Pedro Salinas (Serás, amor-III)
Serás, amor,
um longo adeus que não acaba?
Desde o início que viver é separar-se.
Ao primeiro encontro com a luz e os lábios,
o coração pressente a angústia
de um dia estar cego e só.
Amor é o milagre do protelar
do seu próprio termo:
é o prolongar do facto mágico,
de um mais um serem dois, contra
a sentença primeira da vida.
Com beijos,
com a pena e o peito se conquistam,
em afanosas lides, entre gozos
parecidos com brincadeiras,
dias, terras, espaços fabulosos,
furtados à separação que nos espera,
irmã da morte ou a morte mesma.
Cada beijo perfeito afasta o tempo,
atira-o para trás, alarga o mundo breve
em que é permitido ainda beijar.
Não é na chegada ou na descoberta
que tem o amor o seu cume:
é na resistência à separação que o sentimos,
desnudo, altíssimo, tremendo.
E a separação não é o momento
em que braços, ou vozes,
se despedem com gestos visíveis:
é antes, é depois.
Se apertamos as mãos ou nos abraçamos,
não é pela separação,
mas porque a alma cegamente sente
que a forma possível de estar juntos
é uma despedida longa, clara.
E que o mais certo ainda é o adeus.
Pedro Salinas
(Trad. A.M.)*
________________
(*) Nova tentativa.
Original: Rua das Pretas
Antecedentes, também.
Sarai, amore,
un lungo addio che non finisce?
Vivere, dal principio, è separarsi.
Già fin dal primo incontro
con la luce, e le labbra,
il cuore percepisce quell'angoscia
di dover esser cieco e solo un giorno.
Miracoloso ritardo, l'amore,
del suo termine stesso:
è prolungare il fatto magico,
che uno e uno siano due, di contro
alla prima condanna della vita.
Con i baci,
col dolore e col petto si conquistano,
in affannose zuffe, godimenti
che sembrano giochi,
o giorni, terre, spazi favolosi,
la grande disgiunzione che è in attesa,
sorella della morte o proprio morte.
Ogni bacio perfetto scosta il tempo,
lo getta indietro, amplia il mondo breve
dove ancora è possibile baciare.
Non ha il suo culmine l'amore
quando arriva o si trova:
ma nella resistenza a separarsi
dove si può sentire,
altissimo, nudo, tremante.
Nè la separazione è quel momento
in cui le braccia, o voci,
con segni materiali si congedano.
E' di prima, di dopo.
Se si stringono mani, se si abbraccia,
non è mai per dividersi,
ma perchè l'anima alla cieca sente
che la forma possibile di stare
insieme è un lungo, e chiaro congedo.
E che è l'addio ciò che è più sicuro.
un lungo addio che non finisce?
Vivere, dal principio, è separarsi.
Già fin dal primo incontro
con la luce, e le labbra,
il cuore percepisce quell'angoscia
di dover esser cieco e solo un giorno.
Miracoloso ritardo, l'amore,
del suo termine stesso:
è prolungare il fatto magico,
che uno e uno siano due, di contro
alla prima condanna della vita.
Con i baci,
col dolore e col petto si conquistano,
in affannose zuffe, godimenti
che sembrano giochi,
o giorni, terre, spazi favolosi,
la grande disgiunzione che è in attesa,
sorella della morte o proprio morte.
Ogni bacio perfetto scosta il tempo,
lo getta indietro, amplia il mondo breve
dove ancora è possibile baciare.
Non ha il suo culmine l'amore
quando arriva o si trova:
ma nella resistenza a separarsi
dove si può sentire,
altissimo, nudo, tremante.
Nè la separazione è quel momento
in cui le braccia, o voci,
con segni materiali si congedano.
E' di prima, di dopo.
Se si stringono mani, se si abbraccia,
non è mai per dividersi,
ma perchè l'anima alla cieca sente
che la forma possibile di stare
insieme è un lungo, e chiaro congedo.
E che è l'addio ciò che è più sicuro.
("Sarai, amore" da RAGIONI D'AMORE Pedro Salinas)
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