Un diario per l’estate
di Paolo Pugni
Il Diario di Elena, autrice Stefania Perna, edizioni Ancora,( maggio 2016) è un libro che colpisce: a partire dall’ immagine di copertina, un ponte tibetano ed una donna che tenta di attraversarlo, guidata dai consigli di una guida che l’aspetta all’altro capo del ponte.
Un simbolismo potente, per raffigurare visivamente la crisi dei 40 anni, soprattutto femminile, ma in fondo di ogni essere umano che attraversi l’età dei bilanci, vivendo la tentazione di perdersi. O di ritrovarsi in modo più pieno, come suggerisce il sottotitolo: “quarant’anni: perdersi o ritrovarsi?”Infatti, come si legge in una delle ultime pagine del diario, che riportano una bella riflessione di Carlo Carretto “I 40 anni, sono una grande data liturgica della vita, data biblica, data del demonio meridiano, data della seconda giovinezza, data seria dell’uomo. E’ la data in cui Dio ha deciso di mettere con le spalle al muro l’uomo che gli è sfuggito fino ad ora, dietro la cortina fumogena del mezzo si e mezzo no.. Preghiera, rapporti umani, attività, apostolato,tutto è inquinato: è l’ora della resa dei conti e questi sono molto magri.L’uomo scopre ciò che è: una povera cosa, un essere fragile, debole, un insieme di orgoglio e meschinità,un incostante, un pigro, un illogico.”L’autrice del testo mette in campo la sua delicata sensibilità e la sua ampia e profonda cultura così che ogni riga è intrisa di questi fattori: intessuto su una trama semplice, come può esserlo la vita quotidiana di una quarantenne con famiglia e lavoro, presenta due registri che avvolgono e dettano il ritmo alla narrazione.Da un lato la presenza abbondante di citazioni, che l’autrice regala, attingendole dalle Scritture, come dai Santi e da tantissimi autori classici, moderni e contemporanei che Stefania conosce bene, e che punteggiano le vicende della protagonista dando profondità alle sue riflessioni; dall’altro un respiro decisamente femminile, fatto di sentimenti che esplodono come fuochi d’artificio, avvolti i fascino e di momenti di intenso dialogo con Dio. Certo: bisogna calarsi in questa visione femminile della vita, un esercizio semplice per una lettrice, istruttivo per un uomo.Indubbiamente attingere dalle piccole cose della vita quotidiana per farle diventare oggetto di orazione, di introspezione, di continua verifica della propria fede, costituisce un approccio interessante per il lettore che vuole mettersi in dialogo con Dio attraverso se stesso.Leggendo le pagine, ci si addentra in un fitto intrecciarsi di fatti quotidiani, apparentemente estratti dalla banalità quotidiana che invece è dramma e più ancora vita (dalla cena tra colleghi, ad una morte improvvisa, dallo stare in spiaggia con bambini capricciosi, al cambio di stagione o alla festa di compleanno) ai quali si alternano parti più meditative e liriche: se in prima battuta il lettore potrebbe sentirsi confuso e non comprende bene se sta leggendo una storia, un saggio di spiritualità, un testo di preghiere o che altro genere di libro, in realtà qui sta la ricchezza del testo.Il libro infatti fornisce tanti spunti, e racconta pur non essendo a rigore un romanzo con una sua trama narrativa, come peraltro è la vita di ognuno di noi. La storia racconta tante vicende quotidiane in cui tutti possono ritrovarsi, ma, come è proprio della quotidianità, si aprono molte storie e spesso non si vede la fine di nessuna.Ed infatti nella quarta di copertina, si legge ” Un diario, una meditazione, una storia, una conversione, un percorso interiore: come definire questo libro? Ogni lettore troverà la sua definizione, ma solo dopo aver seguito pagina dopo pagina, l’avventura spirituale della autrice alle prese con il superamento del ponte tibetano dei 40 anni: bilanci o slanci? paura di cadere o voglia di volare? perdersi o ritrovarsi?”Il testo merita e vale. Sicuramente può aiutare molte persone, soprattutto (ma non solo) donne, a fare luce dentro di loro e a trovare nel quotidiano, il filo che conduca ad una maggiore intimità con Dio.Lo si potrebbe definire anche una lettura spirituale che aiuta a portare al proprio cuore molta legna per incendiare l’amore verso Dio, grazie anche alle numerose citazioni sapienti e illuminanti: ma soprattutto è un diario che fa emergere la semplicità della fede e del bene, questo poter essere percorso per tutti, per attraversare con gioia e con un significato forte, tutti “i ponti tibetani “della vita.E alla fine di ogni giornata,e passo dopo passo, con quotidiani “piccoli passi possibili”… alla fine di tutta la giornata terrena, ritrovarsi nelle braccia forti di Dio.
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