I contributi che compongono questo volume sono nati nell’ambito di un convegno, ma in senso più generale sono il punto di arrivo di un lungo percorso di approfondimento, maturato attraverso riflessioni comuni e incontri seminariali, nell’ambito del “Centro studi Amore misericordioso” di Collevalenza, promosso con l’intento di esplorare il valore antropologico e l’attualità storica della misericordia, come nuova frontiera di evangelizzazione, a partire dal messaggio della beata Madre Speranza. L’articolazione del volume riflette nella sua ispirazione unitaria il senso di questo cammino, cercando di intrecciare tre riferimenti diversi.Il primo riferimento riguarda una sfida che proviene dal mondo odierno, in cui verifichiamo quotidianamente la difficoltà crescente – a livello personale, familiare, sociale – a stare insieme a lungo, superando difficoltà e conflitti, soprattutto quando si producono ferite che stentano a rimarginare. Le conferme purtroppo non mancano: ad esempio, a livello politico è facile verificare che non esiste oggi un partito o un’alleanza di partiti in cui non sia in atto una forte conflittualità interna, che ha un effetto paralizzante sulla dinamica decisionale, traducendosi spesso in vere e proprie scissioni; in questi casi il disaccordo – più o meno motivato e strategico – non solo impedisce di elaborare insieme le differenze, trasformandole in progetto (quale dovrebbe essere la finalità istituzionale di una forza politica), ma alimenta tentazioni irresistibili in senso personalistico. Il piccolo orticello come alternativa alla grande politica.Un secondo esempio riguarda il rapporto che ognuno di noi ha con se stesso: con la propria vita e soprattutto con il proprio corpo. Quando le fragilità patologiche raggiungono una soglia dura da sopportare, soprattutto quando siamo soli e non sperimentiamo una rete di solidarietà compassionevole e operosa, allora si fa strada la tentazione di farla finita, di spezzare il filo e lasciare incompiuta la tela della vita. La piaga del suicidio e, a un livello diverso, il miraggio dell’eutanasia corrispondono a un’altra forma di secessione, formalmente non molto diversa da quella che sta allentando il tessuto del vivere sociale.Un terzo esempio ci viene offerto dalla fragilità del vincolo coniugale e, più in generale, dell’ordine degli affetti: quando il narcisismo diventa una prigione, più o meno dorata, ogni disaccordo o conflitto, non sempre serio (a volte, anzi, molto futile), viene patito come una violenza, trasformandosi immediatamente in un attentato alla nostra autonomia. Anche per questo, la reazione spesso diventa estremamente violenta. Recentemente è stato varato in Italia un provvedimento relativo al cosiddetto “divorzio breve”, che prevede la riduzione a sei mesi della durata del periodo di separazione ininterrotta dei coniugi, necessario per ottenere il divorzio. Rincorrere questa deriva può essere del tutto inutile: se il conflitto diventa un disvalore assoluto e la velocità un valore altrettanto assoluto, in una prospettiva in cui il narcisismo asociale è il nuovo dogma di fede dell’individualismo, persino sei mesi potrebbero essere un periodo lunghissimo e insopportabile.A questo punto, dobbiamo chiederci: perché non riusciamo più a stare insieme? Forse perché non sappiamo più che cosa significhi davvero essere insieme. Riflettere sull’incrocio tra famiglia e Vangelo della misericordia ci aiuta allora a passare da una domanda oggi molto diffusa (Quanto possiamo stare insieme?) a un’altra, ben più radicale: Che cosa significa essere insieme?Il secondo riferimento del libro, al quale tutti gli autori sono attenti, è di ordine ecclesiale e s’interroga sulla straordinaria coincidenza fra il Sinodo ordinario sulla famiglia («La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo»), che segue a distanza di un anno l’Assemblea straordinaria, disegnando in questo modo, quasi plasticamente, una vera e propria sinodalità in cammino, e il Giubileo sulla misericordia, che si apre nel cinquantesimo anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II°. Si potrebbe aggiungere anche l’appuntamento, molto importante per la Chiesa italiana, del V° Convegno ecclesiale nazionale, sul senso dell’umanesimo in rapporto a Gesù Cristo. Senza perseguire collegamenti ingenui o sintesi arbitrarie, è difficile minimizzare il legame interno fra questi appuntamenti, che possono tutti considerarsi come segni della inesauribile fecondità della stagione conciliare, contro vecchi e nuovi “profeti di sventura”. È precisamente l’invito conciliare a scrutare i segni dei tempi che oggi ci chiama a riconciliare miseria e misericordia come nuova frontiera di evangelizzazione; un invito che trova proprio nella famiglia il banco di prova per riconoscerne le ferite e annunciare la profezia del matrimonio cristiano.Il terzo e ultimo riferimento riguarda il carisma di Madre Speranza e della famiglia dell’Amore misericordioso da lei fondata. La scelta di tenere insieme in questo libro una doppia accezione di famiglia non deve sorprendere. Sullo sfondo dell’unica famiglia umana, accanto alla famiglia fondata sul sacramento del matrimonio si può collocare l’estensione metaforica che identifica una famiglia religiosa: in entrambi i casi si tratta di due annunci profetici che testimoniano e accreditano, in modo esemplare e parlando a tutti i cristiani, il valore liberante dell’essere insieme. L’annuncio della misericordia, che papa Francesco pone al centro del suo magistero e di un Giubileo straordinario, è stato anche – non senza incomprensioni, equivoci, resistenze, ostilità –, il carisma spirituale di una donna di umilissime condizioni, misteriosamente (ma non troppo) approdata a Collevalenza; non lontano da santa Chiara di Montefalco, dalla beata Angela di Foligno, da santa Rita di Cascia, tutte donne che hanno sperimentato una straordinaria intensità mistica, tradotta in un messaggio per noi.Questi tre riferimenti – all’orizzonte culturale, al contesto ecclesiale, al carisma dell’Amore Misericordioso – attraversano in maniera diversa i contributi che compongono questo libro...
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