Conferenza stampa in aereo: Papa Francesco parla a tutto campo con i giornalisti
Sull'aereo di Papa Benedetto- La presentazione alla Radio Vaticana |
"COMPAGNI DI VIAGGIO"
Il libro di Angela Ambrogetti
Da il Il Portone di Bronzo
Gli inediti di Giovanni*PaoloII |
Scritto da Angela Ambrogetti |
Per chi non era alla presentazione del libro "Compagnio di viaggio" alla Radio Vaticana, ecco il bel resoconto di Andrea Gagliarducci su La Sicilia di sabato 26 marzo.
Abbiamo avuto questo tesoro da sfruttare e non lo abbiamo sfruttato fino ad adesso". Padre Roberto Tucci, cardinale, gesuita, è stato uno dei primi organizzatori dei viaggi di Giovanni Paolo II. Ma è stato anche direttore di Radio Vaticana. E quando Angela Ambrogetti gli presenta l’idea di raccogliere in un volume, dando ad esse consistenza e narrazione, le conferenze stampa in aereo di Giovanni Paolo II, Tucci pensa subito al tesoro dell’emittente.
Si chiama "Archivio delle voci dei Papi", e per il 70 per cento è composto proprio dalla voce di Giovanni Paolo II. Un archivio in larga parte inedito. Che vede oggi un po’ di luce grazie al libro "Compagni di viaggio. Interviste al volo di Giovanni Paolo II" (Libreria Editrice Vaticana),
I programmi dei primi viaggi internazionali erano massacranti, a volte contemplavano persino quattro Paesi toccati in quindici giorni, senza soste.
A un certo punto del viaggio, Giovanni Paolo II andava nella sezione dell’aereo riservata ai giornalisti. "Lui si affacciava al mattino roseo, riposato, sistemato, e noi non riuscivamo nemmeno a salutarlo", racconta il vaticanista Gianfranco Svidercoschi, che ha avuto con Giovanni Paolo II un rapporto di confidenza.
I programmi dei primi viaggi internazionali erano massacranti, a volte contemplavano persino quattro Paesi toccati in quindici giorni, senza soste.
A un certo punto del viaggio, Giovanni Paolo II andava nella sezione dell’aereo riservata ai giornalisti. "Lui si affacciava al mattino roseo, riposato, sistemato, e noi non riuscivamo nemmeno a salutarlo", racconta il vaticanista Gianfranco Svidercoschi, che ha avuto con Giovanni Paolo II un rapporto di confidenza.
Viaggio verso Puebla, 1979, primo viaggio internazionale del Papa. Giovanni Paolo II scosta la tendina e va nel reparto dei giornalisti per salutare. C’è fermento. Un giornalista americano gli rivolge una domanda. Non si era mai fatto prima. Ma nemmeno era mai successo - come aveva fatto Giovanni Paolo II - che un Papa scendesse tra le transenne a dialogare con i giornalisti dopo essere stato loro presentato per
la prima volta. Qualcosa di nuovo è nell’aria. Il giornalista chiede al Papa se andrà in America. E il Papa, per nullaintimidito, risponde: "Credo che sarà necessario, resta solo da fissare la data". "E’ l’inizio di una nuova era mediatica", chiosa Angela Ambrogetti. Che al la presentazione del libro fa sentire alcune delle registrazioni da lei raccolte nell’archivio del Suono dei Papi. In un caos totale, con tutti i giornalisti checercano di farsi avanti, Giovanni Paolo II si dà alla stampa. Con loro "stringe un patto", nota il cardinal Stanislaw Dziwisz, sempre rimasto al fianco del Pontefice fino alla morte. Ma è Giovanni Paolo II a condurre il gioco. Con il suo italiano polacchizzato, con un lungo periodare che a volte si fa fatica a
comprendere, elude con maestria alcune domande, tiene sotto scacco i giornalisti. Uno gli chiede se ha letto i suoi articoli, e il Papa risponde: "Preferisco non leggere i giornali". Un altro se li inviterà mai a Castelgandolfo, e lui risponde: "Quando ve lo meriterete". Ma questo è colore. Perché il Papa, senza paura - e sempre senza censure (mai nessuna conversazione è stata off the records, cioè riservata solo ai
giornalisti) - parla anche a lungo di libertà religiosa, di teologia della liberazione, dei problemi della Chiesa. Paloma Gomez Borrero ha seguito
da inviata tutti i 104 viaggi di Giovanni Paolo II. "Senza nulla togliere alle altrebiografie - dice - questo libro racconta il Papa come era veramente". "Voglio smentire - afferma da par suo Svidercoschi - la storia di un Papa che facesse strategie. I viaggi nascevano perché c’erano richieste". Come quella per il primo viaggio in Messico, in un paese con leggi anticlericali, dove i sacerdoti nemmeno potevano mostrarsi
in pubblico con i segni del loro ministero. Il Papa dice a Svidercoschi in privato che è andato anche per un altro motivo. "Se mi permettono di andare -disse - in un posto anticlericale come il Messico, come potrebbero dirmi di no alla mia richiesta di tornare in Polonia?".
