La biblioteca digitale della letteratura italiana>>>Dal sito web www.letteraturaitaliana.net/

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mercoledì 1 ottobre 2014

NELLE TUE MANI "Parole per cantare l'amore del Signore"

NELLE TUE MANI

Parole per cantare l'amore del Signore.
"La preghiera non consiste in una serie di richieste, ma nel toccare Qualcunoche a ogni supplica si piega su di me,intreccia il suo respiro con il mio."           Ermes Ronchi
l'ultima poesia del libro...pag.89

AMAMI
Colmami del Tuo Amore,
Signore!
Sii per me l'amante prediletto,
la carezza che cerco
l'abbraccio preferito.

Colmami del Tuo Spirito,
Signore!
Sii per me la forza
che ho cercato nella vita.
Donami la Luce
che è sapienza,
la tua giustizia
che in me si fa misericordia.
Amami,  Signore,
come una sposa,
come una figlia, come una sorella.
Amami, dolce mio amore,
nel calore del Tuo incontro
più sete non avrò.

Mariella Lunardi

mariellalunardi@hotmail.it


“Saluta il signore! Ringrazia quella persona!” Sono semplici richieste che un tempo, camminando per strada, nei negozi, nei bar, nei luoghi pubblici sentivi formulare alle mamme. Erano raccomandazioni, frasi di incitamento a relazionarsi con l’altro in modo corretto; frasi che venivano suggerite a bimbi, anche piccoli, perché imparassero a muoversi nei delicati meandri della relazione con il giusto rispetto, la corretta educazione. Cosa c’è di così importante dietro un saluto? Perché va chiesto ai bambini? Prima di tutto salutare è semplicemente un fatto di buona educazione. Si saluta quando si arriva, si saluta quando si va via, si salutano le persone di nostra conoscenza che incontriamo o le persone che ci vengono presentate. Si salutano i genitori al mattino, si saluta al rientro in casa, prima di andare a dormire. È doveroso il saluto agli insegnanti quando si arriva a scuola, quando le lezioni sono terminate, quando un adulto entra in classe. Vanno salutati tutti gli operatori che incontriamo, i negozianti, il giornalaio….Insomma, la buona educazione prevede che un incontro si apra e si chiuda con un saluto più o meno formale, a seconda della relazione instaurata tra le persone. Un saluto fa di più, dice: ”Ti riconosco, so che ci sei, esisti”. Questa forma di riconoscimento insegnata ai bambini ha un grande valore. Se io riconosco una persona, la sua presenza, allora non posso muovermi come se non esistesse. Mi devo confrontare con lei, adeguando il mio comportamento alla forma di relazione che si è instaurata tra noi. Quante volte vediamo i nostri bambini trattare autorità (medici, insegnanti..) con la stessa confidenza con cui trattano un familiare! Il commento più comune pronunciato dalle persone in queste situazioni è più o meno il seguente: ”Non ha paura di niente!”. In realtà un bimbo che si comporta così non ha capito la diversità dei ruoli perché non gli è stata insegnata. “Ma è così importante?” mi potreste chiedere. Io credo di sì. La nostra società è strutturata sulla diversità dei ruoli. Tutti noi siamo chiamati in tempi diversi a rispettare i ruoli di qualcun altro. Pensate a un adulto che non rispetti il ruolo di un poliziotto, ad esempio. Un bel guaio! Il rispetto dei ruoli va insegnato, non si impara automaticamente. In questi anni la scuola fatica ad essere autorevole perché gli alunni faticano a riconoscere ruoli autorevoli, abituati un po’ a “farla da padroni” in famiglia. Non tutti i bambini sono così, è vero, ma molti sì, credetemi. Allora iniziano i problemi di relazione scuola- genitori perché la scuola chiede atteggiamenti di rispetto nuovi per il bambino e la famiglia è in difficoltà nell’insegnarglieli quando il figlio è già grandicello. Un saluto potrebbe porre rimedio a tutto questo? Certo che no, ma è un primo passo importante. ”Saluta la maestra. Ringrazia il dottore” stanno a significare: ”Non sei in solo, muoviti con rispetto e gratitudine per quello che ricevi.”. È un messaggio silenzioso ma efficace, è soprattutto un messaggio educante, un primo passo verso un atteggiamento di rispetto per la persona che si ha davanti. Se riconosco una persona e la saluto, con più difficoltà potrò ignorarla. Riconoscendola dovrò pormi la domanda di chi sia e che spazio occupi nella mia vita. Così facendo non crederò più di essere l’unico abitante del mio spazio vitale, farò i conti con altre presenze che meritano il mio rispetto e mi abituerò a considerarmi non più “l’unico”, ma uno del gruppo sociale a cui appartengo. Primissimi passetti fondamentali di integrazione corretta, caratterizzata dalla buona educazione, che partono da un semplice :”Buongiorno!” Buona qualità di vita con i vostri figli. Mariella Lunardi

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>>>   5 settembre 2014


DA Edizioni SanPaolo

LeggiAmo

Guida alla lettura condivisa genitori figli
Mariella Lunardi, insegnante nella scuola primaria da più di trent'anni, si occupa da sempre di seminare la sensibilità verso la parola scritta. Allo scopo di stimolare negli alunni il piacere di leggere, ha attuato nella sua realtà scolastica varie e significative iniziative legate alla lettura, organizzando incontri con i più importanti autori della letteratura per l'infanzia.

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