Ludovico Einaudi scende in campo per Greenpeace. Ma la location che ha scelto ora, è decisamente spettacolare. Einaudi si è imbarcato sulla nave degli ecologisti "Arctic Sunrise" in direzione delle coste delle isole Svalbard (Norvegia). "Dobbiamo comprendere l'importanza dell'Artico per proteggerlo prima che sia troppo tardi". Qui, tutto imbacuccato, lo vediamo suonare con dita sciolte e leggere al suo piano, come se niente fosse, l'inedito "Elegy of the Arctic", la musica dei ghiacci.
Greenpeace infatti ha proposto l'isitituzione di un Santuario Artico in cui sia vietata ogni attività di trivellazione, mettendo sotto pressione i governi di Danimarca, Norvegia e Islanda che si oppongono alla proposta della famosa ONG che da anni si batte in difesa del rispetto ambientale.
L'azione di Greenpeace si è svolta alla vigilia di un'importante riunione dell'Ospar, la commissione internazionale deputata alla conservazione dell'Atlantico Nord-orientale, che proprio in questi giorni discute dell'istituzione di un'area protetta di oltre 226mila chilometri quadrati nelle acque internazionali del Mar Glaciale Artico, un'area con un'estensione pari a quella della Gran Bretagna, al momento il mare meno protetto del mondo. Il nostro musicista diventa così il testimonial di questa campagna.
Ludovico Einaudi, compositore e pianista italiano figlio dell'editore Giulio Einaudi e nipote di Luigi Einaudi, presidente della Repubblica dal 1948 al 1955, ha voluto appoggiare la campagna di Greenpeace per la difesa dell'Artico. Ho potuto vedere la purezza e la fragilità di questa zona con i miei occhi e interpretare un brano dal titolo
“Elegy To The Arctic"
"Elegy To The Arctic" che ho scritto per essere eseguito sul migliore palco del mondo. Un ambiente incantato, che ora ha finalmente la sua celebrazione eterna.
Nessun commento:
Posta un commento