Intimiditi, sorpresi dalla nuova figura di un Papa che si dà ai media, i giornalisti sono protagonisti alla pari del libro. "Ho richiesto, come editore - dice don Giuseppe Costa, presidente della Lev - una piccola sezione finale con le biografie dei giornalisti che si trovano nel libro. Ho voluto così sottolineare il valore di un giornalismo attento e intelligente". È il valore del lavoro di Angela Ambrogetti. Che afferma: "Volevo ricreare,
per chi non c’era, l’atmosfera di quei tempi".
la prima volta. Qualcosa di nuovo è nell’aria. Il giornalista chiede al Papa se andrà in America. E il Papa, per nullaintimidito, risponde: "Credo che sarà necessario, resta solo da fissare la data". "E’ l’inizio di una nuova era mediatica", chiosa Angela Ambrogetti. Che al la presentazione del libro fa sentire alcune delle registrazioni da lei raccolte nell’archivio del Suono dei Papi. In un caos totale, con tutti i giornalisti checercano di farsi avanti, Giovanni Paolo II si dà alla stampa. Con loro "stringe un patto", nota il cardinal Stanislaw Dziwisz, sempre rimasto al fianco del Pontefice fino alla morte. Ma è Giovanni Paolo II a condurre il gioco. Con il suo italiano polacchizzato, con un lungo periodare che a volte si fa fatica a
comprendere, elude con maestria alcune domande, tiene sotto scacco i giornalisti. Uno gli chiede se ha letto i suoi articoli, e il Papa risponde: "Preferisco non leggere i giornali". Un altro se li inviterà mai a Castelgandolfo, e lui risponde: "Quando ve lo meriterete". Ma questo è colore. Perché il Papa, senza paura - e sempre senza censure (mai nessuna conversazione è stata off the records, cioè riservata solo ai
giornalisti) - parla anche a lungo di libertà religiosa, di teologia della liberazione, dei problemi della Chiesa. Paloma Gomez Borrero ha seguito
da inviata tutti i 104 viaggi di Giovanni Paolo II. "Senza nulla togliere alle altrebiografie - dice - questo libro racconta il Papa come era veramente". "Voglio smentire - afferma da par suo Svidercoschi - la storia di un Papa che facesse strategie. I viaggi nascevano perché c’erano richieste". Come quella per il primo viaggio in Messico, in un paese con leggi anticlericali, dove i sacerdoti nemmeno potevano mostrarsi
in pubblico con i segni del loro ministero. Il Papa dice a Svidercoschi in privato che è andato anche per un altro motivo. "Se mi permettono di andare -disse - in un posto anticlericale come il Messico, come potrebbero dirmi di no alla mia richiesta di tornare in Polonia?".
Intimiditi, sorpresi dalla nuova figura di un Papa che si dà ai media, i giornalisti sono protagonisti alla pari del libro. "Ho richiesto, come editore - dice don Giuseppe Costa, presidente della Lev - una piccola sezione finale con le biografie dei giornalisti che si trovano nel libro. Ho voluto così sottolineare il valore di un giornalismo attento e intelligente". È il valore del lavoro di Angela Ambrogetti. Che afferma: "Volevo ricreare,
per chi non c’era, l’atmosfera di quei tempi".
In memoria di Giovanni Paolo II da DONBOSCOLAND.IT |
Compagni di viaggio * E' anche un "vecchio" CD di Poesie di Karol Wojtyla recitate da Vittorio Gassman.
- Appello all'uomo che è diventato il corpo della storia
- Il pavimento
- Attore
- Contemplazione retrospettiva dell'incontro
- Fanciulli
- La speranza che va oltre la fine
- Il melanconico
- Materia
- In memoria di un compagno di lavoro
- Uomo d'intelletto
- Ciechi
- Schizoide
- Per i compagni di viaggio
- Uomo di volontà
- Descrizione dell'uomo
Compagni di viaggio
(Le poesie di Karol Wojtyla, Papa Giovanni Paolo II, recitate da Vittorio Gassman
Appello all’uomo
che è diventato
il corpo della storia
Io t’invoco e ti cerco,
uomo – in cui la storia umana
può trovare il suo corpo.
