View original Un pieno di versi
Reblog da DR
Ho fatto un pieno di versi
per la traversata dei deserti dell’amore,
là dove il viaggiare
più comporta dei rischi,
dove occorre tenere gli occhi bene aperti
perché non sempre regge il cuore.
A malapena si conserva un viso
se il tempo ingoia il resto;
con un ritratto appeso
non si va molto lontano,
a meno che un sorriso
una figura
non venga a divorarti con dolcezza
per stare con la Vita.
per la traversata dei deserti dell’amore,
là dove il viaggiare
più comporta dei rischi,
dove occorre tenere gli occhi bene aperti
perché non sempre regge il cuore.
A malapena si conserva un viso
se il tempo ingoia il resto;
con un ritratto appeso
non si va molto lontano,
a meno che un sorriso
una figura
non venga a divorarti con dolcezza
per stare con la Vita.
Nelo Risi
Golfo di Lerici, inverno 2013
Nelo Risi è nato a Milano nel 1920, inizia la carriera letteraria con ‘Le opere e i giorni’ Milano, Scheiwiller 1941. Seguono cinque libri di poesie: Polso teso 1956, Pensieri elementari 1961,Dentro la sostanza, 1965, Di certe cose 1970, Amica mia nemica 1976. Amore per la tradizione francese, quella del surrealismo, attenzione alle avanguardie, dai russi a Brecht. Lo scrivere è un atto politico s’afferma in ‘Dentro la sostanza’ e ‘il poeta è un supremo realista’.
Da tonnodicorsa.wordpress.com
cantosirene
Una vertigine
NELO RISI
ORIGINE, VERTIGINE
Voce delle cose
delle onde delle piante brusii sommessi
frammenti in quel silenzio
così la musica tra due silenzi
un primo fondamento ha il seme
che dall’origine ci appartiene
è LA PAROLA un corpo fatto
della stessa carne dell’uomo
e del mondo capogiro in movimento
una vertigine dall’invisibile
al visibile che affiora.
delle onde delle piante brusii sommessi
frammenti in quel silenzio
così la musica tra due silenzi
un primo fondamento ha il seme
che dall’origine ci appartiene
è LA PAROLA un corpo fatto
della stessa carne dell’uomo
e del mondo capogiro in movimento
una vertigine dall’invisibile
al visibile che affiora.
(da Né il giorno né l’ora, Mondadori, 2008)
.
“Una vertigine dall’invisibile al visibile che affiora”: è una bella immagine per definire la poesia quella scelta da Nelo Risi (1920-2015). Ed è anche un punto fondante della sua poetica: come rilevò Giovanni Raboni, infatti in Risi “ il detto prevale sempre e comunque sul non detto, il nero sul bianco, la chiarezza sull'ambiguità, il piano sullo spessore, l'univocità sulla polivalenza”. La parola poetica allora diventa carne, diventa essere umano, diventa la voce ancestrale che ci chiama.
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