Il Giovane Holden di Salinger,
quello sguardo sul mondo che è diventato libro di culto
Il libro di Salinger non solo è romanzo di formazione, ma è una lezione di scrittura e di costruzione del personaggio. Holden osserva, pensa molto, dice poco. Racconta sempre e con ironia.
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Il libro di Salinger non solo è romanzo di formazione, ma è una lezione di scrittura e di costruzione del personaggio. Holden osserva, pensa molto, dice poco. Racconta sempre e con ironia.
"L'acchiappatore nella segale" o "Il terzino nella segale")
è unromanzo del 1951 scritto da J. D. Salinger. >>> Il_giovane_Holden
Il libro di Salinger dalla pubblicazione ad oggi ha venduto decine di milioni di copie e continua a vendere, anno dopo anno. E’ stato inserito a vario titolo in numerose classifiche dei migliori libri di sempre e delle opere da leggere almeno una volta nella vita e la copertina senza illustrazioni o foto (qui l’edizione Einaudi) non è un caso, è una precisa volontà dell’autore.Da un certo punto di vista è vero, quello di Salinger è un romanzo di formazione: sempre di un ragazzino che viene espulso da scuola si parla, ed è vero, il suo tono così affilato e strafottente o lo ami o lo odi. Ma Holden ha qualcosa in più. Holden osserva, pensa molto, dice poco. Racconta sempre e con ironia. Racconta il mondo, di cui nota delle piccole minuzie che certa gente non arriva a considerare neanche a 50 anni.Per esempio dice perché i suoi compagni di scuola espongano le valigie costose sopra l’armadio: per esporle. E dice perché le ragazze, quando stiate facendo qualcosa, non smettono di farlo: così danno la colpa a te che hai continuato. È grande, Holden, nel notare ogni dettaglio intorno a sé, per poi dedurne, come il migliore scienziato, teorie veritiere sulla fisica dell’essere uomo.Sono teorie che Holden non tira fuori da un cilindro, ma da quello che ha vissuto e che sta vivendo. Holden comincia a diventare grande, e si è accorto di una cosa: quando cresci, le cose ti scivolano dalle mani. Per esempio la tua sorellina di 10 anni, la vecchia Phoebe, che, così piccola, sa già capire quando un film che vede è un buon film o è un film che semplicemente “è ok”; o ancora il tuo primo amore, Jane, l’unica che ti sappia tenere la mano senza che la lasci morire dentro la tua; o infine tuo fratello, che da grande scrittore è andato a “prostituirsi” a Hollywood.Il Giovane Holden è un libro di cose che scivolano. E se le cose anche per noi fossero ad un passo dallo scivolare da un burrone faremmo tutti la stessa cosa. Le afferreremmo, certo. Proveremmo ad essere Catcher in the Rye. Per istinto, intanto, per quell’atavica tendenza a trattenere invece che a cambiare. Ognuno afferrerebbe il suo. Holden afferrerebbe tutti: Jane, Phoebe, D.B, se stesso. Afferrerebbe anche le anatre di Central Park, quando arriva l’inverno e il lago ghiaccia. E afferrerebbe soprattutto la cosa più importante, se potesse: suo fratello Allie. Solo che Allie, ormai, è precipitato giù.E se ti precipita giù, tra tutti, proprio Allie, a te che sei restato rimane solo una domanda. Esiste un modo per riportare su le cose che non sei riuscito ad afferrare? La risposta è complessa, è nell’ultima riga e mezzo del libro, ed è innanzitutto una grande lezione di scrittura.
>>> il-giovane-holden-di-salinger-quello-sguardo-sul-mondo-che-e-diventato-libro-di-culto/
Curiosità:
....
Ray non crede ai propri occhi ma la sua "missione" non è terminata: sente infatti ancora "la voce" dirgli "Lenisci il suo dolore" e capisce di dover rintracciare alcune persone. Il primo è Terence Mann, uno scrittore liberal-progressista a suo tempo bollato come comunista e ritiratosi a vita privata....
Ma nel libro Ray Kinsella si metteva alla ricerca di uno scrittore realmente esistito, J. D. Salinger, famoso per essersi auto esiliato.
La felicità di Giovanni Pascoli
Quando, all'alba, dall'ombra s'affaccia,
discende le lucide scale
e vanisce; ecco dietro la traccia
d'un fievole sibilo d'ale,
io la inseguo per monti, per piani,
nel mare, nel cielo: già in cuore
io la vedo, già tendo le mani,
già tengo la gloria e l'amore.
Ahi! ma solo al tramonto m'appare,
su l'orlo dell'ombra lontano,
e mi sembra in silenzio accennare
lontano, lontano, lontano.
La via fatta, il trascorso dolore,
m'accenna col tacito dito:
improvvisa, con lieve stridore,
discende al silenzio infinito.
Giovanni Pascoli
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