Mi muovo incontro a te,
non dico “Vieni” semplicemente,
dico “Sii”, sii là dove
non resta nessuna impronta,
ma dove un tempo fu l’uomo,
dove fu in cuore ed anima,
desiderio, dolore e volontà,
consumato dai sentimenti
e avvampando di santa vergogna
sii l’eterno sismografo
delle realtà invisibili.
O uomo in cui s’incontrano
dell’uomo il fondo e il vertice,
in cui l’intimo non è pesantezza
né tenebra, ma solamente cuore.
Uomo – a te sempre giungo –
seguendo il magro fiume
della storia, andando incontro
ad ogni cuore, incontro
ad ogni pensiero (storia – una
ressa di pensieri e morte dei cuori).
Cerco per tutta la storia
il tuo corpo,
cerco la tua profondità.
(Karol Wojtyla)
Articolo Coriera ...
Le venti poesie di Karol Wojtyla che anticipano i tormenti del Papa
Credo che il maggiore elogio delle poesie di Karol Wojtyla lo si possa fare affermando che esse sono intrinsecamente connesse alla grandezza umana di Giovanni Paolo II. Non meno fitti che inevitabili, per chi le legge o le ascolta, risultano infatti i rimandi a quel senso di necessità, di naturalezza carismatica e di grandiosa, quasi terrificante energia che ha caratterizzato e continua a caratterizzare ogni atto, ogni gesto, ogni parola del suo pontificato. Dico questo da quell' imperfettissimo cristiano che sono, ma con la tranquilla convinzione che potrei dirlo anche se fossi ateo o buddista o musulmano. Le si condivida oppure no nel merito culturale e politico, in venticinque anni nessuna delle scelte, nessuna delle prese di posizione di questo papa ha dato, che io ricordi, l' impressione d' esser stata decisa a cuor leggero e ci può dunque apparire, in prospettiva, priva di peso, di drammaticità, di sofferenza. E non è forse questo ciò che si chiede, per sentirla davvero tale, anche alla poesia? Non è di casualità, di gratuità, di (l' ombra di Calvino mi perdoni) eccessiva «leggerezza» che le parole della poesia rischiano perlopiù di ammalarsi e morire? Ecco, tornando al punto, perché penso che l' autenticità e la credibilità delle poesie di Karol Wojtyla abbiano parecchio a che vedere con la loro «somiglianza» all' autore, con il loro essere profondamente intrinseche alla personalità dell' attuale capo della Chiesa cattolica. Non sono molte, sebbene Wojtyla abbia cominciato a scriverne che non aveva ancora vent' anni e ne abbia scritte alcune anche in anni o forse mesi recenti. La scelta d' una ventina di componimenti che figura in questo cd appare dunque più che sufficiente a realizzare un vero e proprio incontro, una prima ma non provvisoria presa di contatto con la sua poesia. Ascolto come lettura, in luogo della lettura? Di solito non è così: il primo, di solito, può efficacemente preludere alla seconda, ma non farne completamente le veci. Qui, tuttavia, ci sono due fattori di eccezionalità dei quali tener conto. Uno è che Wojtyla, oltre che poeta e drammaturgo, è stato in gioventù, come è noto, anche attore, e di questo il suo modo di essere poeta, cioè di intonare e pronunciare e scandire versi, frasi e metafore, reca tracce non meno evidenti che sottili. In altri termini, le sue poesie sono in misura rilevante poesie da dire, poesie da recitare: cosa che rende non soltanto legittimo. ma anche prezioso, nella fattispecie, il concorso di quattro voci familiari, amate, rimpiante, situate come da sempre nel nostro orecchio, nella nostra immaginazione e nella nostra memoria. Assai meno avremmo gradito, assai meno ci avrebbero aiutato e dato conforto delle voci «nuove», non assimilate, non intrecciate con i nostri ricordi - così come assimilati e intrecciati all' ultimo quarto di secolo della nostra vita sono il volto e l' eloquio, l' antica e fin spavalda sicurezza e la presente, straziante fragilità del pontefice poeta... Ma non vorrei, con quanto ho detto finora, lasciare in chi mi legge l' impressione o il sospetto che le poesie di Wojtyla siano - proprio in ragione della loro inscindibilità, della loro non-isolabilità dall' onnicomprensiva e imponente figura di Giovanni