Un post di qualche tempo fa... 12.12.12
The Sound of Silence (Original Version from 1964)
Simon & Garfunkel -The Sound of Silence Original Version from 1964 with lyrics
Sound of Silence
Sound of Silence
by:Simon & Garfunkel
by:Simon & Garfunkel
Hello, darkness, my old friend
I've come to talk with you again
Because a vision softly creeping
Left its seeds while I was sleeping
And the vision that was planted in my brain
Still remains
Within the sound of silence
In restless dreams I walked alone
Narrow streets of cobblestone
'Neath the halo of a streetlamp
I turned my collar to the cold and damp
When my eyes were stabbed by the flash of a neon light
That split the night
And touched the sound of silence
And in the naked light I saw
Ten thousand people, maybe more
People talking without speaking
People hearing without listening
People writing songs that voices never shared
And no one dared
Disturb the sound of silence
"Fools," said I, "You do not know
Silence like a cancer grows
Hear my words that I might teach you
Take my arms that I might reach you"
But my words like silent raindrops fell
And echoed in the wells of silence
And the people bowed and prayed
To the neon god they made
And the sign flashed out its warning
In the words that it was forming
And the sign said, "The words of the prophets
Are written on the subway walls
And tenement halls
And whispered in the sounds of silence"
NB:
These two were part of my youth and
enjoyed every minute of their music.
Anche Dio tace.
Intervento del cardinale Ravasi.
"Sulla scia delle suggestioni di quel documento, abbiamo così pensato di affrontare il tema del silenzio, un argomento alto e denso, nonostante sia privo di parole. Lo affronteremo da un’altra angolatura. Cantava padre David Maria Turoldo (dicui in questo mese celebriamo il ventesimo dalla morte): «Un chiostro è il mio cuore / ove Tu scendi a sera / io e Te soli / a prolungare il colloquio». Si intuisce in questi versi che il dialogo con Dio non ha solo parole ma soprattutto silenzi: non per nulla nella tradizione giudaica il nome di Dio — elemento fondamentale in ogni religione — non lo si deve dire ma solo tacere.Questo silenzio è lo stesso del “mistero”, parola greca che rimanda al verbo myein che esige il chiudere le labbra nel tacere, perché il mistero custodisce il divino che è infinito, eterno e ineffabile, ma che è anche efficace, potente, salvifico. Noi, perciò, ci interesseremo ora proprio del silenzio di Dio, non tanto di quello dell’uomo, pur importante perché Qohelet ci ricorda che «c’è un tempo per parlare e un tempo per tacere» (3, 7). Il tacere divino — ben diverso da quello degli idoli che è mutismo perché oggetti inerti («sono come uno spauracchio in un campo di cetrioli: non sanno parlare», ironizzerà Geremia) — ha due volti, l’uno di rivelazione e di grazia, l’altro di giudizio e di ira....
Tra luce e tenebra - Cardinale Gianfranco Ravasi
"La fede è un intreccio di luce e di tenebra: possiede abbastanza splendore per ammettere, abbastanza oscurità per rifiutare, abbastanza ragioni per obiettare, abbastanza luce per sopportare il buio che c'è in essa, abbastanza speranze per contrastare la disperazione, abbastanza amore per tollerare la sua solitudine e le sue mortificazioni.
Se non avete che luce, vi limitate all'evidenza; se non avete che oscurità, siete immersi nell'ignoto. Solo la fede fa avanzare".
In un articolo che sto leggendo m'imbatto in questa riflessione del teologo e autore spirituale francese Louis Evely. Alcuni sono convinti che la fede sia solo luce, certezza, evidenza e ignorano che Abramo sale verso la vetta del Moria armato, sì di fede, ma anche di paura e col cuore segnato dall'oscurità. Così sarà per Giobbe, il credente che lotta con Dio. Se fosse solo evidenza, allora la fede sarebbe solo una variante della matematica o della geometria.
Se fosse solo tenebra, allora sarebbe l'anticamera della disperazione.
Credere è, invece, "avanzare" come dice Evely, è rischiare. E' per questo suo "intreccio di luce e di tenebra" che la fede non ammette il fanatismo, che è una sua orribile scimmiottatura, ma non cade neppure nel dubbio sistematico, riducendosi a mera e sconsolata domanda.
Quando, perciò, il cielo s'oscura, non temiamo di aver perso necessariamente la fede; quando la luce è sempre e solo evidente, interroghiamoci sul Dio che stiamo seguendo, per non cadere nell'illusione.
Vorrei concludere ancora con Evely che così definisce la sua fede: "Grazie a quello che di Te conosco, credo in Te per ciò che non conosco ancora, e, in virtù di quello che ho già capito, ho fiducia in Te per ciò che non capisco ancora".
(Cardinale Gianfranco Ravasi)
Confessione e Comunione
Uno dei mezzi più potenti per difenderci dal maligno è ricevere spesso i sacramenti della confessione e della comunione. Molte volte il diavolo ci fa sentire "ipocriti", dopo aver peccato, e insinua in noi l’idea di non andare in chiesa per non avvertire il disagio di confessarci, e ci suggerisce di tacere alcuni peccati per "vergogna", facendo così una confessione cattiva. Ma se ricorriamo alla confessione con umiltà e pentimento, il diavolo si allontanerà da noi. Niente è meglio dell’umiltà per allontanare un superbo. Così sentiremo la gioia di essere perdonati perché per Dio non vi sono peccati troppo grandi o numerosi che Egli non possa perdonare. Il suo amore e la sua misericordia sono più grandi dei nostri peccati e non dobbiamo mai diffidare del suo perdono.
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