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mercoledì 23 ottobre 2013

“Tenacemente donne” delle giornaliste vaticaniste Alessandra Buzzetti e Cristiana Caricato

Tenacemente donne

tenacemente-donne
Dodici storie di donne contemporanee che, attraverso il loro genio, l’inventiva, l’amore incondizionato e totale, testimoniano la bellezza generatrice della fede. E’ il libroTenacemente donne” delle giornaliste vaticaniste Alessandra Buzzetti e Cristiana Caricato, edito dalle Paoline, e presentato sabato a Roma nell’ambito dell’incontro sul tema “Il Vangelo delle donne – Testimonianze al femminile nella Chiesa di oggi”.
L’evento è stato organizzato dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. Ma come nasce l’idea di raccontare queste figure femminili? Marina Tomarro lo ha chiesto a Cristiana Caricato:
R. – Il libro nasce dall’incontro con una donna: questa donna è Chiara Corbella Petrillo. Chiara è una donna di 28 anni, una giovane mamma, che ha dato la vita a suo figlio, non per suo figlio ma a suo figlio, e che ha interpretato la sua breve esistenza con una luminosità che non può non stupire chiunque entri in contatto con la sua storia. Da questo incontro, e insieme anche alla suggestione data da una delle catechesi di Benedetto XVI dedicata alla santità nascosta, è nata l’esigenza di parlare di persone che vivono nel quotidiano la loro fede, con intensità, autenticità e che – proprio per questo – fanno grande la Chiesa.
D. – Dodici donne, dodici storie differenti: c’è un filo rosso che le unisce?
R. – L’unico filo rosso che può unire delle donne è quello dell’amore. Come dice Maria Voce splendidamente, nella prefazione, è questa carità, la carità femminile, il filo rosso che unisce queste dodici storie, che ricordano un po’ quella dei dodici Apostoli.
Dalle pagine del testo, man mano, si disegnano immagini di donne che hanno dovuto spesso affrontare situazioni molto difficili, ma con una forza che solo la vera fede può donare.

Ascoltiamo Alessandra Buzzetti:
R. – La tenacia delle donne che raccontiamo è soprattutto quella tenace letizia che non crolla neanche davanti a dei drammi tremendi – dalle violenze alle bambine del Pakistan, ai divorzi e anche alle esperienze degli aborti – che in maniera incredibile e misteriosa diventano in realtà terreno di incontro col cristianesimo e quindi una nuova e inaspettata fecondità. Sono donne che vivendo pienamente la loro vocazione diversa – spose, madri, missionarie… – si pongono e provocano: quindi provocano chi sta accanto, non rivendicano qualcosa perché sono donne realizzate.
Tra le donne raccontate in questo libro c’è Marcella, una madre single consacrata dell’Associazione Giovanni XXIII. Nel 1988, le è stato permesso di adottare bambini con handicap gravissimi, di li è partito nella sua vita un percorso d’amore, che va avanti ancora oggi. Ascoltiamo la sua testimonianza:
R. – Ho sempre cercato di trasmettere che il volersi bene non dipende da quello che uno fa o non fa, perché il Signore ci vuole bene a prescindere da quello che facciamo e che nessuno di noi merita niente, nel senso che non credo che sia una questione di merito, ma è una questione di voler bene e basta! Quindi io volevo bene a loro comunque, qualsiasi cosa facessero: potevano non piacermi le cose che facevano, ma non erano loro che venivano meno, era per quella cosa lì che, tra l’altro, faceva male a loro. Ho sempre cercato di far leggere la loro storia e di dire che da quella storia loro devono ripartire: con tutte quelle carenze, con tutte quelle fatiche, ma solo da quella storia lì avrebbero potuto ripartire per essere diversi. Non possiamo pensare di essere felici se non partiamo da quello che siamo, da quello che abbiamo vissuto nel bene e nel male.
All’incontro era presente anche l’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione:
R. – Come dicono le pagine di questo libro, sono delle testimoni che con la loro audacia, con la loro forza diventano un segno concreto di quel ruolo che la donna ancora riesce a svolgere nella società di oggi, nonostante le tante situazioni di gratuita violenza e anche di emarginazione. Queste pagine dicono che il coraggio delle donne è paradigmatico per tanti che vogliono comprendere realmente in quale modo si può vivere la fede.
D. – Anche Papa Francesco sottolinea molto spesso l’importanza delle donne, pure nella Chiesa…
R. – Certamente. Le donne hanno una missione fondamentale nella Chiesa, che è quella di trasmettere il Vangelo. Probabilmente nessuno come le donne – soprattutto oggi – ha una capacità di comunicazione e di trasmissione della fede che è quella che noi vediamo quotidianamente nelle nostre parrocchie. Se non ci fossero loro, con il volontariato che svolgono nei tanti servizi: da quello dell’accoglienza alla catechesi per i bambini e alle tantissime altre espressioni. Là dove si manifesta il servizio della Chiesa, là le donne sono presenti.

leggi anche l’articolo su Aleteia

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