Paolo II - in qualche modo carenti di specificità e di autonomia e dunque (se mi si consente un neologismo scherzoso che tutto vuol essere, per altro, tranne che irriverente) un po' troppo papa-dipendenti. Ci tengo a dire con chiarezza che non lo penso affatto. In realtà, basta avere qualche dimestichezza, da una parte con la grande poesia metafisica inglese del ' 900 (quella che ha il suo geniale precursore in G.M. Hopkins e il suo vertice di intensità e di perfezione nei Four Quartets di T.S. Eliot), dall' altro con i maggiori rappresentanti della poesia polacca contemporanea, da Milosz a Herbert e a Rosewicz, per sentirsi immediatamente a casa propria, a proprio perfetto agio con le ardite e solenni architetture metaforiche, non meno ricche di inquiete domande esistenziali che di appaganti risposte spirituali, nelle quali ha preso via via forma e certezza espressiva l' impetuosa, irrecusabile ispirazione mistica di Karol Wojtyla. Il quale, mi sento di garantirlo, anche dal punto di vista «professionale» è un poeta con tutte le carte in regola, capace di rielaborare con moderna sobrietà e concretezza di linguaggio i modelli di solenne gravità offerti dalle Scritture e in particolare dai Salmi. Un poeta, insomma, che varrebbe la pena di leggere anche se... Ma niente è più futile, di fronte all' abbagliante unicità e coerenza di questa storia, che mettersi a giocare con i «se». www.corriere.it In rete lo speciale sul Papa con le immagini e due brani letti da Vitti, Sordi e Cardinale Il venticinquesimo anniversario del pontificato di Giovanni Paolo II può essere un' occasione per conoscere la sua opera poetica. In omaggio al Papa, da domani per un mese il «Corriere della Sera» sarà in edicola con il cd «Chiaro di luna» (6.90 euro più il prezzo del giornale), una raccolta di liriche firmate da Karol Wojtyla e lette da quattro grandi attori italiani: Vittorio Gassman, Monica Vitti, Alberto Sordi e Claudia Cardinale. Il cd presenta 20 poesie composte da Giovanni Paolo II negli anni che precedono la sua elezione a Pontefice. Tra i titoli «Fanciulli», «La speranza che va oltre la fine», «Attore», «Quando apri gli occhi sul fondo dell' acqua», «Ragazza delusa in amore» e «Stanislao», il componimento dedicato alla Chiesa e alla sua terra che chiude la raccolta. Tutte le 103 poesie scritte dal papa tra 1939 e il 1978 sono raccolte nel volume di Monsignor Santino Spartà «L' opera poetica completa di Karol Wojtyla» pubblicato nel 1999 dalla Libreria Editrice Vaticana. Quest' anno Wojtyla ha dato alle stampe un nuovo poemetto scritto tra l' agosto e il dicembre del 2002 dal titolo «Trittico romano» (Bompiani Editore). Il libro METAFISICA DELLA PERSONA È il titolo del libro di 1.665 pagine, edito da Bompiani per la collana «Il Pensiero occidentale» (36 euro) che raccoglie tutte le opere filosofiche del Papa. Scrive Wojtyla: «L' uomo, scopritore di tanti misteri della natura, deve incessantemente essere riscoperto». «UN ESEMPIO» «È una gioia, un grande onore e una responsabilità - ha detto Ferruccio de Bortoli, amministratore delegato di Rcs Libri -. Tutta la grandezza del pontificato è nelle opere, nell' insegnamento, nell' esempio». Il disco CHIARO DI LUNA È il titolo della raccolta che contiene 20 poesie composte da Karol Wojtyla tra l' adolescenza e il 1978. A dare voce alle liriche di Giovanni Paolo II sono gli attori Vittorio Gassman, Monica Vitti, Alberto Sordi e Claudia Cardinale (le registrazioni risalgono al ' 97 e al ' 98) IL LIBRETTO All' interno del Cd il libretto con un' introduzione di Mons. Santino Spartà e i testi di tutte le liriche presenti sul disco. Le musiche che accompagnano le letture sono di Olimpio Petrossi, mentre le traduzioni sono di Aleksandra Kurczab e di Margherita Guidacci
Raboni Giovanni
Pagina 16
(14 ottobre 2003) - Corriere della Sera
DI VIAGGIO
Da CHIARO DI LUNA. Poesie di Karol Wojtyla recitate da: Vittorio Gassman, Monica Vitti, Alberto Sordi, Claudia Cardinale.
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