato a morte. “È la fine, per me l’inizio della vita”
La Grazia a caro prezzo

Bose, 27 gennaio 2014

L’espressione “il prezzo della grazia” può sorprendere. La grazia è gratuita per definizione, non costa nulla, e questa è appunto la grande affermazione della Riforma: siamo salvati per grazia, e non per le nostre opere.
Non possiamo fare nulla per la nostra salvezza, se non accettarla e accoglierla nella fede. La salvezza non è qualcosa che si possa acquisire, comprare o guadagnare: ci viene proposta dall’amore infinito di Dio, dunque è un dono gratuito, che si può accettare o rifiutare.
Di conseguenza, Bonhoeffer imbocca la direzione opposta rispetto alla tradizione luterana, alla quale appartiene. Fa osservare che si è a tal punto posto l’accento sulla salvezza per grazia da dimenticarne il caro prezzo: non le opere che bisognerebbe fare per essere salvati, ma quelle che dobbiamo fare proprio in quanto siamo stati salvati; ci siamo addormentati sulla certezza della nostra salvezza e abbiamo trascurato l’obbedienza a Dio, la sequela di Cristo; a forza di discettare sulla grazia abbiamo finito per non vivere più da discepoli.
Ed è con questi argomenti che Bonhoeffer spiega le derive della chiesa protestante tedesca, che ha accolto Hitler come l’uomo della provvidenza inviato da Dio, e ha vissuto il suo avvento come un’epifania …
La grazia a buon mercato è la grazia che ci è data di per sé, senza bisogno che cambi qualcosa nel nostro modo di vivere, anzi, quando cerchiamo di conformarci il più possibile al mondo. In altri termini, la grazia a buon mercato è giustificazione del peccato, ma non del peccatore penitente, che si stacca dal peccato e si converte. È “grazia senza sequela, grazia senza croce, grazia senza Gesù Cristo vivo, incarnato”.
In forte polemica con questa concezione al ribasso della grazia, Bonhoeffer ricorda il prezzo della grazia, che normalmente si dimentica: la grazia a caro prezzo è l’obbedienza ai comandamenti di Dio, e la via che ci porta a divenire discepoli alla sequela di Cristo.

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