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venerdì 9 dicembre 2016

Torneranno i prati

LA GUERRA È UNA BRUTTA BESTIA CHE GIRA IL MONDO E NON SI FERMA MAI
di Giovanna D'Arbitrio
Torneranno i prati (film).png
Il film si svolge durante delle notti sul fronte Nord-Est, dopo gli ultimi sanguinosi scontri del 1917 ed è ambientato nelle trincee degli Altipiani innevati. La vita dei soldati alterna lunghe ed interminabili attese, che accentuano la paura, ad improvvisi accadimenti imprevedibili. La pace della montagna diventa un luogo dove si muore. 

Torneranno i prati - Trailer ufficiale
Torneranno i prati  è un film del 2014 scritto e diretto da Ermanno Olmi. In concomitanza con le celebrazioni del centenario della I Guerra Mondiale il regista Ermanno Olmi torna al cinema con un film ambientato nelle trincee sull’Altopiano di Asiago (luogo dove vive), durante il conflitto. Il film è liberamente ispirato al racconto La paura (1921) di Federico De Roberto.
La recensione di Taxi Drivers (Elena Tenga)
A tre anni di distanza dal suo ultimo lavoro, Il villaggio di cartoneOlmi è tornato dietro la macchina da presa con la trasposizione di un racconto del 1920 che snocciola le memorie di un giovane soldato durante la Prima Guerra Mondiale. Concretizzando così anche i ricordi di bambino, quando suo padre gli raccontava le storie del fronte, Olmi ha voluto realizzare un film che fosse prima di tutto utile ed edificante, che sapesse raccontare quegli anni tremendi e la fragilità intrinseca delle ragioni che motivano la guerra.
In Torneranno i prati siamo catapultati a 1.800 metri di altezza, sull’Altipiano di Asiago, subito dopo i sanguinosi scontri del 1917,  fin dentro uno degli avamposti italiani, a poca distanza dalle linee nemiche austriache, dove il capitano (Francesco Formichetti) sta piegando un manipolo di uomini alle terribili condizioni dei suoi ordini dichiaratamente criminali. La ricostruzione attenta e fedele degli avvenimenti riesce a fornire al pubblico un punto di vista onesto e preciso dal quale poter guardare i fatti e riflettere, a mente lucida, sull’insensatezza della guerra e sulla brutalità del sapere che la morte ti aspetta sul bordo della trincea.
Oggi il film sarà proiettato in contemporanea in cento paesi del mondo, dall’America Latina all’Africa, in occasione dell’anniversario dell’Armistizio firmato a Villa Giusti che pose definitivamente fine alla Prima Guerra Mondiale. L’anteprima romana sarà presenziata dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, mancherà invece proprio il maestro Olmi, ricoverato a Milano per accertamenti, che però si è premurato di lasciare un video messaggio per la presentazione del film.



73rd Venice Film Festival - E venne l'uomo.
 Un dialogo con Ermanno Olmi / Events in a Cloud Chamber


Asiago, (askanews) - Un corridoio di 65 metri a Valgiardini, a 1.100 metri di altitudine, per raccontare in una sola, lunga nottata, la vita dei soldati italiani durante la Prima Guerra mondiale. Si trova ad Asiago la trincea scelta da Ermanno Olmi come set del suo nuovo film "Torneranno i prati", ambientato durante la Grande Guerra: è il 1917, momento appena precedente a Caporetto, battaglia-simbolo della disfatta.

A riprese terminate, la visita al set degli interni della pellicola, la trincea per gli esterni si trova in Val Formica a 1.800 metri, rende l'idea delle condizioni in cui vivevano i soldati: al gelo, sommersi da neve e fango. Un cunicolo di assi e panche di legno, sul quale si aprono delle finestre-feritoie, circondato da sacchi di sabbia. Ma le condizioni ambientali e climatiche del 14 marzo non permettono di immaginare quelle di gennaio e febbraio, quando "Torneranno i prati" è stato girato: Olmi è stato costretto adattare la storia.
"Il mio intento di fare in tempo reale un'ora e mezza in una trincea è stato impedito non da una censura ma dalla meteorologia: ci siamo trovati ad avere quasi cinque metri di neve sulle scenografie, che sono quasi sparite. Mettevi all'ordine del giorno una scena che prevede una ripresa diurna: arrivavi su, c'era il sole e andava benissimo: in pochi minuti arrivavano nebbie e non vedevi più niente. Mi sono detto non voglio più combattere gli eventi naturali: li assecondo".
Il film, girato in 35 millimetri, è stato realizzato con il contributo della Regione Veneto e riconosciuto di interesse culturale con il sostegno del Ministero dei Beni culturali e della Presidenza del Consiglio, nonchè applicando il protocollo Edison Green Movie per il cinema sostenibile. L'uscita è prevista in autunno.

in trincea sul set di "Torneranno i prati"


"Torneranno i prati": Ermanno Olmi racconta la Grande Guerra



Mario Rigoni Stern - intervista (1999)

immagine da www.repubblica.it

recensione Torneranno i prati…


I recuperanti è un film per la televisione italiano del 1969 diretto da Ermanno Olmi. La sceneggiatura è dello stesso Olmi, di Tullio Kezich e di Mario Rigoni Stern.

Per la maggior parte è interpretato da attori non professionisti originari dell'altopiano di Asiago, luogo nel quale il film viene interamente girato.

La première statunitense della pellicola avvenne il 20 settembre 1970 al Film Festival di New York; sul mercato francese il film uscì invece il 7 gennaio 1981, mentre il 5 aprile 2005 è stata presentato al Febio Film Festival della Repubblica Ceca.

Altopiano di Asiago, secondo dopoguerra: il giovane Gianni torna al suo paese natale dalla campagna di Russia e si mette alla ricerca di un lavoro.

Dopo una prima occupazione in una segheria abusiva, e dopo che il fratello Francesco è partito per l'Australia in cerca di lavoro, Gianni incontra una sera il vecchio Du (il film si ispira alla persona del vecchio Vu, Albino Celi di Valstagna), che in evidente stato di ubriachezza si mette a straparlare, dicendogli anche come lui si guadagna da vivere, ovvero recuperando dei residuati bellici metallici della Grande Guerra sulle montagne dell'Altipiano e rivendendoli, in modo da guadagnarci del denaro per sopravvivere.

Nonostante inizialmente Gianni veda il vecchio Du come un pazzo che straparla, man mano si rende conto che il vecchio ha le sue ragioni, che gli permetteranno di guadagnare qualcosa per potersi sposare con la sua ragazza.

Poco più avanti Gianni decide di impegnare la sua indennità di buonuscita militare comprando un metal detector, che, sempre assieme al vecchio Du, riesce a fargli scoprire maggiori quantità di materiale bellico.

La vita dei recuperanti va avanti così, con nuovi prezzi e qualche morto accidentale. Proprio per questo motivo, Gianni, spaventato dalla possibilità di perdere la vita facendo questo pericoloso lavoro, decide di abbandonare il vecchio Du e di seguire il consiglio della sua ragazza, ossia quello di intraprendere un lavoro meno pericoloso, come quello del manovale. Il film si conclude con il vecchio Du che prende in giro Gianni e che lo rimprovera di averlo abbandonato, ma Gianni non cambia idea e rimane a fare il manovale.

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